venerdì 3 novembre 2023

RISOTTO MI -TO

 


Non è semplice riprodurre un cocktail in un piatto...l'avevamo affrontato con un Mtchallenge molto stimolante. Ci ho riprovato col risotto. Il cocktail che ho scelto è il Milano-Torino, ovvero un cocktail preparato con Campari, bitter di Milano e Punt e Mes, vermouth di Torino. E' il progenitore dell'americano e di conseguenza anche del Negroni. Cocktail amaricanti, che mi piacciono molto perché  il mio gusto è bitter!!

Mi sono divertita ad inserire altri riferimenti a Milano e Torino: lo zafferano e le acciughe al bagnet vert, cioè in salsa verde, antipasto classico torinese e piemontese in genere. Non manca la fetta d'arancia che non manca mai neanche nel cocktail.

Per un grande cocktail, ho usato un grande riso: Carnaroli Gran Riserva Cascina Alberona, stagionato 24 mesi. Tenuta eccellente, qualità sopraffina!!


Il risultato è stato molto soddisfacente, devo dire che sia il vermouth che il campari risultano ben protagonisti. Per esigenze cromatiche, ho usato un vermouth bianco, perché il punt e mes è rosso cupo, volevo creare un contrasto di colore con il bel rosso vivo del Campari.  Avrei potuto lasciare il risotto bianco ma lo zafferano gli ha dato ancora più carattere, oltre che colore. Il gusto tende al dolce, basta aggiustarelo con una spruzzata di succo d'arancia e limone.


RISOTTO MI TO

160 g di riso carnaroli Gran riserva Cascina Alberona

30 g di scalogno

200 ml di vermouth bianco di Torino Antica Distilleria Quaglia

150 ml di Campari

Arancia, scorza e succo

Succo di limone

Burro e olio evo qb

Agar agar

Acqua

Brodo di verdura leggero qb

½ bustina di Zafferano in polvere Altopiano di Navelli

Sale

3-4 Acciughe sotto sale

Olio evo, aceto di vino bianco, prezzemolo, aglio in polvere

Dissalare le acciughe mettendole a bagno con aceto bianco, sciacquarle, togliere la lisca, aprirle a libro, tamponarle con carta scottex, disporle in un contenitore, marinare per 24 h con salsa verde ottenuta miscelando olio evo, aglio in povere, prezzemolo tritato e un’idea di succo di limone. Prima di avviare il risotto, tagliarle a pezzetti in senso diagonale.

Preparare la gelatina: diluire il campari con un terzo di acqua, stemperare ½ cucchiaino di agar agar nel mix di acqua e campari, porre sul fuoco fino ad ebollizione. Spegnere, versare in uno stampo in modo da formare 2-3 ml di spessore e lasciare rapprendere. Passare in frigorifero per qualche ora. Ricavare dei dischetti con un coppa pasta. Adagiarli su un vassoi etto rivestito di carta da forno. Metteteli ben freddi sopra al risotto caldo, in modo che non si sciolgano totalmente. Eventualmente passateli in freezer poco prima di avviare il risotto.

Con un riga-agrumi, ricavare delle striscioline dalla buccia dell’arancia, metterle in una ciotola con succo d’arancia e acqua e porre in freezer ½ h prima di avviare il risotto per farle arricciare. Infine scolarle bene e mettere da parte per la decorazione finale. Tagliare due fette d’arancia, eliminare tutta la parte bianca rimasta e ricavare degli spicchiettini.

Scaldare il vermouth in un pentolino. Avviare il risotto facendo sudare lo scalogno tritato finemente con un filo d’olio. Tostarvi il riso, spruzzare un po’ di succo d’arancia e di limone, versare metà vermouth ben caldo, far evaporare un poco, salare, portare a cottura con acqua calda o brodo leggero e il restante vermouth sempre ben caldo . A 2 minuti dalla fine della cottura, inserire la polvere di zafferano, regolare di sale. Spegnere. Lasciar intiepidire, infine mantecare con una generosa noce di burro. Altro riposo di un paio di minuti e impiattare.

