venerdì 28 febbraio 2025

RISOTTO AL RADICCHIO TARDIVO DI TREVISO, BACCALA' E AGLIO NERO

 

Qualche giorno fa, guardando una puntata di 4 ristoranti con Alessandro Borghese, ambientata a Treviso, il piatto "special" scelto dallo chef conduttore del programma, era proprio il risotto al radicchio, che ogni ristorante aveva reinterpretato con tocchi personali.  

Normalmente cuocio il radicchio su una bistecchiera in ghisa e lo uso per accompagnare carne bianca o pesce, anche il baccalà. Mi si è accesa la lampadina!! Radicchio e baccalà! Aggiudicato.

Infine, vedo un amico che pubblica un risotto con aglio nero e radicchio. Niente male come idea! L'aglio nero sta bene anche sul baccalà. E dopo averlo assaggiato, ne ho avuto conferma. Offre una sfumatura dolce che sposa sia il sapido del baccalà che l'amarognolo del radicchio e ne approfondisce il gusto. 

Ne ho fatte due versioni: la prima col baccalà anche dentro al risotto. La seconda senza e mi è piaciuta di più perché il risotto era puro radicchio e c'era più contrasto col baccalà sopra e la polvere d'aglio nero, deliziosa, piuttosto che una salsa, che sarebbe stata più invasiva.


RISOTTO AL RADICCHIO TARDIVO DI TREVISO, BACCALA' E AGLIO NERO

160 g di riso Sant'andrea Cascina Alberona
20 g di cipolla di Tropea
300-350 g di radicchio tardivo di Treviso igp
brodo di verdura qb
olio evo
sale fino
50 g di baccalà già ammollato
pepe Assam
aglio nero in polvere

Lavare ed asciugare il radicchio, tagliarlo nel senso della lunghezza in quattro spicchi, mettere da parte qualche fogliolina. Far arrostire il radicchio su una piastra/bistecchiera velata d'olio fino a che sarà ben tenero, facendo attenzione a non farlo bruciacchiare. Deve arrostire dolcemente. Una volta cotto, trasferire  il radicchio su un piatto, abbattere di temperatura passandolo 5 minuti in freezer. Infine frullarne 2/3 con un po' d'acqua e un filino d'olio. Tagliare a striscioline la rimanenza e tenere da parte. 

Tagliare a fettine sottili il baccalà crudo e qualche fogliolina di radicchio crudo. Mescolare e condire con olio evo, pepe Assam macinato al momento. 

In una casseruola far stufare la cipolla tritata in un filino d'olio e acqua. Toglierla dalla casseruola e metterla da parte. Tostare il riso nel fondo della cipolla per un paio di minuti, aggiungere la cipolla, far insaporire bene, unire acqua bollente e iniziare la cottura.

 Negli ultimi 5-6  minuti, unire la crema di radicchio riscaldata e le striscioline cotte. Regolare di sale. Spegnere un paio di minuti prima della fine della cottura ottimale. Togliere dal fuoco. Lasciar intiepidire il risotto coperto con un canovaccio pulito. Mantecare con olio evo. Altro riposino di qualche minuto e poi servire distendendolo bene nel piatto. Sopra al risotto posizionare l'insalatina di baccalà crudo e radicchio. Cospargere con polvere di aglio nero 



venerdì 14 febbraio 2025

RISOTTO CON MARATELLI, ACCIUGHE E LIMONE PER SAN VALENTINO

 


Finalmente ho provato la storica varietà MARATELLI!! Ne avevo letto e ne avevo sentito parlare durante il corso di sommelier del riso a Firenze, lo scorso anno, ma ancora non l'avevo incontrato sul mio percorso. L'incontro è avvenuto a Taste a Firenze lo scorso lunedì. Inutile dire che sono tornata con la mia bella confezione di riso da provare. 

Il riso MARATELLI è una varietà di riso medio,  che prende il nome dal suo scopritore, il  cav. Mario Maratelli. Questo riso, nato da ibridazione naturale, viene scoperto e selezionato da Maratelli nel 1914, nella sua azienda ad  Asigliano Vercellese, da lui condotta fino agli anni '50.  

