martedì 25 novembre 2014

NEW LOOK PER POVERIMABELLIEBUONI!


New look e un po' d'ordine nel caos della mia pagina web! Era da un po' che ci pensavo ma non trovavo mai il tempo per affrontarlo e soprattutto la voglia per applicarmi!
 
Il là mi è stato fornito da Enrica, che ha fatto un bellissimo restyling del suo blog e mi ha indicato l'autrice, ovvero Sarda Bardelli, blogger a sua volta di Qualcosa di rosso, nonché architetto e designer, basta dare un'occhiata al suo sito professionale:  Sarabardelligraphics.
Sara inoltre è l'artefice della grafica di molti altri blog e siti amici: Andante con Gusto, La Apple Pie di Mary Pie, Bab(s)revolution, Cuocicucidici  e Aifb......
 
Mi dispiaceva abbandonare il mio header con gli sgombri che nuotano nel buio dei fondali marini ma la foto non era mia, l'avevo ingenuamente pescata in internet agli inizi, quando anch'io credevo che sul web tutto fosse alla portata di tutti e soprattutto gratis! Poi quando iniziano a rubare a te, ti rendi conto che anche tu hai qualche scheletrino nell'armadio. Non sono riuscita a rintracciare la fonte della foto per chiederne l'uso e ho deciso di sostituirla. Sara non mi ha fatto rimpiangere la mia decisione, è stata bravissima ad interpretare il mio grande desiderio di non abbandonare completamente quell'immagine e l'ha molto semplicemente stilizzata con grande gusto, in sintonia con il mio.
 
Ci siamo trovate immediatamente, in due o tre prove, il logo era fatto! Sara è velocissima e precisissima. Ci mettevo più tempo io a dirle se mi andava bene o no quello che aveva fatto e a fornire gli elementi su cui lavorare. Ma insomma, eccoci qua. Contente e soddisfatte! Grazie Sara!! E grazie Enrica che me l'ha indicata!
 
Ora nel blog c'è più ordine nelle rubriche, era quello che volevo, si capisce subito chi sono, cosa faccio e cosa ho fatto! E se poi qualcuno vuole altre info, basta andare alla pagina contatti. Semplice no? Ci voleva tanto?
 
E' rimasto da rivedere  il menu delle ricette che è un po' incasinato ma bisogna intervenire sui tags dei singoli post! Aiutoooooo! dal 2010 ad oggi??? non so se mi spiego. Sta lì così, tanto se si va sul motorino di ricerca interno al blog e si digita la parolina chiave, si trova tutto!
 
 
 
 
 
 


 

domenica 23 novembre 2014

LIVORNO IN TAVOLA, UN CALENDARIO DA GUSTARE


Venerdì scorso, invitata dall'amico enogastronomo Giorgio Dracopulos, sono stata all'inaugurazione di una bella mostra fotografica presso la Galleria Barnaba, via Roma 5 a Livorno che consiglio a tutti gli amici livornesi e delle zone limitrofe.

Le belle fotografie esposte, opera del fotografo livornese Paolo Salvador, ritraggono piatti del cuoco e scrittore  Paolo Ciolli,  singolare personaggio labronico dall'aspetto anglosassone, ex professore di educazione fisica con la passione della gastronomia, chef a domicilio ante litteram, nonché autore di molti libri sulla cucina livornese, e molto amato dai suoi concittadini.



Alcuni degli scatti esposti sono contenuti in  un calendario, LIVORNO IN TAVOLA, realizzato con il contributo di Mediolanum Private Banking,  che è stato presentato all'inaugurazione della mostra e che Paolo Ciolli mi ha donato con la sua dedica. Non è mancato naturalmente un piccolo rinfresco con deliziosi stuzzichini preparati dallo stesso Ciolli.

Purtroppo mi ero dimenticata la macchina fotografica, non ho foto dell'evento né del bel buffet. Imperdonabile per una food blogger!! Ringrazio dunque Giorgio, oltre che per avermi invitata, anche per questo scatto che mi ritrae col simpatico cuoco.