Stendere bene il riso nel piatto, disporre i tocchettini di acciughe al verde, dei dischetti di gelatina ghiacciata, gli spicchietti d’arancia e i riccioli della sua buccia.



venerdì 20 ottobre 2023

RISOTTO ALLO ZAFFERANO, ZENZERO, BACCALA' MANTECATO E ZIBIBBO

 


Tre zeta per questo risotto, secondo il tema odierno del nostro CLAN DEL RISOTTO DEL VENERDI’, che ne prescrive almeno due. Perché la ZETA? semplicemente per gioco, come derivazione dalla prima idea NON SOLO ZUCCA, dopo una serie di elaborazioni mentali a ruota libera.

Ho ripreso un mio cavallo di battaglia : il baccalà mantecato allo zafferano e mi sono chiesta se potesse essere ideale per mantecare il risotto, temendo un po’ l’effetto mappazzone. Invece, alla prova dei fatti, si è rivelato perfetto. Come si è rivelato ottimo l’ inserimento dello zenzero con la sua elegante e fresca pungenza (e non è una novità, si sposa bene con lo zafferano) e il dolce tocco dello “zibibbo” ovvero l’uvetta sultanina a Livorno (anche se non è uva zibibbo) che smorza il sapido del baccalà.  


RISOTTO ALLO ZAFFERANO, ZENZERO, ZIBIBBO E BACCALA’


Ingredienti per 2 persone

170 g di riso vialone nano Riserva San Massimo

1 foglia di alloro

1 spicchio d’aglio rosa

½ bicchiere di pinot bianco alto adige

½ bustina di zafferano in polvere dell’Aquila dop Altopiano di Novelli

200 g di filetto di baccalà già dissalato

Uvetta sultanina bio

Un pezzetto di zenzero fresco bio

Olio evo qb, sale fino, aglio in polvere



Cuocere nel microonde 5 minuti a potenza max il baccalà. Scolarlo, tenere da parte l’acqua rilasciata durante la cottura. Togliere la pelle, farla asciugare su carta scottex, posizionarla fra due fogli di carta da forno e farla essiccare nel microonde a colpetti di 30-40 secondi alla volta a potenza max. A seconda dello spessore della pelle ci vorrano 2-3 minuti. Sbriciolarla e tenerla da parte per la decorazione finale del risotto.

Mettere a bagno in acqua calda l’uvetta. Strizzarla, asciugarla e metterla da parte.

Tritare grossolanamente la polpa di baccalà, metterla nel bicchiere del frullatore ad immersione, versare un poco della sua acqua di cottura, un pizzico di aglio in polvere e abbondante olio a filo, frullare montando fino a che risulterà una bella crema.

In una casseruola, fate sudare lo spicchio d’aglio passato nello spremi aglio con la foglia d’alloro, due cucchiaiate d’ olio e un pochino dell’acqua di cottura del baccalà. Unite il riso, fatelo insaporire bene tostandolo a fuoco medio, per non bruciare l’aglio, sfumate con il vino bianco, fate evaporare e poi iniziate la cottura unendo la rimanente acqua di cottura del baccalà, acqua calda man mano e una generosa grattugiata di zenzero fresco. A 2 minuti dalla fine, unite lo zafferano in polvere e il baccalà mantecato. Spegnete, togliete dal fuoco, mantecate rimestando e scuotendo la casseruola. Assaggiate, regolate di sale se necessario. Fate riposare ancora un minuto e impiattate, cospargendo il risotto con le briciole di pelle essiccata e l’uvetta.


lunedì 4 settembre 2023

PANZANELLA IN SAOR

 


L'estate non è ancora finita!!! Non sopporto quando, puntualmente al 1° di settembre, si sentenzia che l'estate è finita. Innanzitutto, l'equinozio d'autunno cade il 23 settembre e poi lo hanno annunciato anche le previsioni meteo, abbiamo ancora diversi giorni di caldo da affrontare, quindi è ancora tempo di panzanella e altri piatti estivi freddi. 