La voglia di mantenere vive le tradizioni di famiglia spingono, oggi, Vittorina, nipote di Mario Maratelli, a gestire l’azienda seguendo i valori e gli insegnamenti tramandati dal nonno.



L’Azienda Riso Maratelli 1914 S.r.l.s. controlla scrupolosamente ogni fase della lavorazione. Ogni elemento della filiera viene verificato e scelto al fine di garantire la qualità totale del prodotto. 
La trasformazione del riso grezzo in riso bianco avviene mediante sbiancatrici tipo “Amburgo” Minghetti, le quali impartiscono una lavorazione a pietra di secondo grado lenta e delicata, le uniche in grado di fornire lo standard qualitativo ricercato.
Con questo antico metodo di lavorazione, il riso viene soltanto accarezzato; la qualità del chicco viene mantenuta integra, conservando tutte le proprietà organolettiche e nutrizionali contenute negli strati più esterni.
Attraverso questa leggera abrasione la gemma rimane accorpata naturalmente al chicco e il riso assume un colore ambrato; questa colorazione è garanzia di qualità del chicco, più integro e uniforme, e quindi più naturale e più sano al tempo stesso, con una eccezionale tenuta alla cottura.

All'apparenza è piccolo ma, grazie alla struttura della sua perla, come mi spiegano allo stand, ha la capacità di assorbire molto i liquidi e i condimenti e, in cottura, diventa molto grande. Nello stesso tempo ha un ottimo contenuto di amilosio e una perfetta tenuta di cottura. 

Volevo provarlo su un risotto classico, semplice, senza creme o formaggi, per capire bene la resa. Guarda caso, quest'anno San Valentino cade proprio di venerdì! Come si fa a non risottare? Ma che risotto faccio a San Valentino per il mio amore? Voleva un risotto di mare ma il giorno prima eravamo fuori e ha preso gli spaghetti allo scoglio, sarebbe stato ripetitivo. Ero incuriosita da un risotto pompelmo e gamberi e avrei formato un cuoricino con i gamberi, che avevo già sperimentato, e sono molto coreografici ma lui ha preferito le acciughe! 
Allora sfrutto una ricetta che ho già sul blog: risotto allo champagne e acqua di limone con perle d'acciughe, ma lo semplifico e, soprattutto, gli dò una veste diversa




RISOTTO CON MARATELLI, ACCIUGHE E LIMONE

Per 2 pesone

160 g di riso Maratelli
2 acciughe sotto sale
1 spicchietto d'aglio
2 limoni non trattati
3-4 foglie di limone non trattate
200 g ca di acciughe fresche
farina di mandorle e farina di mais (o pan grattato) qb
foglie d'alloro fresche
olio evo
burro, parmigiano grattugiato, sale fino
finocchietto selvatico fresco, fiori di finocchietto essiccati

12 h prima preparate l'acqua di limone, mettendo in infusione le bucce di 1 limone e 3-4  foglie in 1 litro d'acqua calda. Poi portate a bollore al momento della cottura del riso 

Pulite le acciughe, dividetele  in due i filetti, togliendo anche la coda e la pinnetta dorsale, tranne 4 acciughe, a cui lascerete la codina per formare i cuori da mettere sopra al risotto. 
Tritate la maggior parte dei filetti e mettete da parte. Con le quattro rimaste, formate dei cuoricini dividendo l'acciuga a metà, mantenendo i due filetti attaccati per la coda, fermate le estremità con dei pezzetti di stuzzicadenti. Spennellate d'olio una teglia da forno, disponete qualche foglia di alloro sulla teglia, posizionate quindi i filetti sopra le foglie, cospargete con un mix di farina di mandorle e farina di mais (o pan grattato), scorza di limone grattugiata e fiori di finocchietto. Irrorate con un filo d'olio, cospargete anche con un po' di sale fino e infornate a 180° C per 7-8 minuti, mentre il riso sarà in cottura. 