Non ultimo, segnalo che i due amici, Ciulli e Dracopulos saranno protagonisti di quattro trasmissioni tv TOSCANA A TAVOLA, sponsorizzate da Vetrina Toscana, in onda dalla prossima settimana su Toscana Tv can. 18 digitale terrestre, visibili in seguito anche sul sito di Vetrina Toscana.

Altre info su Paolo Ciolli e i suoi libri direttamente nel suo blog: Paolo Ciolli Chef
e naturalmente sul blog di Giorgio Dracopulos, La Tavolozza del gusto, THE CACCIUCCO e TESTE E LISCHE CARO NAPOLEONE

 

mercoledì 19 novembre 2014

NON SOLO OLIO, SUVERETO 21-23 NOVEMBRE 2014


 
NON SOLO OLIO, Prima Edizione di una festa dedicata all'olio nuovo a Suvereto, pittoresco borgo medievale della Maremma Toscana.
 
Organizzato dal Comune di Suvereto, in collaborazione con l'Ente Valorizzazione Suvereto, esordisce con coraggio in un'annata catastrofica per l'olio extravergine d'oliva toscano e italiano. Qualche produttore è riuscito a parare il colpo, grazie a posizioni privilegiate, microclimi, o bravura nella gestione dei trattamenti per la  prevenzione di attacchi parassitari, nemici delle  coltivazioni. Vedremo cosa offrirà il mercato suveretano. Poverimabelliebuoni, cioè la sottoscritta sarà presente, cortesemente invitata dall'organizzazione,  e poi racconterà.
 
Appuntamento a Suvereto dunque questo weekend per NON SOLO OLIO, frantoi aperti, degustazioni, mostre e convegno, come evidenziato dal  programma nella locandina qui sopra.
 
Altre info:  COMUNE DI SUVERETO
 
 
 

martedì 18 novembre 2014

MUFFINS PISSALADIERE E LE VENTIQUATTR'ORE NELLA VITA DI UNA DONNA PER L'MTC N. 43



per l'MTC N. 43 NOVEMBRE 2014 naturalmente!
 
 
 
Mai come questa volta faccio fatica ad iniziare il post. Tutti si aspettano le acciughe da Poverimabelliebuoni e io non voglio deludere le aspettative. E vai con le acciughe! Il problema non è stato infilarle nel muffin, questo è stato un gioco da ragazzi, il problema è stato trovare il collegamento letterario, richiesto dalle regole di questo mtc che ha per tema IL MUFFIN, proposto dalla simpatica Francesca Carloni del blog Burro&Zucchero . Tema facile, che piace a tutti, liscio come l'olio, se non fosse che la perfida Old Fashion Lady, alias Van Pelt, ha complicato le cose richiedendo di collegare il muffin ad un testo letterario, romanzo, racconto, pièce teatrale, canzone o ballata che sia! Scherzo ovviamente, è molto bello, stimolante....certamente....ma quanto tempo ci vuole!!!!
 
Ok! Andiamo per ordine....innanzitutto acciughe, salate,  e qui non si discute. Opto per un muffin come una pissaladière nizzarda, che avevo già sperimentato in un cake salato. La Pissaladière è una popolare focaccia della famosa città della Costa Azzurra, diffusa anche  in gran parte della Provenza, farcita con cipolle, acciughe salate e olive. A volte si trova anche l'aglio e erbe come il timo.
E' una specialità anche del ponente ligure, che faceva tutt'uno, del resto, con Nizza fino alla  metà del XIX secolo,  condividendo molte specialità gastronomiche e dialetti molto simili. Piscialandrea o Pizza all'Andrea ad Oneglia (secondo la leggenda, attribuito ad Andrea Doria), con l'aggiunta di pomodoro e origano, Pisciadela a Ventimiglia, Pisciarà a Bordighera e ancora la variante sanremese con le sarde, ovvero la  Sardenaria, ma non le ho elencate tutte.
L'etimo deriva inequivocabilmente dal latino piscis, peis in dialetto ligure/nizzardo, peis salat, pesce salato,  e dunque pissalat.
 