Questa panzanella nasce da un'idea ganzissima della mia amica  Sara di PIXELICIOUS con il suggerimento di un condimento agrodolce delizioso, perfetto per questa PANZANELLA IN SAOR, il rosé di Modena di De Nigris 1889, che ho subito ordinato!!


Un bellissimo scatto della versione originale di Sara, composta con gran gusto
 in "coppette" di lattuga 


Adoro il saor e l'ho fatto spesso anche con le acciughe. Quindi non potevo non copiarla!! Unica piccola variazione rispetto all'originale:  le cipolle rosse anziché quelle bianche, perché quelle avevo a disposizione .  Inoltre la  marinatura delle acciughe è una mia personale versione (chiamiamola pure fissazione!!!)  sperimentata spesso, con olio evo e colatura di alici per dare uno sprint sapido all'insieme e accontentare il marito.
 

Procedimento e dosi a sentimento:

cipolle rosse, fatte stufare dolcemente con olio evo, un goccio d'acqua, 1 foglia d'alloro,  infine condite con sale e pepe e fatte raffreddare
pane casalingo toscano posato, privato della crosta,  tagliato a dadini e fatto abbrustolire in forno o in padella antiaderente
acciughe crude, preventivamente abbattute per scongiurare il rischio anisakis, marinate per almeno mezza giornata con un'emulsione di  olio evo e colatura di alici (rapporto olio/colatura 2 : 1). Non guasterebbe anche qualche scorzetta di limone e un po' di succo
una manciata di pinoli e una manciata di uvetta sultanina rinvenuta in acqua calda e ben strizzata
condimento agrodolce rosé di Modena qb, olio evo, sale e pepe
foglioline di origano fresco

Mettete tutti gli ingredienti in un'insalatiera e condite a piacere la panzanella appena prima di consumarla, per non perdere la croccantezza, con olio evo e il rosé di Modena. 

Buon divertimento e grazie a Sara per questa delizia tosco-veneta!!





lunedì 26 giugno 2023

RISOTTO COME UNA PIZZA


Per me una capperi e acciughe, grazie!! Ho risottato una pizza o pizzato un risotto?  Fatto qualche settimana fa, condiviso solo nel clan del risotto del venerdì e non qui. Va immortalato nel blog!!

Riso Sant'Andrea Riso Goio 1929 DOP, tostatura estrema e cottura in brodo di croste di pane toscano abbrustolito, quasi bruciacchiate, per richiamare la cottura in forno della pizza. Insaporito semplicemente con un pizzico di sale e scaglie di lievito alimentare, ma volutamente poco sapido, in considerazione dell'aggiunta di acciughe e capperi, mantecato con olio evo ghiacciato.
Disteso bello largo in un piatto grande, una bella spalmata in superificie di passata di pomodoro Mediterranea Belfiore scaldata con un filo d'olio evo. Fettine di mozzarella fiordilatte fatte ben sgocciolare (si sono ammorbidite appena ma non si sono proprio sciolte come volevo, forse bisognava metterle un attimo in forno a sciogliere e poi con una paletta posizionarle sopra il risotto). 

Anziché le solite acciughe sotto sale o sott'olio, le mie amate acciughe crude, precedentemente abbattute, marinate con olio evo e colatura di alici e poi condite con olio evo, e  infine capperini eoliani sotto sale ben dissalati, spolverata di origano secco e foglioline di origano e basilico freschi.


