domenica 16 novembre 2014

MICHELE MALTINTI E IL PESCE DELLO SCOLAPASTA, CASTIGLIONCELLO


Sono nata a pochi chilometri da Milano eppure sono salita sul tetto del Duomo ad ammirare da vicino la Madunina e il profilo delle Alpi, che si può godere nelle belle giornate terse invernali, che avevo più di vent'anni.
Abito in Toscana da venticinque anni, sulla costa livornese, a breve distanza da Pisa, e non sono mai salita sulla Torre Pendente!
Tutto ciò semplicemente per dire che troppo spesso, disertiamo luoghi vicini e le cose di casa, attratti dal fascino del nuovo e del remoto.
Il parallelo con il ristorante Lo Scolapasta di Castiglioncello forse è eccessivo ma calza abbastanza, è vicino casa, ci passo davanti quasi ogni giorno, ci sono stata diverse volte ma è passato  troppo tempo dall'ultima volta!
Conosco lo chef Michele Maltinti e la sua famiglia praticamente da quando ho iniziato a frequentare la deliziosa località dove poi mi sono trasferita. Ricordo le gradevoli serate estive in riva al mare nel loro primo ristorante, l'Etruria, dove il pesce non era fresco, era vivo! Dove il mitico babbo Cilano, scomparso qualche anno fa,  ti raccontava come e dove l'aveva pescato e gli brillavano gli occhi per l'emozione. Mamma, sorella e zia in cucina, come nelle migliori tradizioni.
 
 
Michele è nato e cresciuto sul mare, respirava iodio e salmastro ancora in fasce e da ragazzino usciva prestissimo in barca con il babbo e gli amici pescatori, quelli che poi si ritrovavano al Porticciolo, circondati da attori e personaggi unici che avranno un impatto importante sulla sensibilità del ragazzo. 
Sono proprio le emozioni vissute in quegli anni, soprattutto quelle in mare, che si imprimono nella sua memoria e che poi da adulto riprodurrà nei suoi piatti: vede il pesce con occhi diversi, impara a conoscerlo, ad apprezzarlo, ne ammira i colori vivi appena pescato, colori che non si ritrovano più dopo poche ore, scopre nelle reti tante varietà e la bellezza di quei colori. Ricorda sapori forti, unici come le  uova prelevate da astici vivi appena tolti dall’acqua e mangiate in barca, come pure  le cicale crude o i ricci di mare.
 
 
Nel dicembre ’88 i genitori si trasferiscono all’attuale Scolapasta. Lavora in sala fino al 2000 poi inizia ad interessarsi alla cucina, alle materie prime, agli ingredienti di qualità, suggerisce nuovi piatti ma solo a livello teorico non ancora pratico. Dal 2006 entra definitivamente come chef in cucina.

E' autodidatta, ricerca costantemente, studia sui libri, legge gli autori classici, viaggia, frequenta locali stellati, è molto vicino alla filosofia dell'amico chef-pescatore Luciano Zazzeri de La Pineta di Bibbona. Lavora  i tonni interi, appena pescati anche da lui stesso, e ne usa ogni parte, come Pomata e Chiaromonte. Guarda il grande maestro Marchesi, i grandi chef francesi, prova e riprova per trovare la sua strada.

Carattere estroso, tenace e pignolo, adora il suo lavoro e cerca di ottenere la massima soddisfazione in quello che realizza. Intende riprodurre  quei colori e quei sapori di mare veri a lui cari , con le tecniche moderne e con l'attenzione rivolta anche  alla praticità e alla tempistica dell’esecuzione all’interno del locale. Le idee vengono  dalle cassette dei pesci che si muovono ancora, il menu lo fa il mare. (io stessa ho assistito all'arrivo del pescatore con cassette da cui guizzavano gamberi meravigliosi e polpi che quasi sgusciavano fuori strisciando).  Usa cotture sottovuoto a bassa temperatura, olio cottura, vaso cottura, fritture con farina di riso macinata a pietra,  salatura e affumicatura e tante altre tecniche volte all'ottenimento del risultato ottimale.

 
La sua cucina è sincera, dai  sapori mediterranei e il più possibile rispettosa del territorio che lo circonda. Ricerca con grande scrupolosità le migliori materie prime,  dalle farine per la panificazione, agli oli extra vergine, cioccolato, caffè e vini naturalmente di cui è grande appassionato!
 
Quella che segue è una carrellata di piatti, esempio della cucina di Michele, che ho immortalato in due occasioni, non mi sono mangiata tutta 'sta roba in una volta sola!! Alcune foto dei suoi bellissimi piatti-quadri erano rimaste in archivio da marzo, è ora di tirarle fuori e condividerle!! Sperando di farmi perdonare per aver fatto passare tutto questo tempo dall'ultima volta che sono andata a trovarlo. 

Bravo Michele! Continua così, noi castiglioncellesi siamo orgogliosi di te!