Ora arriva il bello! C'erano molti testi che parlavano di acciughe, come il recente Il Salto dell'Acciuga di N. Orengo, che non ho ancora letto ma è in ordine, o Le Acciughe fanno il pallone di De André. O classici come I Malavoglia dove le acciughe erano il cardine dell'economia dei pescatori di Acitrezza. Troppo facile, troppo diretti. Voglio complicarmi un po' la vita e guardare altrove.
 
Il libro che con grande azzardo ma soprattutto con dissacrante ironia collego alle acciughe e alla pissaladière è un breve racconto, intenso e drammatico,  letto qualche anno fa, dello scrittore, giornalista, drammaturgo e poeta austriaco Stefan Zweig: Ventiquattr'ore nella vita di una donna, del 1927. Ambientato in piena Belle Époque, in un'atmosfera internazionale, sfarzosa e sonnecchiosa, proprio in un grand hotel della Costa Azzurra, la vicenda si  sviluppa in seguito ad uno scandalo che scuote dal loro torpore vacanziero, un gruppo di turisti facoltosi. Madame Henriette, moglie e madre irreprensibile, fugge nottetempo con un giovane francese appena approdato nell’hotel. Quanto basta a portare scompiglio tra l’affiatata compagine dei villeggianti, con tanto di accalorate dispute e fazioni pro o contro la fuggiasca; eppure non è quest’ultima la protagonista del racconto di Zweig. E le ventiquattro ore preannunciate dal titolo non appartengono alla vita di Madame Henriette, bensì a quella di un’appartata gentildonna inglese, che solo in seguito allo scandalo cederà alla voglia e al bisogno di uscire dalla propria discrezione per raccontare al narratore, a sua volta ospite dell’albergo, l’accadimento ben più imprevedibile e sconcertante che circa trent’anni prima ha sconvolto la sua vita. Poche ore trascorse a Montecarlo in un casinò, un giorno e una notte destinati a sovvertire un’intera esistenza, l’incontro con un giovane devastato dalla febbre del gioco, la riscoperta della vita e il desiderio della morte, e in mezzo il rimescolarsi di tutta la gamma possibile di sentimenti e sensazioni: stupore, gioia, vitalità, vergogna, sdegno, rancore, angoscia, ossessione.
Il rimando a Il Giocatore di Dostoevsky è inevitabile. Il ritmo della narrazione è incalzante, lo stile moderno e attuale, alcune descrizioni, come le mani del giocatore, appaiono cinematografiche. Il racconto è stato portato sul grande schermo infatti per ben due volte in Francia, nel 1968 e nel 2002.
 
Questi sono gli elementi del racconto che mi hanno ispirato: la passione, l'ossessione per il gioco, la brama di vincere, di sfidare la sorte, ovvero l' MTC!! Non è un azzardo continuo? Ogni sfida ci trasforma in giocatori di roulette che attendono col fiato sospeso che la pallina si fermi nel punto giusto, cioè che esca quel tema che ci permetterà di vincere!!! E non una volta sola! E ancora la smania di non perderne neanche uno, o di arrivare per primi a postare, di non poterne fare a meno, anche se la polvere si accumula sui mobili e la pila della roba da stirare aumenta vertiginosamente come la voglia di vincere, sì, ebbene lo ammetto, mi piacerebbe rivincere ma questa volta con Poverimabelliebuoni, ecco perché insisto con le acciughe, passe partout per molti mtc salati!! Un'ossessione pure questa! E dal momento che la vicenda del libro si svolge in Costa Azzurra, la pissaladière è perfetta e trova giustificazione  quale cibo popolare e povero,  ironicamente in contrasto con il bel mondo e i cibi raffinati della cucina pomposa dei grandi hotel di lusso.
 
Mi sembra che possa funzionare no?
 
NB: Le foto non sono scure, sono un tentativo di copiare lo stile caravaggesco (che presunzione) della Patty  e dei suoi blueberry muffins da urlo!!
 