Mi son fatta gli applausi da sola anche se la mozzarella non era bella sciolta ma quanto era buono!! E che scorpacciata!! Da fare e rifare...

domenica 25 giugno 2023

RISOTTO RE SOLE AI PEPERONI, ALBICOCCHE E CALAMARI

 




RISOTTO RE SOLE, AI PEPERONI, ALBICOCCHE E CALAMARI

Fra i primi ingredienti che per me fanno estate, ci sono i peperoni. Non è estate senza peperonate e caponate. E poi mi diverto a scovare sempre nuovi abbinamenti.
Mi frullava nel capo di mescolare i peperoni con le albicocche. Cercando un po' in giro, tra libri e siti internet, ho scovato una ricetta carina che andava provata: seppie grigliate, peperoni arrostiti, crema di peperoni e acciughe, albicocche!! Eccole lì!
Allora ho rinunciato a frullarle insieme ai peperoni come avevo in mente e ho pensato di disporle a raggiera insieme ai filetti di peperone a formare un sole, usando i ciuffi dei calamari anzichè le seppie, che sono più lunghi. Poi nella composizione le albicocche non ci stavano. Allora le ho usate solo per il bottone centrale. Però, mentre mangiavamo il risotto le abbiamo aggiunte, sono essenziali, aggiungono quel tocco acidino piacevole che manca nell'insieme. Ma ormai il riso l'avevo fotografato. Quindi se volete riprodurlo, non dimenticatevi le fettine di albicocca sopra al riso!!!




Il riso è tostato con un filo d'olio, cotto con brodo di verdura e a 4 minuti dalla fine ho aggiunto una crema di peperoni gialli (fatti appassire in forno e poi spellati) + pomodori gialli, aglio e acciughe salate (tutto a crudo, tranne i peperoni). Mantecato con olio evo ghiacciato. Il sole è composto da filetti di peperoni gialli e arancione/rosso arrostiti e spellati (che avevo messo da parte, prima di frullarli), ciuffi di calamaro grigliati e bottone di albicocca. Ma..a proposito di albicocca, vedi sopra!

venerdì 9 giugno 2023

RISOTTO ALLO CHAMPAGNE E ACQUA DI LIMONE CON PERLE DI PANE BURRO E ACCIUGHE

 

RISOTTO ALLO CHAMPAGNE E ACQUA DI LIMONE CON PERLE DI PANE BURRO E ACCIUGHE, DEDICATO AD ENRICA

Oggi alla fine del giorno
il tramonto posò le sue perle
sui fini e neri capelli della sera
ed io le ho nascoste
come una collana senza filo
dentro il cuore.

(Rabindranath Tagore)

Enrica era un’amica food blogger di Livorno che, purtroppo, ci ha lasciato quasi quattro anni fa, dopo aver lottato coraggiosamente e con grande dignità contro un male che non le ha dato scampo e se l’è portata via troppo presto, troppo giovane, troppo ingiustamente.

Ci eravamo conosciute virtualmente a novembre 2010 e in carne ed ossa, agli inizi del 2011.
Si era stabilito un feeling immediato, pur essendo caratterialmente molto diverse ma una forte sensibilità e voglia di conoscere, che si svelava nella stessa grande passione per la cucina, agirono da collante e iniziammo subito a condividere molte esperienze gastronomiche.

Enrica era riservata, naturalmente elegante ma intelligentemente semplice, dallo stile essenziale, raffinato ma anche schietto, da bosco e da riviera insomma!

Ricordo che, agli inizi della nostra amicizia, una volta le feci un'improvvisata, essendo a Livorno per commissioni, le telefonai per proporle un caffè insieme, invece lei era in casa che preparava dei dolcetti con la figlia Marta e mi invitò a passare.
Rimasi incantata e divertita nel vederla preparare i suoi dolcetti indossando con grande nonchalance un vestitino bon ton, i lunghi capelli ben curati come se stesse per uscire per un appuntamento, il grembiule sopra e due giri di perle al collo! Mi precipitai a scattarle una foto che, per rispetto alla sua riservatezza e anche perché me l’aveva proibito, non pubblicai ma ne abbiamo riso a lungo!!

Quando si ammalò, prese la decisione di chiudere il suo blog Una Cena con Enrica e una domenica invitò un po’ di amiche food blogger e organizzò un mercatino con le sue caccavelle bloggheresche. Non penso che avesse bisogno di trarne profitto, forse era un modo velato per lasciare qualcosa di sé a noi. Ci raccontò del suo male con grande calma e consapevolezza, attraversava una fase in cui c’era margine di guarigione. Purtroppo in seguito, il male si è ripresentato, da un’altra parte e questa volta non c’era possibilità di scampo e ancora lei, forte come una roccia, ti spiegava tutto, senza drammi, manco stesse parlando di una semplice influenza!!

