La rana pescatrice, o meglio coda di rospo in questo caso, mi ispira sempre tantissimo, come ho già scritto, è un pesce molto versatile in cucina.
Non è facile da pulire, soprattutto da spellare ma a questo ci pensa la mia pescheria del cuore Punto Mare che si diverte a seguire le preparazioni di Poverimabelliebuoni e mi vizia letteralmente da anni, ma anch'io dò loro soddisfazione, li cito e li ringrazio spesso e li ho persino immortalati qui
Per una serie di coincidenze ed associazioni mentali, in questo ultimo periodo, l'ispirazione mi porta nella direzione della declinazione dei miei pesci "alla romana", che notoriamente consiste in preparazioni carnivore.
Si va a momenti, come gli artisti che seguono dei filoni tematici periodici; del resto cucinare è anche un atto creativo, anche se non tutti considerano la cucina un'arte vera e propria ma più artigianalità, ma non entriamo in questo ginepraio gastro-filosofico.
Insomma, mi è presa così: dopo i recenti baccalà all'amatriciana, pollock di seppie con salsa alla carbonara, saltimbocca di pescatrice alla romana (una cacio pepe e acciughe invece, compare da tempo sul blog, se qualcuno se lo stesse chiedendo) ora tocca alla vaccinara, perché la "coda" di rospo non poteva non finire cucinata anche in quel modo!
Ho letto molto sull'origine di questo piatto e sulle sue innumerevoli versioni e a tale proposito vi segnalo questo interessante articolo sul sito Aifb a cui mi sono ispirata per la mia elaborazione.
Trasportare la ricetta di uno stufato di carne che comporta diverse ore di cottura, su un piatto di pesce che invece richiede poco tempo, comporta alcuni adattamenti naturalmente. Ho ridotto al minimo non solo i tempi di cottura ma anche l'uso degli aromi e soprattutto le aggiunte e le modifiche che ingentilivano la versione originaria più antica e semplice che consisteva in un umido caratterizzato da tanto pomodoro e sedano. Il protagonista era un taglio del quinto quarto bovino, che spettava ai "vaccinari" addetti alla macellazione degli animali del mattatoio di Roma, ovvero la coda, muscolo nervoso e coriaceo che si addomesticava con lunghe ora di cottura appunto.
Il piatto è stato successivamente proposto anche sulle tavole borghesi, addomesticato con aromi e spezie, uvette, pinoli e cacao per coprire il gusto animale troppo marcato per i palati fini.
Ovviamente la carne della coda di rospo non ha niente a che vedere con la consistenza della coda di bue, è morbida nella sua struttura e delicata al gusto, quindi non è necessario addomesticarla, ho usato pertanto solo pomodoro e tanto sedano che pare l'elemento imprescindibile per la coda alla vaccinara, più che i vari orpelli borghesizzanti. Non ho resistito però a provare i chiodi di garofano che ho trovato in varie ricette, di cui ero scettica per la mia versione pesciosa e invece sono rimasta sorpresa del risultato. Offrono una sfumatura aromatica elegante, se ben dosati. Ne è uscito dunque un umido profumato, succulento e saporito da scarpettare come se non ci fosse un domani!
L'unico guizzo creativo che mi sono concessa, la cosiddetta zampata gallitiana sono i riccioli di sedano crudo che sono molto divertenti e aggiungono una piacevole freschezza e croccantezza
CODA DI ROSPO ALLA VACCINARA
400-450 g di coda di rospo spellata e tagliata in tranci con l'osso centrale
20 g di guanciale
2 cucchiai abbondanti di trito di cipolla dorata, aglio e le parti finali di sedano privati delle foglie
2 chiodi di garofano
2 foglie piccole d'alloro fresco, spezzate da un lato
250 g di salsa di pomodoro Mediterranea Belfiore
50 ml di vino bianco secco
olio evo
fecola di patate o farina 0
300 g di cuore di sedano verde tagliato a tocchetti + 1 gambo di sedano intero per i riccioli
acqua, limone e ghiaccio
sale, pepe nero di mulinello
Mondare, lavare e tagliare a julienne finissima un gambo tenero di sedano. Mettere le striscioline ad arricciare in acqua e ghiaccio fino all'utilizzo.
Infarinare i tranci con farina o fecola di patate. Rosolare in un po' d'olio il trito di verdure con l'alloro, i chiodi di garofano e il guanciale affettato finemente. Far stufare qualche minuto, unire i tranci di pescatrice, rosolare a fuoco vivace da ogni lato, sfumare con un po' di vino bianco, infine versare la salsa di pomodoro calda, cuocere con coperchio a fuoco medio per 10-15 minuti. Salare. Nel frattempo lavare bene il sedano, tagliarlo a tocchetti, sbianchirlo pochi minuti in acqua bollente, infine aggiungerlo al sughetto e continuare la cottura per altri 10 minuti. Regolare di sale e pepe macinato al momento, unire un goccio d'olio a crudo, prelevare i chiodi di garofano. Servire in fondine o ciotole cosparso di riccioli di sedano.
Prevedere abbondante pane, preferibilmente casereccio, per la scarpetta!!
Non l’avevo mai sentita in versione pesce, interessante! Buon week end
RispondiEliminanemmeno io, infatti me la sono inventata! :-D grazie e buon weekend anche a te!
EliminaEh, questa propensione per il quinto quarto romano (-:.
RispondiEliminaLa pescatrice sa essere tenace, la si vede bene con il guazzetto e il tocco del sedano.
La coda di bue mi piace ma al contrario della pescatrice non mi è ancora capitato di cucinarla. Ignoravo che nella ricetta si mettesse pure del cacao! Invece ho visto recentemente in un menu dei ravioli farciti di coda alla vaccinara (quindi non al sugo, ma proprio farciti. Forse li reggerebbe anche la tua pescatrice!
ne mancano ancora due di ricette con la pescatrice ma non "alla romana" ;-)
Eliminaravioli farciti di coda alla vaccinara..chissà che bontà!!
Puoi ben dirlo, anche se non li ho ancora assaggiati.
EliminaAspetto le due ricette della pescatrice perché è un pesce che al momento si trova spesso: sarà di stagione?