Ecco qua i miei
 
MUFFINS PISSALADIERE
 
 
Ingredienti per 6 muffins medi, metà dosi della Carloni:
 
150 g farina 00
4 g lievito istantaneo in polvere
un pizzico di bicarbonato di sodio
63 g yogurt naturale bianco
35 g burro
1 uovo medio
+
120-130 g cipolle rosse (nella pissaladière ci vorrebbero quelle bianche)
1 foglia di alloro
30 g olive taggiasche denocciolate sott'olio evo, ben scolate e asciugate
10-12 filetti di acciughe sotto sale (5-6 acciughe intere) ben dissalate e asciugate
una manciata di origano secco (facoltativo, io l'ho dimenticato ma ci sta molto bene)
olio evo qb
 

Ringrazio Francesca per le istruzioni precisissime e dettagliatissime, muffins for dummies praticamente!! Mentre leggevo pensavo che le avesse scritte appositamente per me, per prevenirmi dal fare il solito macello, imbrattare ovunque, perché gli ingredienti non sono tutti a portata di mano e si apre lo sportello dove c'è l'ingrediente mancante con le mani belle unte o impastate e via discorrendo, ordinaria amministrazione nella mia cucina. La ricetta inoltre è impeccabile, funziona perfettamente! Buoni, soffici e umidi quanto basta e come si conviene ad un muffin.
 
 
 

 
Preparazione ingredienti umidi: affettare finemente le cipolle, rosolarle in padella con un filo d'olio evo e una foglia d'alloro spezzata. Pulire e sfilettare le acciughe, sciacquarle abbondantemente sotto acqua corrente, asciugarle e tritarle grossolanamente. Sgocciolare le olive, tamponarle con carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso, tritarle grossolanamente come le acciughe. Togliere l'alloro dalle cipolle, mescolare bene i tre elementi  fra loro in una ciotola.
 
Per il resto, unire gli ingredienti secchi e quelli umidi e infornare  come da istruzioni carloniane, che non riesco a copia incollare perché il suo blog non mi si apre sul pc, ho letto tutto sullo smart phone!
Unica accortezza, non salare il composto, o eventualmente assaggiarlo e decidere. Io l'ho salato appena ed è risultato troppo salato. Le acciughe e le olive conferiranno sufficiente sapidità.
 
 
l'ultima:
 
 
 
 
 

domenica 16 novembre 2014

MICHELE MALTINTI E IL PESCE DELLO SCOLAPASTA, CASTIGLIONCELLO


Sono nata a pochi chilometri da Milano eppure sono salita sul tetto del Duomo ad ammirare da vicino la Madunina e il profilo delle Alpi, che si può godere nelle belle giornate terse invernali, che avevo più di vent'anni.
Abito in Toscana da venticinque anni, sulla costa livornese, a breve distanza da Pisa, e non sono mai salita sulla Torre Pendente!
Tutto ciò semplicemente per dire che troppo spesso, disertiamo luoghi vicini e le cose di casa, attratti dal fascino del nuovo e del remoto.
Il parallelo con il ristorante Lo Scolapasta di Castiglioncello forse è eccessivo ma calza abbastanza, è vicino casa, ci passo davanti quasi ogni giorno, ci sono stata diverse volte ma è passato  troppo tempo dall'ultima volta!
Conosco lo chef Michele Maltinti e la sua famiglia praticamente da quando ho iniziato a frequentare la deliziosa località dove poi mi sono trasferita. Ricordo le gradevoli serate estive in riva al mare nel loro primo ristorante, l'Etruria, dove il pesce non era fresco, era vivo! Dove il mitico babbo Cilano, scomparso qualche anno fa,  ti raccontava come e dove l'aveva pescato e gli brillavano gli occhi per l'emozione. Mamma, sorella e zia in cucina, come nelle migliori tradizioni.
 
 
Michele è nato e cresciuto sul mare, respirava iodio e salmastro ancora in fasce e da ragazzino usciva prestissimo in barca con il babbo e gli amici pescatori, quelli che poi si ritrovavano al Porticciolo, circondati da attori e personaggi unici che avranno un impatto importante sulla sensibilità del ragazzo. 
Sono proprio le emozioni vissute in quegli anni, soprattutto quelle in mare, che si imprimono nella sua memoria e che poi da adulto riprodurrà nei suoi piatti: vede il pesce con occhi diversi, impara a conoscerlo, ad apprezzarlo, ne ammira i colori vivi appena pescato, colori che non si ritrovano più dopo poche ore, scopre nelle reti tante varietà e la bellezza di quei colori. Ricorda sapori forti, unici come le  uova prelevate da astici vivi appena tolti dall’acqua e mangiate in barca, come pure  le cicale crude o i ricci di mare.
 