Non l’ho più rivista, capivo che non aveva piacere a farsi vedere sofferente. La seguivo sui social, aveva iniziato a dipingere e poi, un giorno d’autunno, se ne è andata in silenzio, circondata dall’amore della sua famiglia.



Il tema di oggi del Clan del risotto del venerdì è RISOTTO DEDICATO A... UN AMICO O A UNA PERSONA SPECIALE, corredato da dedica.

Il mio risotto è dedicato ad Enrica e riflette il suo gusto essenziale, raffinato ma semplice, dove si mescolano elementi nobili e poveri: le sue perle, lo champagne, l’acqua di limone e pane burro e acciughe. Non ricordo se amasse il risotto ma sono convinta che l’insieme di sapori le sarebbe piaciuto.

Ho usato un nuovo riso, una varietà storica della bassa novarese, selezionata negli anni '30 e poi caduta in disuso, recuperata negli ultimi anni : Riso razza 77 .  Un riso facile da risottare, dal morso consistente e dall'ottima tenuta di cottura. 

Non ultimo, il piatto del risotto e le tovagliette erano di Enrica, fanno parte del bottino di quella domenica indimenticabile...


 

Riso tostato con un filo d’olio, sfumato con un bel bicchiere di champagne brut tradition. Cotto con acqua di limone, verso la fine ho unito una grattugiatina di scorza di limone, un pochino del suo succo e da ultimo ho  mantecato con burro e parmigiano.

Sopra al risotto : polvere di foglie di limone, macinata di pepe di timut e perle di pane burro e acciughe.

Acqua di limone: bucce di 2 limoni non trattati e 4-5 foglie di limone macerate per 12 h in 1,5 l d’acqua fredda, portata infine a bollore per cuocere il risotto

Perle di pane burro e acciughe: pane posato (raffermo ma non completamente secco) toscano passato nel mixer, impastato con un po’ di burro ammorbidito, un po’ di ricotta o robiola, colatura di alici qb

giovedì 27 aprile 2023

RISOTTO KRAKEN : POLPO, NERO DI SEPPIA, ALGHE E CHIPS DI GAMBERO

 

Avevo un bel polpo e ho pensato subito alla leggenda del kraken  per il tema MITI E LEGGENDE del nostro Clan del risottto del venerdì!
Antiche leggende scandinave narrano di mostri marini giganteschi che terrorizzavano i naviganti. Documentate sin dal Medioevo, spicca, fra tutte, quella del KRAKEN, qui sotto,  in una famosa  stampa del 1800, raffigurato  come un enorme polpo che con i suoi tentacoli poteva intrappolare un veliero.



Esistono polpi giganti che raggiungono i 70 kg e vivono nelle profondità dell’Oceano Pacifico. Ma il kraken forse era più un calamaro gigante, anche se non così mostruoso da far affondare un veliero!! Questi cefalopodi giganti , Architeuthis dux ,che possono raggiungere i 14 metri di lunghezza, sono stati avvistati già a metà ‘800. In epoca recente, il cefalopode è stato filmato solo due volte, nel 2004 da una troupe scientifica giapponese e nel 2012 da un canale nordamericano.
Una riproduzione a grandezza naturale di un vero calamaro gigante è stata realizzata da un esemplare che si è spiaggiato a Catalina (Trinity Bay), Terranova (Canada), nel 1877. È lungo 13 m ed è appeso al soffitto di una sala del museo oceanografico di Monaco-Montecarlo.

