Ristorante-enoteca gioiello, incastonato in quel di Camaiore, il cui patron e "cuciniere", come lui ama definirsi, Angelo Torcigliani, chiamato anche scherzosamente dagli amici "il vichingo del Gabberi" (dal monte delle vicine Alpi Apuane), porta nel dna marcatori emiliani indelebili e ricordi contadini toscani impossibili da sradicare, semmai integrati da un'ammirazione per certa cucina d'oltralpe, continua fonte di studio e di felice ispirazione.
Storia interessante quella della sua famiglia, osti, ristoratori e gastronomi da sempre. Angelo sceglie proprio il nome della trattoria del bisnonno per il suo bel ristorante con gradevole dehor estivo, attiguo alla storica gastronomia fondata dal padre Claudio. Rimando ad alcuni articoli di penne autorevoli, come quella dell'amico del vichingo, Marco Bellentani qui e qui e della giornalista enogastronomica Alessandra Meldolesi, articolo riportato sullo stesso sito del Merlo
Ma che c'entra il Merlo con Poverimabelliebuoni? C'entra....c'entra....basta leggere il mio precedente post sulla nostra comune esperienza al Caffè de La Versiliana, lunedì 27 luglio, PESCE SELVAGGINA E POESIA!
A conclusione dunque del bell'incontro "all'ombra dei pini dannunziani" come qualcuno ha scritto...ma dove? alle h 18.30 il sole, abbassandosi, filtrava inesorabile fra i pini, altro che ombra e noi si gocciolava vistosamente in diretta tv!! A parte questo (e le zanzare), è stato proprio un bell'incontro e una straordinaria esperienza, almeno per la sottoscritta e alla fine poi il sole ha ceduto, ha fatto il suo dovere ed è definitivamente tramontato con nostro grande sollievo.
Dicevo, a conclusione dell'appuntamento pietrasantino, ci rechiamo, mio marito ed io insieme al conduttore Claudio Sottili, a cena proprio al Merlo. Non era la prima volta che andavo al Merlo, apprezzo la cucina di Angelo da qualche anno ma era la prima volta nel bel giardino estivo.
Ci affidiamo totalmente alle scelte di Angelo, fermo restando l'imperativo di assaggiare il suo leggendario uovo fritto, decantato da uno spettatore, suo evidente estimatore, versiliano.
E il cuciniere vichingo ci accontenta, non prima di averci stuzzicato con qualche squisita fettina di culatello e gli ottimi crostini di paté di selvaggina che non eravamo riusciti neanche a vedere al buffet della Versiliana!
Concordiamo solo con l'impeccabile ed elegante sommelier e direttore di sala, Marco Lemmetti, l'indispensabile bollicina, a sua discrezione, celà va sans dire....e che ci arriva? Champagne Aubry brut, cuvée classique et oui! L'uovo fritto al tartufo con doppia panatura all'inglese lo merita, lo esige, lo impone!!
Parafrasando un noto comico toscano: "si vede il tartufo?" Si vede, si vede, si sente e si gode....un piatto che ti esplode in bocca, prima crocchia, poi si scioglie e poi ti profuma con fine persistenza. Sostanzioso e voluttuoso, godereccio e gourmet (e molto tecnico, prevede diversi passaggi che Angelo mi ha spiegato dettagliatamente ma non ho preso nota, ero totalmente rapita dalle intense sensazioni gustative). Misticanza d'accompagnamento da non sottovalutare, frutto dell'antico mestiere del raccoglitore!
A seguire, il primo dei due omaggi a Poverimabelliebuoni, anche se né povero né dimenticato ma azzurro sì: ventresca di tonno rosso siciliano, ratatouille di peperoni, daikon, fagiolini, germogli di sesamo e peperoncini gradevolmente piccanti. Se il primo era voluttuoso, questo potrebbe spiegare meravigliosamente cosa s'intende per "succulenza" : altro che acquolina alla bocca, salivazione a duemila e lucciconi agli occhi per l'emozione! E chissenefrega dello stile, condivido in modo viscerale ciò che mi appassiona e questo piatto mi ha fatto balzare dalla sedia! Tecnicamente impeccabile nella cottura quasi "au bleu" , con la crosticina di grassino abbrustolito al punto giusto che ti avvolge e ti unge il palato, ripulito dalle verdure e dal daikon e dall'Aubry! Avrei chiesto spudoratamente il bis....
Raviolini di ricotta ed erbi con burro di Pascoso e Parmigiano Reggiano Dop 36 mesi. Qui si gioca in casa, elogio alle radici emiliane con inserimento di ingredienti apuani come il burro e le erbe. Le paste ripiene non mancano mai nella carta del Merlo, frutto di sapienza ed abilità tramandate ad Angelo dalla mamma esperta sfoglina. Impeccabili ovviamente, senza se e senza ma, sfoglia fine e ricca, mantecatura generosa, ingredienti di prim'ordine, in perfetto equilibrio tra grassezza, avvolgenza, aromaticità ed acidità erbacea.
Si passa ad una singolare magnum di Lunae 2014 Colli di Luni Vermentino etichetta nera, profumatissimo e balsamico al naso, perfetto con la nota intensa della salvia dei raviolini; asciutto e minerale al palato, sgrassa, pulisce e predispone al secondo boccone e al terzo e al quarto....però non resisto a sorseggiare ancora un po' di champagne, e che ve lo dico a fa'? Un bel match ma il Vermentino tiene alta la testa grazie alla sua incredibile aromaticità. E regge pure la trippa di tonno in umido con capperi siciliani!
Piatto senza compromessi, per palati robusti, sapido e succoso, deciso e dalla consistenza appena tenace come deve essere una trippa!
Infine, la bocca esige una chiusura dolce, come si conviene. Puntuale, precisa e coerente arriva la proposta di Angelo: pesca melba con salsa ai lamponi, gelato alla vaniglia e scaglie di mandorle. Gradevole, sobria, fresca e gustosa, i dessert che io prediligo, che chiudono il pasto senza appesantire. L'infallibile Marco ci sorprende con un moscato rosa di Franz Haas, che riconosco immediatamente dall'etichetta anche se in parte celata dalla mano del sommelier, e faccio un figurone! Inutile dire che era perfetto sulla pesca melba, dolcemente ghiacciato al punto giusto per accompagnare il dessert semi-freddo. Chapeau Marco!
Foto di rito nella cucina di Angelo, prima di congedarci, con Claudio Sottili che, durante la serata ci ha deliziati con racconti e aneddoti sui suoi esordi a Radio Montecarlo, ma ancora prima, insospettabile imitatore e ce ne ha dato la prova proprio a tavola esibendosi con le voci di Fabrizi, Montesano e Corrado, semplicemente esilarate! Innumerevoli sono stati i personaggi che ha praticamente tenuto a battesimo, da Bocelli, a Panariello e Carlo Conti. Personaggio affabile, gradevole, preparato, simpatico e garbato, una compagnia piacevolissima che speriamo di avere presto con noi, ospite a casa nostra a Castiglioncello!!
Baci e abbracci e, letteralmente quasi "sull'uscio" della gastronomia, Angelo ci saluta omaggiandoci un sacchettino dei mitici cantuccini alle mandorle della mamma che ci stiamo centellinando da un paio di mattine a colazione, decisamente meritevoli della loro fama!!
Io ho contraccambiato con una copia di Pesce Per Mini Gourmet ma non l'ho immortalato, gli chiederò di farsi un selfie, il vichingo e il patapesce hahahahaha!!!