Sbucciate e schiacciate lo spicchio d'aglio. Fatelo andare dolcemente in una casseruola con un filo d'olio evo,  i filetti d'acciughe ben dissalati,  e un pochino di acqua calda. Quando le acciughe si saranno ben sciolte, togliete l'aglio. Aggiungete il riso, fatelo tostare bene, poi iniziate la cottura aggiungendo l'acqua di limone. A 5-6 minuti dalla fine della cottura ottimale, unite le acciughe tagliate a pezzettini, completate la cottura, aggiungendo alla fine il succo di mezzo limone e una manciata di scorza grattugiata. Assaggiate, regolate di sale. Spegnete, togliete dal fuoco, fate riposare un minuto o due, infine mantecate con una generosa noce di burro  un po' di parmigiano. Lasciate riposare ancora qualche minuto. Infine impiattate, posizionate sopra al risotto uno o due cuoricini gratinati in forno (privati dello stuzzicadente), e tutt' intorno qualche fogliolina di finocchietto fresco e altra scorza di limone grattugiata. 

Mi è piaciuta molto la consistenza del riso, è carnoso ma anche consistente al morso e con una tenuta notevole. Sicuramente dopo la fase di mantecatura ha bisogno di un lungo riposo. Noi, normalmente, ci serviamo il risotto in due tempi. Il secondo round è quasi sempre il migliore, perché riposa in pentola più a lungo. Cerco sempre di calcolare, infatti,  tempi di cottura molto indietro, proprio per poi lasciar riposare il risotto più a lungo ma ogni varietà ha i suoi tempi. Lasciarne in pentola un pochino e vedere come si comporta è sempre un ottimo test!!


giovedì 6 febbraio 2025

RISOTTO ALLA RAPA BIANCA

 


Povere rape, non le considera nessuno! Nel nostro panorama gastronomico sembrano più sfigate dei finocchi (non per me però, né i finocchi, né le rape!!), relegate ad essere usate per definire qualcosa o qualcuno di poco valore o con poco cervello: "Testa di rapa" "valere quanto una rapa" "Non si cava il sangue dalle rape"...
A me piacciono tantissimo, sia crude che cotte e non è vero che sono insipide, hanno un gusto ben definito, vegetale dolce/amaro da cotte, piccantino da crude


Ho qualche ricetta nel blog : una VELLUTATA DI RAPA BIANCA CON ARINGHE AFFUMICATE E
SMØRREBRØD in stile nordico e un risotto che la riecheggia ma con sostituzioni più mediterranee : RISOTTO ALLA RAPA BIANCA E ANETO, CEFALO AFFUMICATO E CIPOLLA CARAMELLATA ALL'ARANCIA

Stavolta, è un risotto super semplice. La rapa è l'unica protagonista. Ho usato sia il tubero, cotto e crudo, che le sue foglie cotte. Molto gustoso e piacevole e ho reso merito alla povera rapa!!

RISOTTO ALLA RAPA BIANCA


170 g di riso MAGNUS Riso Rizzotti
200 g di rapa bianca (peso netto) + 40 g ca (grattugiate a crudo)
20 g di cipolla bianca
1/2 cucchiaino di semi di cumino
olio evo
un mazzo di foglie di rape
1 spicchio d'aglio
2-3 filetti d'acciughe dissalati
peperoncino
arancia non trattata

grappa bianca


Per la crema di rapa, ho stufato le rape affettate finemente con la cipolla bianca e i semi di cumino. Frullato tutto con un pochino d'olio e regolato di sale.

Ho lavato bene le foglie, eliminando le coste più dure delle foglie più esterne. Le ho fatte cuocere in padella con un filino d'olio evo, uno spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato, 2 filetti d'acciughe già dissalati, un pizzico di peperoncino e una spruzzata di succo d'arancia.

Ho avviato il risotto facendo tostare il riso con un filino d'olio, ho sfumato con un po' di grappa bianca, salato leggermente e portato a cottura solo con acqua bollente. A ca 5-6 minuti dalla fine, ho unito la crema  di rapa riscaldata. Regolato di sale, senza esagerare perché poi le foglie saltate con l'acciuga daranno una bella spinta. 

Mantecato con olio evo. Messo nel piatto e completato con le foglie saltate, riscaldate al momento, e la rapa cruda grattugiata direttamente sopra al risotto.



HANNO ABBOCCATO ALL'AMO