Quindi il mio risotto ispirato al kraken è fatto con il brodo di cottura del polpo, base aglio e salvia, nero di seppia per riprodurre l'oscurità degli abissi marini dove si rintana il mostro, e sulla superficie ovviamente i tentacoli che afferranno i velieri e le chips di gambero rappresentano le vele del vascello che sta affondando. Qualche alghetta fritta per ricondurre all'ambiente marino e una spolverata di peperoncino habanero per rendere il tutto ancora più aggressivo!! Gusto classico in una veste nuova!



venerdì 10 marzo 2023

RISOTTO ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE



Quale sarà mai il tema di questo venerdì? Facilissimo...il mio risotto a cosa rimanda? Ma ad Alice nel paese delle meraviglie, che altro? Quindi, oggi ci divertiamo ad interpretare nei nostri risotti, opere della letteratura, non gastronomica. 

Sfruttare il titolo dell'opera "Alice nel paese delle meraviglie" per un'alice o acciuga non è cosa nuova. Ma, personalmente,  non mi ero mai misurata con i simboli di tutto il racconto fantasioso  di Lewis Caroll. 

Nelle sue avventure fantastiche ambientate in un mondo surreale, Alice incontra animali e personaggi stranissimi. Rimpicciolisce e ridiventa grande bevendo da una bottiglietta con la scritta "drink me" e mangiando  pasticcini con scritto "eat me".  Incontra la "finta tartaruga", una strana bestia con il guscio di tartaruga e la testa di vitello, con cui si fa il brodo di finta tartaruga (specialità inglese molto in voga nelle tavole dei ceti più alti, dove la tartaruga viene sostituita da testina di vitello e altre frattaglie cartilaginose che rendono il brodo molto spesso come quello originario). Entra in un ambiente saturo di pepe...il cappellaio matto e la lepre marzolina prendono il tè continuando a cambiare tazza, le carte da gioco della regina, il fante di cuori accusato e processato per furto...

Elementi a sufficienza per fare un piatto. Nel mio caso: risotto cotto con finto brodo di tartaruga (verdure, erbe, spezie e nervetti già cotti che sciolti nel brodo lo rendono gelatinoso). Profumato alla fine con una spruzzata di limone e pepe di Timut. Alice che si tuffa nel mondo sotterraneo non poteva essere che un'acciuga, fritta in modo da renderla abbastanza consistente e farla rimanere in piedi infilata nel risotto. E poi le scritte e i semi delle carte da gioco sono cialdine croccanti che divertono l'insieme, in tutti i sensi, sia visivo che gustativo. Io mi sono divertita a concepirlo, a realizzarlo e a mangiarlo. Molto semplice ma non facilissimo, pertanto stimolante!!


Ingredienti per 2 persone

Finto brodo di tartaruga

2 l d'acqua
200 g di nervetti di vitello cotti
1 costa di sedano, 1 carota media, 1/2 cipolla dorata, 1/2 porro, 1 ciuffetto di prezzemolo, qualche foglia di basilico ed erba salvia, 2-3 rametti di timo, 1 foglia di alloro, 3-4 grani di pepe cubebe, un pezzettino di noce moscata, 3 chiodi di garofano, i semi di 1/4 di bacca di vaniglia, scorze di 1/2 limone, 1/2 bicchiere di marsala secco

6 acciughe fresche
1 albume, farina di mais, olio di semi di arachide per friggere, sale fino 

170 g di riso sant' Andread Dop Baraggia
olio evo 2 cucchiai
30 g di burro 

pepe di Timut, succo di limone fresco

Per i semi delle carte da gioco e la scritta Eat me : 

picche, fiori neri e scritta : 1 cucchiaio di farina 0, 2 cucchiai d'acqua e 1 d'olio evo, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di nero di seppia fresco

cuori e quadri:  1 cucchiaio di farina 0, 2 cucchiai d'acqua, 1 cucchiaio d'olio evo, un pizzico di sale, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro


Come prima cosa mettiamo su il brodo facendo tostare le spezie in una padellina antiaderente, bagniamo con acqua calda, uniamo le verdure, le erbe e la scorza di limone facciamo andare per ca 30'. Lasciamo raffreddare e riposare per qualche ora. Facciamo riprendere il bollore poco prima  di avviare il  risotto, facciamo sciogliere dentro i nervetti e uniamo il Marsala.

