giovedì 2 maggio 2019

LA CUCINA DELLA BARACCHINA FRA GLI SCOGLI DI CASTIGLIONCELLO


I Castiglioncellesi esibiscono con fierezza il loro legame con lo scoglio, si vantano del salmastro che scorre nelle loro vene, riconoscono al volo  il ponente dal maestrale, e non si stancano mai di godere di tramonti insuperabili col  profilo delle isole dell'arcipelago toscano all'orizzonte, inclusa la Corsica sullo sfondo, subito dietro Capraia, l'Elba a sud e la Gorgona a nord-ovest.


La Baracchina è situata in un luogo incantevole che offre alla vista questo spettacolo, una vera perla nella Perla del Tirreno, così viene chiamata Castiglioncello, la fascinosa località balneare della costa livornese che è anche il luogo dove abito.
E' un suggestivo ed elegante ristorante e stabilimento balneare abbarbicato su uno scoglio di Punta Righini, quasi al termine di una bella passeggiata, dove, nello stretto passaggio che porta al ristorante,  non si transita se è "maraccio", quando cioè le onde si scagliano lungo la scogliera,  creando flutti di schiuma imponenti e spettacolari!



Creata dalla famiglia Panicucci nel 1946, la cucina era il regno di Olga, zia di Alessio, che, giovanissimo, nel 1995,  ha preso le redini del ristorante e bagno e, attraverso ampliamenti  e ristrutturazioni culminate con i lavori di ammodernamento nel 2017, ha saputo continuare la tradizione di famiglia, rendendo La Baracchina non solo un luogo simbolo della Castiglioncello balneare ma anche un'apprezzata  tappa gourmet,  ora come nel passato,  con uno stile adeguato ai tempi ma che onora le proprie origini.

Cultore e conoscitore del pesce, soprattutto locale, e grande appassionato di vini, Alessio oggi propone una cucina varia e gustosa, affidata ad un valido staff agli ordini dello chef Andrea Diliberto, con proposte classiche e piatti moderni di impronta fusion, che trovano il loro contraltare in una ricca e articolata carta di vini sia italiani che esteri, fra cui spiccano ottimi champagne di piccole maison, selezionate personalmente dal patron della Baracchina.

Lo staff di cucina con il patron Alessio che dirige la sala e lo chef Andrea alla sua destra


La degustazione

Si inizia con un aperitivo a base di un ottimo e fine Ca' del Tava brut dell'azienda Monsupello, fiore all'occhiello dell'Oltrepò Pavese
pane ai cereali e l'immancabile "schiacciatina" in versione sfoglia croccante

Irresistibile il mix esotico/mediterraneo di gamberi rossi crudi, frutto della passione e bottarga di muggine : eccellente materia prima, bell'accostamento acido/agrumato-aromatico-sapido.
Goloso e divertente il roll di astice con yogurt greco ed erba cipollina racchiuso in una sottile cialda croccante, da mangiare con le mani e da leccarsi le dita!


 A seguire un'impeccabile, squisita tartare di tonno, avocado e dadini di pane croccante,  su crema di finocchi con zenzero marinato e riduzione di soja. Un vero signature dish, fra gli antipasti che i clienti apprezzano maggiormente e che gli impediscono di togliere dal menu!! E hanno ragione!

Sui  primi tre assaggi, Alessio sfodera un potente e croccante champagne Guy Thibaut Grand Cru Brut Nature in cui domina la struttura del  pinot noir e la mineralità del cru Verzenay da cui proviene.



Ravioli di razza nel suo brodetto al pomodoro piccante. In onore della tradizione dei piatti di zia Olga, alla Baracchina la razza, pesca permettendo, non manca mai, dagli  antipasti ai primi piatti e nei secondi! Non posso che compiacermi perché ne sono una grande fan! Il piccante è abbastanza pronunciato ma gradevole e adeguato. Al mio gusto, la consistenza del ripieno è solo un po' morbida, un morso più tenace, con la polpa della razza, magari,  a pezzi più grossi, conferirebbe maggior carattere al piatto, già molto buono.


Una magistrale interpretazione di Sua Maestà il Riccio di Punta Righini! Non credo di esagerare nell'esprimere l'emozione suscitatami da questi spaghettini fini e croccanti, dalla mantecatura volutamente lieve per non snaturare l'essenza del riccio, che esprime infatti tutta la sua potente fragranza iodata e sapida. Fra i migliori spaghetti al riccio che abbia mai mangiato. Punto.

Il Muscadet Aoc Sèvre-et-Maine Vielles Vignes sur lie 2015 di Château du Coing et St Fiacre con le sue note floreali, minerali, sapide e iodate, asseconda il gusto pronunciato delle prelibate gonadi, volgarmente dette "uova", del Paracentrotus lividus, ovvero il nostro amato "riccio". Ricordiamo, del resto, che il Muscadet è tradizionalmente abbinato a ostriche e ad altri molluschi bivalvi, dai nostri cugini d'Oltralpe.

La capasanta appena scottata, con scaloppa di foie gras, gambero rosso crudo, crema di mela cotta, crumble di prosciutto affumicato e polvere di pistacchio, anima la discussione del convivio che ho diviso con piacere tra amici vecchi e nuovi: comunicatori, giornalisti, blogger o fotografi di cibo e vino, quali Giorgio Dracopulos, Luca Managlia, Marco Gemelli, Marco Bechi e l'altra rappresentante del gentil sesso, insieme alla sottoscritta, Francesca Puliti, tutti invitati da Marco Provinciali dell'agenzia di comunicazione SuperiorAdv, che ringrazio, insieme ad Alessio, per la bella esperienza offertaci.
Chi ha apprezzato la generale delicatezza e tendenza dolce del piatto, chi avrebbe proposto invece una maggiore spinta sapida e croccante, proprio a contrasto. Sicuramente un piatto voluttuoso ed elegante, che probabilmente necessita solo di una calibrata fra le sue note morbide e sapide per raggiungere la perfezione.

Un piatto sontuoso chiama un vino sontuoso. Non amo il Gewürztraminer ma quando ci vuole..e questo IGT Vallagarina 2018 dell'azienda trentina La Cadalora, pur presentando tutte le intense note varietali del vitigno aromatico, è bilanciato da una bella vena acida che lo rende equilibrato e piacevole.
Non abbiamo resistito a testare anche il fritto della Baracchina che non delude nella sua consistenza croccante ma succosa (e gustosa) e ci fa chiudere in bellezza la degustazione di pesce a cui seguirà un ottimo dessert: la crema catalana con lamponi. Un'originale terrina allungata accoglie un sottile strato di vellutata ed intensa crema alla vaniglia coperta dalla sua crosticina bruciata comme il faut con il tocco acidulo dei lamponi che spezza la dolcezza dell'insieme. Classica intramontabile bontà interpretata con vincente personalità.


Quando si dice..dulcis in fundo. Non mi vergogno a dire che se non fosse stato perchè dovevo scappare subito dopo il dolce per un impegno di lavoro, avrei chiesto il bis!!

Ma ci tornerò presto e lo consiglio a chi vuole coccolarsi durante una vacanza al mare o magari, di passaggio, vuole fare una tappa gourmet in un ambiente splendido, perchè le proposte sono tutte invitanti, le materie prime eccellenti, il servizio è garbato e puntuale, l'atmosfera rilassata e calda e infine,  il contesto è irripetibile! Che altro?

La Baracchina, 
lungomare Alberto Sordi,
Castiglioncello
www.labaracchina.net


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