Ci sono piatti che ricordano luoghi, persone, momenti, questo è uno di quelli, mi riporta indietro di quasi trent'anni, mi piacerebbe scrivere che ero una bimbetta invece ero già ragazza, e già interessata alla cucina.
La nonna paterna che viveva con noi, era molto anziana e allettata, c'era bisogno di aiuto, dopo un paio di fallimenti con finte badanti, arrivò Elena, una donna massiccia, energica, di Milazzo, a cui tutti ci affezionammo subito.
E con Elena arrivarono i profumi e i sapori della Sicilia, ne ho già parlato in uno dei miei primi post LA CHARLOTTE DI ALICI. I suoi piatti sono entrati nella nostra dieta e sono rimasti anche dopo che lei lasciò la nostra casa in seguito alla scomparsa della nonna. Inutile sottolineare che uno dei protagonisti di tali piatti è proprio il pesce spada.
Eppure la ricetta di Elena giaceva nel dimenticatoio.
Qualche giorno fa, ciacolando con una simpatica milanese in riva al mare, salta fuori che la sera avrebbe cucinato il pesce spada secondo una ricetta trovata su una rivista che prevedeva una panatura con le mandorle.
"fai la foto mi raccomando che poi la metto sul blog!"
"se....non ce l'ho nemmeno la macchina fotografica"
Non sono così in confidenza da autoinvitarmi per realizzare il servizio fotografico!*
Avevo anch'io un bel trancio di pesce spada per la sera, però pensavo di cucinarlo in modo sbrigativo, saltato in padella con due erbette aromatiche, un'insalatina e stop, quasi da dieta.
Invece il tarlo incomincia a rodere, mentre salgo la scalinata che dalla baia porta alla strada, passo mentalmente in rassegna gli ingredienti che ho in frigorifero e improvvisamente penso al buon vecchio spada alla siciliana di Elena che ho cucinato spesso e da tanto tempo ormai abbandonato per elaborazioni più contemporanee.
Qui si potrebbe aprire una bella parentesi: non c'è innovazione senza la conoscenza della tradizione, nessuno inventa niente, la cucina è recupero, elaborazione, evoluzione delle conoscenze.
Ora forse mi son tirata la zappa sui piedi da sola, uno si aspetterebbe una rielaborazione in chiave modernista del pesce spada alla siciliana, niente di tutto ciò, avevo intenzione di riprodurlo fedelmente, ho dovuto fare un piccolo cambiamento perchè, incredibile ma vero, ero rimasta senza pomodori!! L'ho fatto in bianco e ho aggiunto un ingrediente che non c'è nell'originale, le olive, abbastanza coerenti direi no?
L'ho chiamato DARNA perchè fa più fino di TRANCIO, vero?
L'ho chiamato DARNA perchè fa più fino di TRANCIO, vero?
trancio di pesce spada
farina bianca
mezzo bicchiere di vino bianco
aglio, capperi sotto sale, sedano, olive (io ho usato le taggiasche)
olio extravergine d'oliva
Affettare finemente aglio e sedano, farli rosolare con un po' d'olio e allungare con un po' d'acqua calda in modo che non arrostiscano troppo, aggiungere i capperi leggermente dissalati in acqua, e da ultimo le olive.
A parte rosolare in un filo d'olio le fette di spada precedentemente infarinate, farle dorare e poi trasferirle nel sughetto, alzare la fiamma, sfumare col vino bianco, salare leggermente in considerazione dell'aggiunta di capperi salati e completare la cottura coprendo la padella in modo che il sughetto non asciughi troppo (a seconda dello spessore della fetta, dai 5 ai 10 min max.)
* Marinella, questo il nome della simpatica milanese, il giorno successivo, oltre ad aggiornarmi sulla riuscita del piatto, confermata dalle espressioni goduriose del marito, mi ha portato la foto della rivista, anche quella è assolutamente da fare, prima o poi.....
Favoloso!Profumato, saporito, croccante .. ma del resto, come cucini il pesce tu .. bravissima!Un bacio
RispondiEliminaInteressante. Anche la foto e' appetitosa....
RispondiEliminaun modo buonissimo per esaltare lo spada.. me lo segno subito..
RispondiEliminaciao
La linearità della nostra cucina 'famigliare' inteso come bagaglio culturale che ognuno porta dentro di se come ricordo di qualche genrazione fa, ma anche meno, è la base costituente di quello che faremo, della complessità che avremo nel gusto...ma soprattutto del grado di sensibilità che abbiamo maturato per certi valori...la cucina è fortunatamente uno di quelli! :)
RispondiEliminaUna frase da incorniciare, cara Cri: "non c'è innovazione senza la conoscenza della tradizione, nessuno inventa niente, la cucina è recupero, elaborazione, evoluzione delle conoscenze."
RispondiEliminaSono completamente d'accordo!!!
Così come mi piace questa ricetta (che purtroppo non potrei riprodurre fedelmente per una fastidiosa intolleranza al sedano), anche senza pomodori!
ma per una blogger ermetica come me devi fare i riassunti a fine pagina...
RispondiEliminaBUONO!!!!
Bollettino medico: da febbre a 35 e 8...
Grazie a tutti per la considerazione e le considerazioni...
RispondiElimina@Mapi, peccato per il sedano perchè è proprio quello che fa la differenza
@Enrica, tu fai parlare le foto, io devo lavorare un po' di più sulle parole ;-)
certe persone e le loro ricette ti restano nel cuore o servono da ispirazione :)
RispondiEliminabuono questo tracio di spada :P chiamarlo darna mi fa una brutta impressione eh eh eh
buon we