 
Nel dicembre ’88 i genitori si trasferiscono all’attuale Scolapasta. Lavora in sala fino al 2000 poi inizia ad interessarsi alla cucina, alle materie prime, agli ingredienti di qualità, suggerisce nuovi piatti ma solo a livello teorico non ancora pratico. Dal 2006 entra definitivamente come chef in cucina.

E' autodidatta, ricerca costantemente, studia sui libri, legge gli autori classici, viaggia, frequenta locali stellati, è molto vicino alla filosofia dell'amico chef-pescatore Luciano Zazzeri de La Pineta di Bibbona. Lavora  i tonni interi, appena pescati anche da lui stesso, e ne usa ogni parte, come Pomata e Chiaromonte. Guarda il grande maestro Marchesi, i grandi chef francesi, prova e riprova per trovare la sua strada.

Carattere estroso, tenace e pignolo, adora il suo lavoro e cerca di ottenere la massima soddisfazione in quello che realizza. Intende riprodurre  quei colori e quei sapori di mare veri a lui cari , con le tecniche moderne e con l'attenzione rivolta anche  alla praticità e alla tempistica dell’esecuzione all’interno del locale. Le idee vengono  dalle cassette dei pesci che si muovono ancora, il menu lo fa il mare. (io stessa ho assistito all'arrivo del pescatore con cassette da cui guizzavano gamberi meravigliosi e polpi che quasi sgusciavano fuori strisciando).  Usa cotture sottovuoto a bassa temperatura, olio cottura, vaso cottura, fritture con farina di riso macinata a pietra,  salatura e affumicatura e tante altre tecniche volte all'ottenimento del risultato ottimale.

 
La sua cucina è sincera, dai  sapori mediterranei e il più possibile rispettosa del territorio che lo circonda. Ricerca con grande scrupolosità le migliori materie prime,  dalle farine per la panificazione, agli oli extra vergine, cioccolato, caffè e vini naturalmente di cui è grande appassionato!
 
Quella che segue è una carrellata di piatti, esempio della cucina di Michele, che ho immortalato in due occasioni, non mi sono mangiata tutta 'sta roba in una volta sola!! Alcune foto dei suoi bellissimi piatti-quadri erano rimaste in archivio da marzo, è ora di tirarle fuori e condividerle!! Sperando di farmi perdonare per aver fatto passare tutto questo tempo dall'ultima volta che sono andata a trovarlo. 

Bravo Michele! Continua così, noi castiglioncellesi siamo orgogliosi di te!

I crudi, il suo fiore all'occhiello:


piccole tartare di tracina, occhiata e palamita con scalogni, sedano, finocchi, misticanza, emulsione d'olio evo al lime (che sinfonia....che sinfonia...di mare naturalmente!)


 
tartare di  dentice e parago, olio sale, pepe, scalogno, fiori di rosmarino (l'impiattamento gliel'ho copiato più volte, senza la testa però, solo la codina e con la sue pelle, sempre secondo Michele, vedi BATTUTA DI PALAMITA E FINOCCHI ALL'ARANCIA)
 
Zuppetta di crudi: gamberi biondi, filetti di pesce bianco, julienne di calamari e ostriche "verte" in acqua di ostriche, gocce di emulsione d'olio e lime. Bell'idea, dal gusto fresco e particolare, in fase di perfezionamento nel dosaggio del liquido.
 
Il pane fatto in casa dello Scolapasta: pane scuro da miscela di farine "pane campagna" di Antico Molino Rosso, pane bianco in cassetta con farina al germe di grano, l'azzimo ai multicereali e semi di papavero e un classico casalingo a lievitazione naturale, cotto a legna del panificio La Madia di Rosignano S.
 