I crudi, il suo fiore all'occhiello:


piccole tartare di tracina, occhiata e palamita con scalogni, sedano, finocchi, misticanza, emulsione d'olio evo al lime (che sinfonia....che sinfonia...di mare naturalmente!)


 
tartare di  dentice e parago, olio sale, pepe, scalogno, fiori di rosmarino (l'impiattamento gliel'ho copiato più volte, senza la testa però, solo la codina e con la sue pelle, sempre secondo Michele, vedi BATTUTA DI PALAMITA E FINOCCHI ALL'ARANCIA)
 
Zuppetta di crudi: gamberi biondi, filetti di pesce bianco, julienne di calamari e ostriche "verte" in acqua di ostriche, gocce di emulsione d'olio e lime. Bell'idea, dal gusto fresco e particolare, in fase di perfezionamento nel dosaggio del liquido.
 
Il pane fatto in casa dello Scolapasta: pane scuro da miscela di farine "pane campagna" di Antico Molino Rosso, pane bianco in cassetta con farina al germe di grano, l'azzimo ai multicereali e semi di papavero e un classico casalingo a lievitazione naturale, cotto a legna del panificio La Madia di Rosignano S.
 
La selezione dei vini spazia in tutta Italia con attenzione ai vini regionali e locali, Bolgheri in primis ma anche tutta la Costa degli Etruschi, non mancano ottimi spumanti italiani e champagne nonché importanti etichette francesi come i grandi bianchi di  Burgogne e Chablis.
 
Il solerte Francesco "pesca" nella cantinetta dei vini
 
 
Coerenti, giochiamo in casa, un gradevole, fresco vermentino Sada, Casale Marittimo e l'olio della Tenuta San Quirico di Rosignano Marittimo
 

Antipasti  caldi:  seppia spadellata alla salvia e il suo nero, bella, gustosa e saporita
 
 
Fantasia di mare al vapore, purea di finocchi all'acqua di cozze, gocce di pomodoro e pesto di basilico (delizioso e delicato, coreografico e raffinato nella composizione)
 
 
 Ravioli di ottima pasta fresca ripieni di San Pietro e patate, al burro e salvia, ripieno "pieno" ed elegante,  ben insaporiti dal condimento. Che altro?
 

Ottime e dal gusto classico, intramontabile, le finissime tagliatelle di pasta fresca con ragù bianco di triglie

 
Una forchettata anche di squisiti tagliolini all'uovo e uova di muggine con origano fresco perché Michele sa che io vado matta per le uova di pesce!
 
 
 
Trancio di cernia in olio cottura con pomodorini e alloro (il mare nel piatto, cottura impeccabile!)
 
 
Come dice il mio amico Maggi di Vigna Ilaria, "da sbattere la testa nel muro": calamaretti spillo grigliati alla perfezione (prima pastorizzati sottovuoto 10' a 85° C per un'adeguata conservazione) con quel sentore netto di griglia leggermente amarognolo che contrasta con la dolcezza del calamaro e ciliegina sulla torta: una tartare di gamberi rossi e origano fresco che anche se pensi non c'entrino nulla, ci stanno d'incanto e non ti importa di nient'altro, oh yeah! la cornice verde è una crema di zucchine e i pois rosso-arancio, crema di pomodoro
 
 
Il pesce della foto sopra che sembra un cartone animato: il cappone cipolla, cappone di fondale meno conosciuto e per questo molto conveniente nel prezzo. Finito degnamente in una frittura da manuale, servita con la sua lisca, pure fritta, che si può sgranocchiare allegramente!


E siamo arrivati in fondo! Un pranzo che si rispetti non può terminare che in dolcezza, in questo caso con una degustazione di dolci golosi e leggeri: mousse di ricotta e coulis di corbezzolo di Castelnuovo M.ia, Tortina di pere e pinoli con polvere di cacao,  cremoso al cioccolato bianco e gianduia, salsa al cacao, mandorle caramellate, soufflé di castagne, salsa di cachi.

E i suoi sorbetti, sempre secondo stagione, questi quelli di marzo, fragola, mandrino e limone,  invece il quartetto sopra è inequivocabilmente autunnale


 
Caffè selezione Trinci, opto per un impronunciabile Huehuetenango del Guatemala



La lavagna del menu

 
L'originale apparecchiatura
 

 
E l'immancabile foto ricordo!































 


 
 


 

 
 

5 commenti:

  1. Ne farò tesoro... tra poco diventerò un'assidua freguentarcie di Castiglioncello 😊 per molti molti mesi

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  2. Sogno o son desta?
    Ma che bontà, che arte! Un paradiso per gli occhi e per la pancia.
    Organizzerò una gita fuori porta a Milano, solo per questo ristorante!
    :*

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  3. Michele è grande, unico, la sua filosofia in cucina è semplicemente poesia!

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  4. Complimenti allo chef. Castiglioncello sta acquisendo valore, quel ristorante e' sulla via di una stellina :-)
    E brava tu, belle foto :-)

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  5. è un bell'iniziare la settimana con questa carrellata di prelibatezze! ...ma prima o poi verrò anche a Castiglioncello :))))

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