Mai come questa volta faccio fatica ad iniziare il post. Tutti si aspettano le acciughe da Poverimabelliebuoni e io non voglio deludere le aspettative. E vai con le acciughe! Il problema non è stato infilarle nel muffin, questo è stato un gioco da ragazzi, il problema è stato trovare il collegamento letterario, richiesto dalle regole di questo mtc che ha per tema IL MUFFIN, proposto dalla simpatica
Francesca Carloni del blog Burro&Zucchero . Tema facile, che piace a tutti, liscio come l'olio, se non fosse che la perfida
Old Fashion Lady, alias Van Pelt, ha complicato le cose richiedendo di collegare il muffin ad un testo letterario, romanzo, racconto, pièce teatrale, canzone o ballata che sia! Scherzo ovviamente, è molto bello, stimolante....certamente....ma quanto tempo ci vuole!!!!
Ok! Andiamo per ordine....innanzitutto acciughe, salate, e qui non si discute. Opto per un muffin come una pissaladière nizzarda, che avevo già sperimentato in un cake salato. La Pissaladière è una popolare focaccia della famosa città della Costa Azzurra, diffusa anche in gran parte della Provenza, farcita con cipolle, acciughe salate e olive. A volte si trova anche l'aglio e erbe come il timo.
E' una specialità anche del ponente ligure, che faceva tutt'uno, del resto, con Nizza fino alla metà del XIX secolo, condividendo molte specialità gastronomiche e dialetti molto simili. Piscialandrea o Pizza all'Andrea ad Oneglia (secondo la leggenda, attribuito ad Andrea Doria), con l'aggiunta di pomodoro e origano, Pisciadela a Ventimiglia, Pisciarà a Bordighera e ancora la variante sanremese con le sarde, ovvero la Sardenaria, ma non le ho elencate tutte.
L'etimo deriva inequivocabilmente dal latino piscis, peis in dialetto ligure/nizzardo, peis salat, pesce salato, e dunque pissalat.
Ora arriva il bello! C'erano molti testi che parlavano di acciughe, come il recente Il Salto dell'Acciuga di N. Orengo, che non ho ancora letto ma è in ordine, o Le Acciughe fanno il pallone di De André. O classici come I Malavoglia dove le acciughe erano il cardine dell'economia dei pescatori di Acitrezza. Troppo facile, troppo diretti. Voglio complicarmi un po' la vita e guardare altrove.
Il libro che con grande azzardo ma soprattutto con dissacrante ironia collego alle acciughe e alla pissaladière è un breve racconto, intenso e drammatico, letto qualche anno fa, dello scrittore, giornalista, drammaturgo e poeta austriaco Stefan Zweig: Ventiquattr'ore nella vita di una donna, del 1927. Ambientato in piena Belle Époque, in un'atmosfera internazionale, sfarzosa e sonnecchiosa, proprio in un grand hotel della Costa Azzurra, la vicenda si sviluppa in seguito ad uno scandalo che scuote dal loro torpore vacanziero, un gruppo di turisti facoltosi. Madame Henriette, moglie e
madre irreprensibile, fugge nottetempo con un giovane francese appena approdato
nell’hotel. Quanto basta a portare scompiglio tra l’affiatata compagine dei
villeggianti, con tanto di accalorate dispute e fazioni pro o contro la
fuggiasca; eppure non è quest’ultima la protagonista del racconto di Zweig. E
le ventiquattro ore preannunciate dal titolo non appartengono alla vita di
Madame Henriette, bensì a quella di un’appartata gentildonna inglese, che solo
in seguito allo scandalo cederà alla voglia e al bisogno di uscire dalla
propria discrezione per raccontare al narratore, a sua volta ospite
dell’albergo, l’accadimento ben più imprevedibile e sconcertante che circa
trent’anni prima ha sconvolto la sua vita. Poche ore trascorse a Montecarlo in
un casinò, un giorno e una notte destinati a sovvertire un’intera esistenza,
l’incontro con un giovane devastato dalla febbre del gioco, la riscoperta della
vita e il desiderio della morte, e in mezzo il rimescolarsi di tutta la gamma
possibile di sentimenti e sensazioni: stupore, gioia, vitalità, vergogna,
sdegno, rancore, angoscia, ossessione.