La selezione dei vini spazia in tutta Italia con attenzione ai vini regionali e locali, Bolgheri in primis ma anche tutta la Costa degli Etruschi, non mancano ottimi spumanti italiani e champagne nonché importanti etichette francesi come i grandi bianchi di  Burgogne e Chablis.
 
Il solerte Francesco "pesca" nella cantinetta dei vini
 
 
Coerenti, giochiamo in casa, un gradevole, fresco vermentino Sada, Casale Marittimo e l'olio della Tenuta San Quirico di Rosignano Marittimo
 

Antipasti  caldi:  seppia spadellata alla salvia e il suo nero, bella, gustosa e saporita
 
 
Fantasia di mare al vapore, purea di finocchi all'acqua di cozze, gocce di pomodoro e pesto di basilico (delizioso e delicato, coreografico e raffinato nella composizione)
 
 
 Ravioli di ottima pasta fresca ripieni di San Pietro e patate, al burro e salvia, ripieno "pieno" ed elegante,  ben insaporiti dal condimento. Che altro?
 

Ottime e dal gusto classico, intramontabile, le finissime tagliatelle di pasta fresca con ragù bianco di triglie

 
Una forchettata anche di squisiti tagliolini all'uovo e uova di muggine con origano fresco perché Michele sa che io vado matta per le uova di pesce!
 
 
 
Trancio di cernia in olio cottura con pomodorini e alloro (il mare nel piatto, cottura impeccabile!)
 
 
Come dice il mio amico Maggi di Vigna Ilaria, "da sbattere la testa nel muro": calamaretti spillo grigliati alla perfezione (prima pastorizzati sottovuoto 10' a 85° C per un'adeguata conservazione) con quel sentore netto di griglia leggermente amarognolo che contrasta con la dolcezza del calamaro e ciliegina sulla torta: una tartare di gamberi rossi e origano fresco che anche se pensi non c'entrino nulla, ci stanno d'incanto e non ti importa di nient'altro, oh yeah! la cornice verde è una crema di zucchine e i pois rosso-arancio, crema di pomodoro
 
 
Il pesce della foto sopra che sembra un cartone animato: il cappone cipolla, cappone di fondale meno conosciuto e per questo molto conveniente nel prezzo. Finito degnamente in una frittura da manuale, servita con la sua lisca, pure fritta, che si può sgranocchiare allegramente!


E siamo arrivati in fondo! Un pranzo che si rispetti non può terminare che in dolcezza, in questo caso con una degustazione di dolci golosi e leggeri: mousse di ricotta e coulis di corbezzolo di Castelnuovo M.ia, Tortina di pere e pinoli con polvere di cacao,  cremoso al cioccolato bianco e gianduia, salsa al cacao, mandorle caramellate, soufflé di castagne, salsa di cachi.

E i suoi sorbetti, sempre secondo stagione, questi quelli di marzo, fragola, mandrino e limone,  invece il quartetto sopra è inequivocabilmente autunnale


 
Caffè selezione Trinci, opto per un impronunciabile Huehuetenango del Guatemala



La lavagna del menu

 
L'originale apparecchiatura
 

 
E l'immancabile foto ricordo!































 


 
 


 

 
 

domenica 9 novembre 2014

AUTUNNO IN VALDARNO E VALDISIEVE, FIRENZE, PALAZZO MEDICI RICCARDI, 8 NOVEMBRE 2014



https://www.facebook.com/autunnoinVV?ref=bookmarks

Dal 6 al 9 novembre si è tenuta a Firenze una  vivace manifestazione organizzata dall'associazione Cavolo a Merenda, in collaborazione con il celebre giornalista e critico enogastronomo Leonardo Romanelli, già artefici entrambi del riuscitissimo Foodstock di Pontassieve del settembre scorso, a cui purtroppo avevo dovuto rinunciare a causa di precedenti impegni. Non mi sono persa però la trasferta fiorentina  di molti produttori di quella generosa parte di Toscana, che hanno portato in città i loro prodotti straordinari in una cornice prestigiosa e in pieno centro come la Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi. Per tutti i dettagli, rimando all'articolo di Leonardo Romanelli, che ha presentato alcuni dei cooking shows in programma, fra cui il mio di sabato 8 novembre.
 
Lascio parlare le foto, che altro? Beh, è stato molto divertente e il piatto che ho presentato, VELLUTATA DI MARRONI, ARINGA AFFUMICATA, FINOCCHIETTO SELVATICO E RAPA BIANCA,  ha riscosso molta curiosità e ha avuto un buon successo, questa è la grande soddisfazione; inoltre sono stata arruolata per il prossimo Foodstock, guai se non accetto:  "ti si ospita, ti si fa mangià e bè per tutto il tempo" mi informa il simpaticissimo ed energico Stefano Frassineti del ristorante Toscani da Sempre. E come si fa a dirgli di no?

Alcuni scorci della Galleria e dei banchi dei produttori
 
 

 
La T-shirt dell'associazione Cavolo a Merenda
 
 
 
 
Cooking show estemporaneo di Stefano Frassineti, cuoco e conduttore  
 

 La folla per il cooking di Antonio Badalamenti presentato da Leonardo Romanelli
 

E il piatto di Antonio: una delicata vellutata di zucca con ceci, spuma di castagne e pinoli tostati che denota la sensibilità e la grande attenzione agli equilibri da parte di questo giovanissimo aspirante chef che vanta già esperienze importanti al ristorante del  Four Seasons di Firenze, al ristorante Rockafish, Rio de Janeiro, da Lou Fassum a Grasse, Francia, ed  ora è  in partenza per la Ville Lumière. Gli auguro grande successo, le premesse ci sono tutte!!

 
E poi tocca all'aringa!!


 
 
 
che finisce in una vellutata di marroni igp del mugello, che qualche anima pia mi ha fatto trovare lessati e spellati! Impietosamente scodellata in coppette di plastica ma che a quanto pare non hanno frenato gli avventori dalla curiosità di assaggiarla! Uno spettatore in particolare ha seguito molto attentamente tutte le fasi prima e durante lo show, al punto tale che si è accorto che, mentre toglievo le foglie di alloro, prima di frullare i marroni, le foglie erano tre e io ne avevo prelevate solo due!!  Beh, il primo assaggio è toccato a lui!!
 
 
Ringrazio l'amico Corrado Tumminelli per le foto che mi ritraggono. Corrado mi segue con grande affetto e gli  affido volentieri la mia macchina fotografica quando io sono all'opera. Qui si è divertito a riprendermi nel "back" stage!
 
 
Dietro.....front!
 
 
Mi rincresce un po' ma è ora di cambiare la bandana, altro colore ma sempre bandana!!
 
 
Ma c'erano  anche Cecilia "Kitchening", il KampMarco Cibusfaber , che, velocissimo, ha pubblicato le prime foto su fb alla fine dello show, e si era esibito a sua volta con Andrea Moretti il primo giorno della manifestazione con il loro mitico risotto al cavolo verza, "tirato" col brodo di lampredotto.
 
 
 
 
Cecilia, che più che kitchening.....eating!!
 
La serata poi è continuata per noi con una coppia di amici fiorentini che hanno casa a Castiglioncello, al ristorante Il Santo Graal di cui avevo sentito parlare molto bene da tempo e che mi ripromettevo di provare. Simone Cipriani, chef del ristorante si esibiva il giorno prima alla manifestazione, e mi ha offerto lo spunto per decidermi finalmente ad andarlo a trovare dopo che lo avevamo appena conosciuto al Cardellino di Castiglioncello e ancora lo rimpiangiamo.
La cena è stata assolutamente stimolante, divertente, piatti e personale frizzante, giovane, che mette entusiasmo. Meriterebbe un post a sé per l'originalità delle portate e l'impeccabile esecuzione. Non mancherò come non sono mancati gli effetti speciali che ci hanno regalato a fine serata!
 
LA MAGIA!
 
 
Infusione di malva che colora l'acqua di blu ma a contatto con poche gocce di limone quasi invisibili sul fondo del bicchiere diventa fuxia! Ed era pure buono, a fine pasto, perfetto!
 
Appuntamento a Foodstock 2015 dunque e..... al Santo Graal sicuramente un'altra volta  entro la fine di quest'anno direi!

HANNO ABBOCCATO ALL'AMO