Cavolo! Che amarcord! Il mio risotto con i cavoli come protagonisti, secondo il tema odierno del Clan del risotto del venerdì, suscita un amarcord che mi porta indietro di vent'anni o forse anche qualcuno in più, probabilmente era il 1998, quando si svolse la prima edizione di Convivia a Bibbona, una bella manifestazione enogastronomica per le vie del delizioso borgo toscano. Fra gli espositori di vini e prodotti gastronomici e i ristoranti che proponevano i loro assaggi, c'era l'indimenticabile chef Luciano Zazzeri, che non si risparmiava mai quando si trattava di contribuire alla promozione dell'offerta gastronomica e turistica del suo territorio d'origine, partecipando con passione sia alle fiere del suo paese che ad eventi stellati in Italia e all'estero!
E' ancora perfettamente nitida nella mia memoria la fotografia di quella serata: all'interno di una cantina in pietra con il classico soffitto a volta, dove ora c'è un'enoteca, spiccava la figura di Luciano e alle sue spalle le "sue donne", la mamma e la zia sedute su degli scomodi sgabelli. Il piatto che lo chef mi fece assaggiare folgorò le mie papille gustative ancora ingenue, che stavano maturando piano piano, instancabili di studiare e di assaggiare. Erano dei semplici fagottini di verza con un ripieno di ricotta e calamari ma che gusto! Ricordo che mi spiegò pure come farli, lui amava condividere il suo sapere. E li feci poi a casa e glielo dissi quando in seguito tornai nel suo ristorante, La Pineta, sul litorale di Marina di Bibbona. Era molto contento. Fu la prima di tante idee di Luciano che replicai negli anni a venire.
Quanti ricordi.. quanto mi manca, quanto manca a tutti, quanto era amato da tutti. E' scomparso all'improvviso e in modo terribile tre anni fa, lasciando tutti attoniti e sgomenti. Qui il mio omaggio allo chef dopo il tragico evento. Ma voglio ricordarlo col sorriso, col suo sorriso sornione, sotto i baffi e con quella barba candida che lo distingueva e te lo faceva riconoscere anche da lontano! Con quel sorriso mentre ti raccontava i suoi divertenti aneddoti, mentre mi descriveva le caratteristiche di un pesce o mi spiegava una ricetta, o ancora mentre mi offriva quegli indimenticabili involtini di verza e calamari...
Nella versione risotto ho pensato di utilizzare un recente acquisto, il raffinato NEBBIA, riso carnaroli affumicato con legno di ciliegio dell'az. Gli Aironi , già provato appena arrivato con una crema di marroni che avevo in freezer e del lardo di cinta senese, una delizia! Ho giocato sia con le verze che con i calamari, dentro e fuori al risotto: le verze cotte e frullate, aggiunte in mantecatura e altre striscioline appena scottate in agrodolce con un tocco di cumino a profumare, che con le verze sta benissimo, non ho resistito, anche se Luciano non avrebbe approvato, non amava le spezie. Ho usato anche le interiora, pinne e testa di un calamaro più grande, cotto e frullato (su suggerimento di un membro del nostro clan, chef Simone Gambini, Azzighe Osteria a metà Livorno) da usare in mantecatura insieme alla crema di verze. I calamaretti spillo solo privati della penna e tostati brevemente, non ultimo: polvere di nero di seppia/calamaro sul risotto finito. Il gusto marcato vegetale delle verze, sostenuto dalla raffinata sfumatura affumicata del riso, a contrasto con il dolcino del calamaro funziona benissimo ovviamente. Ad arricchire e diversificare il gusto intervengono le striscioline di verze ancora croccanti con la loro nota acetosa e la sfumatura fresca aromatica del cumino. Anche il nero in polvere conferisce un'ulteriore spinta marina che richiama i molluschi. Un pizzico di peperoncino in polvere non guasta, se piace. Non l'ho messo sul risotto ma ho fatto una prova mentre lo stavo mangiando con il mio amato scotch bonnet, piccante medio e gusto elegante, ci stava molto bene.
RISOTTO AFFUMICATO, CAVOLO VERZA E CALAMARETTI
Ingredienti per 2 persone
200 g di cavolo verza
1 piccolo scalogno
1 spicchio d'aglio rosso di Sulmona
Piatto molto intrigante, Cristina. So bene quanto il quinto quarto possa aggiungere in sapidità e consistenza . La famosa seppia di Uliassi mi folgorò.
RispondiEliminagrazie carissima! E io so quanto anche tu apprezzi il quinto quarto di mare! Uliassi, un mito!!
EliminaLo trovo molto ben fatto e, come ti ho già scritto, come lavori tu il quinto quarto di mare non conosco nessun'altro, sei padrona della materia, si capisce che se fai una cosa sai benissimo quale sarà il risultato, e questo risotto è la dimostrazioe. Complimenti Cristina, e io ho imparato tanto grazie a te e al tuo gruppo. Sono contenta :)
RispondiEliminaGrazie mille Tamara, gentilissima. Anch'io sono molto contenta, soprattutto quando mi dici che grazie al risotto riesci a far mangiare delle cose a tuo marito delle cose che ha sempre rifiutato!!
EliminaLo trovo bellissimo anche se non userei mai le interiora del calamaro. Ma l’idea è grandiosa.
RispondiEliminaHo del nero in freezer ma non ha più il sacchetto. Posso farlo cuocere lo stesso? Come?
Stavolta sono riuscita a partecipare... alle 21.50! /-:
Ecco qui: http://pellegrinablog.blogspot.com/2022/02/se-il-kuwait-avesse-prodotto-broccoli.html
le interiora degli animali non piacciono a tutti..peggio per voi!! hahahahaha
EliminaSe devi usare il nero per tingere una pasta o un riso, devi farlo decongelare completamente altrimenti non tinge. Se invece vuoi fare la polvere, puoi metterlo anche da congelato in una terrina e lo passi in forno, magari appena ammorbidisce cerchi di stenderlo un po' per velocizzare. il link l'ho condiviso ieri sera nel clan. Grazie per la partecipazione e per averci raccontato l'aneddoto dei broccoli e Bush!