Il rimando a Il Giocatore di Dostoevsky è inevitabile. Il ritmo della narrazione è incalzante, lo stile moderno e attuale, alcune descrizioni, come le mani del giocatore, appaiono cinematografiche. Il racconto è stato portato sul grande schermo infatti per ben due volte in Francia, nel 1968 e nel 2002.
Questi sono gli elementi del racconto che mi hanno ispirato: la passione, l'ossessione per il gioco, la brama di vincere, di sfidare la sorte, ovvero l' MTC!! Non è un azzardo continuo? Ogni sfida ci trasforma in giocatori di roulette che attendono col fiato sospeso che la pallina si fermi nel punto giusto, cioè che esca quel tema che ci permetterà di vincere!!! E non una volta sola! E ancora la smania di non perderne neanche uno, o di arrivare per primi a postare, di non poterne fare a meno, anche se la polvere si accumula sui mobili e la pila della roba da stirare aumenta vertiginosamente come la voglia di vincere, sì, ebbene lo ammetto, mi piacerebbe rivincere ma questa volta con Poverimabelliebuoni, ecco perché insisto con le acciughe, passe partout per molti mtc salati!! Un'ossessione pure questa! E dal momento che la vicenda del libro si svolge in Costa Azzurra, la pissaladière è perfetta e trova giustificazione quale cibo popolare e povero, ironicamente in contrasto con il bel mondo e i cibi raffinati della cucina pomposa dei grandi hotel di lusso.
Mi sembra che possa funzionare no?
NB: Le foto non sono scure, sono un tentativo di copiare lo stile caravaggesco (che presunzione) della Patty e dei suoi blueberry muffins da urlo!!
Ecco qua i miei
MUFFINS PISSALADIERE
150 g farina 00
4 g lievito istantaneo in polvere
un pizzico di bicarbonato di sodio
63 g yogurt naturale bianco
35 g burro
1 uovo medio
+
120-130 g cipolle rosse (nella pissaladière ci vorrebbero quelle bianche)
1 foglia di alloro
30 g olive taggiasche denocciolate sott'olio evo, ben scolate e asciugate
10-12 filetti di acciughe sotto sale (5-6 acciughe intere) ben dissalate e asciugate
una manciata di origano secco (facoltativo, io l'ho dimenticato ma ci sta molto bene)
olio evo qb
Ringrazio Francesca per le istruzioni precisissime e dettagliatissime, muffins for dummies praticamente!! Mentre leggevo pensavo che le avesse scritte appositamente per me, per prevenirmi dal fare il solito macello, imbrattare ovunque, perché gli ingredienti non sono tutti a portata di mano e si apre lo sportello dove c'è l'ingrediente mancante con le mani belle unte o impastate e via discorrendo, ordinaria amministrazione nella mia cucina. La ricetta inoltre è impeccabile, funziona perfettamente! Buoni, soffici e umidi quanto basta e come si conviene ad un muffin.
Preparazione ingredienti umidi: affettare finemente le cipolle, rosolarle in padella con un filo d'olio evo e una foglia d'alloro spezzata. Pulire e sfilettare le acciughe, sciacquarle abbondantemente sotto acqua corrente, asciugarle e tritarle grossolanamente. Sgocciolare le olive, tamponarle con carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso, tritarle grossolanamente come le acciughe. Togliere l'alloro dalle cipolle, mescolare bene i tre elementi fra loro in una ciotola.
Per il resto, unire gli ingredienti secchi e quelli umidi e infornare come da istruzioni carloniane, che non riesco a copia incollare perché il suo blog non mi si apre sul pc, ho letto tutto sullo smart phone!
Unica accortezza, non salare il composto, o eventualmente assaggiarlo e decidere. Io l'ho salato appena ed è risultato troppo salato. Le acciughe e le olive conferiranno sufficiente sapidità.
l'ultima: