Castagne e farina di castagne, per chi non lo sapesse, rappresentano il tema dell'MTC di novembre, proposto dalla simpaticissima Serena di Pici e Castagne.
Tema bellissimo e che offre un'infinità di possibilità, scatenando la fantasia e la creatività degli emmeticini, pur rispettando alcune regole, fra queste, un vincolo importantissimo, il rispetto della cucina povera: il che, ormai lo sappiamo, significa in questo contesto cucina di territorio, in primis, e cucina basata su ingredienti che, un tempo, o erano a portata di mano- nei boschi, nell'orto, nell'aia, nella stalla- o, se si acquistavano, costavano poco.
Di idee nel capo me ne frullano tante ma vuoi la mancanza di tempo, vuoi che qualcuno mi abbia preceduta alla fine mi limito a due proposte, anche se un dolcetto da mettere su Insalata Mista mi sarebbe proprio piaciuto ma non ce la fò!
Una mattina mi son svegliata....o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao....va beh, non ho potuto resistere.....dicevo, mi sono svegliata con una lampadina accesa: castagne e affumicati, di pesce naturalmente, e povero/azzurro!!
Connubio già sperimentato tempo fa con dei BONS BONS DI CASTAGNE E BACCALA', non potevo certo riciclarli ma prendere spunto sì!
Vado al mercato e che ti vedo? le aringhe argentate! E' il momento e io approfitto, mi piacciono molto perché sono delicatamente affumicate anche se molto sapide. Sono un po' complicate da preparare ma ne vale la pena, si acquistano intere, si sfilettano e poi si mettono a bagno con acqua e latte per un giorno per attenuarne la forte sapidità.
Le aringhe sono di provenienza nordica, diffuse nelle acque gelide di Baltico, Atlantico settentrionale e Mare del nord ma come altri prodotti nordici, quali baccalà o stoccafisso, sono approdate ai lidi mediterranei grazie ai fiorenti commerci marittimi, già nel 1600 e si sono radicate profondamente nella cucina popolare e tradizionale italiana, rappresentando insieme a legumi, polenta e patate, veri salvagente contro le carestie. Esempi come la poenta e renga nel veneto o la polenta e saraca lombarda, evocano una povertà estrema, consumati nelle cascine, nel dopoguerra, come ricordato a Nora dal nonno e da lei riproposto in versione finger food per il mio contest CACIO E PESCE, quando ancora non aveva un blog: grazie al suo gusto intenso bastavano pochi tocchetti sulla polenta e con un filetto di aringa si facevano miracoli o ancora peggio, come evocato da altri racconti di anziani che purtroppo hanno vissuto la povertà della guerra, si usava appendere l'aringa in cucina e a turno tutti i membri della famiglia ci strusciavano il pane così lo insaporivano e l'aringa durava per giorni.....ogni commento è superfluo, riflettiamo solo sul nostro benessere contemporaneo, stop!
Ho ritenuto dunque che l'aringa, pesce azzurro, oltre che povero e che è sempre costato pochissimo, quindi in sintonia con Poverimabelliebuoni, potesse essere adatto alla sfida di questo mese.
Ma veniamo alla ricetta. Allora, le castagne le avevo già, torno dal mercato con le mie aringhe e strada facendo elaboro mentalmente la ricetta. Mia suocera mi ha insegnato ad incidere le castagne, mettere un rametto di finocchietto selvatico (le estremità con i semi) e un pizzico di sale nell'acqua per cuocere le "ballotte" e così ho sempre fatto per anni e anche stavolta ho rispettato la tradizione.
Poi ho pensato di usare anche i ciuffi verdi del finocchietto selvatico che fino ad un paio di settimane fa si trovava nei campi e che io, provvidenzialmente, ho messo in freezer perché ormai fino a primavera non se ne riparla. Eventualmente si può sostituire con aneto fresco.
Ero indecisa fra zuppa e vellutata, ha vinto la vellutata, la zuppa con le castagne a tocchetti sarebbe stata più rustica, più contadina ma avrei dovuto lasciarla più liquida e le aringhe ci affogavano dentro, io invece me le vedevo a tocchetti adagiate elegantemente sopra ad una densa vellutata, quasi una purea. Le rape dolci? povere che più povere non si può, per un tocco di freschezza al piatto.....e allora....idea aggiudicata!
Ingredienti per 2 persone
300 g castagne cotte e spellate
1/2 cipolla dorata media
1/2 foglia di alloro
finocchietto selvatico, ciuffi verdi e infiorescenze e semi
brodo vegetale qb
olio evo, sale
una manciata di semi di finocchio selvatico
1 aringa argentata affumicata, sfilettata e ammollata in acqua e latte per 24h
latte e acqua qb
1 piccola rapa dolce
Incidere le castagne, cuocerle in acqua leggermente salata a cui è stato aggiunto un rametto di finocchio selvatico con infiorescenze e semi. Scolarle, spellarle e spezzettarle.
Rosolare la cipolla con la mezza foglia di alloro spezzata, aggiungere le castagne spezzettate, far insaporire e poi allungare con brodo vegetale, aggiungere alcuni ciuffi verdi di finocchietto selvatico, lasciar andare a fuoco dolce per una decina di minuti, salare poco.
Frullare, aggiungendo altro brodo fino a raggiungere la consistenza preferita.
Versare in ciotole mono porzione, posizionare alcuni tocchetti di aringa e una julienne di rapa cruda sopra alla vellutata. Irrorare con un filo d'olio a crudo, cospargere con semi di finocchio selvatico precedentemente tostati in padella antiaderente, qualche ciuffo di finocchietto fresco (se disponibile), annusare il profumo che si espande per casa e prepararsi all'assaggio.