Prepariamo le decorazioni : amalgamiamo tutti gli ingredienti, per ogni colore, in due ciotole. Mettiamo la pastella in due sacchettini da pasticceria, tagliamo l'estremità in modo da ottenere un fiorellino molto piccolo. 
Disegniamo su un foglio di carta forno i semi delle carte e la scritta Eat me in misura proporzionata al disco del piatto per il risotto. 
Con l'impasto nero realizziamo picche e fiori e la scritta, spremendo l'impasto in uno strato di 2-3 mm sui disegni. Suggerisco di farne in abbondanza in modo da poter scegliere i migliori o sostituire quelli che si rompono..
Cuocere in microonde a potenza max per un paio di minuti. Aspettare che si freddino e induriscano, prima di staccarli. Mettere da parte. Ripetere l'operazione con i fiori e i cuori ma cuocere a potenza medio-bassa, regolando il tempo poco alla volta, in modo da preservare il colore. 

Pulire le acciughe, togliere la testa ed eviscerarle, lasciando la spina centrale e la codina. Asciugarle con carta assorbente, non è necessario lavarle. Passarle nell'albumo leggermente sbattuto e poi nella farina di mais. Friggerle velocemente  in olio a 170°C  negli  ultimi 5 minuti di cottura del risotto. Salare alla fine e tenere in caldo.

Avviare il risotto facendo tostare il riso con due cucchiai d'olio evo, salare un pochino, bagnare col brodo e continuare fino a due minuti dalla cottura ottimale. Regolare di sale alla fine. Spegnere lasciando il risotto ben fluido, far riposare un minutino. Infine mantecare con il burro e una spruzzata di limone. Lasciar riposare ancora un minuto. Impiattare, posizionare un'acciuga fritta nel centro, la scritta alla base e completare con i semi delle carte. Dare un giro di pepe di Timut.

Portare in tavola anche le altre acciughe fritte come accompagnamento. 

 

martedì 31 gennaio 2023

RISOTTO PULP MANTECATO ALLE BANANE CON POLPETTINE FRITTE DI RAZZA E CORIANDOLO

 



Uno degli ultimi temi del clan del risotto del venerdì era la mantecatura alternativa, vedi il risotto vegano alla parmigiana.

Mi era scappata la battuta "ma nessuno ha provato a mantecare con la banana?" Ed è finita che ci ho provato. Sembra una roba strana, come l'ananas sulla pizza ma, in realtà, in molte cucine esotiche,  la banana viene utilizzata nei piatti salati, soprattutto di pesce. Ho cercato un po' in giro, ho preso spunto qua e là, dai piatti cubani a quelli indonesiani e ho infine elaborato la mia versione.

Banana frullata con cipolla di Tropea fresca, coriandolo fresco, lime, peperoncino scotch bonnet, sale fino.
Riso arborio tostato con un filo d'olio, sfumato con aceto di mele, cotto con brodo leggero di razza (quello avevo a disposizione, visto che la razza la cucino spesso), mantecato con la crema di banane passata in freezer circa mezz'ora prima di avviare il risotto.
Sopra al risotto delle polpettine fritte di ritagli di razza, grattugiata di scorza di lime e foglioline di coriandolo.

Un bel miscuglio dolce, sapido, piccante, agrumato molto divertente. Sono contenta di aver trovato un buon equilibrio. Mi sono appuntata le dosi, ho pesato tutto, ed ecco qua la ricetta precisa.

Oserei dire che è un risotto PULP! Ho visto proprio di recente una mostra di Banksy e mi è sembrato un parallelo ad hoc! (nella foto sopra la nota interpretazione di Pulp Fiction di Banksy)
 

RISOTTO PULP MANTECATO ALLE BANANE CON POLPETTINE FRITTE DI RAZZA E CORIANDOLO


Ingredienti per 2 persone

160 g di riso arborio

Aceto di  mele

100 g di polpa di banana non eccessivamente matura

80 g di cipolla di Tropea fresca

Succo e scorza grattugiata di ½ lime o limone

3-4 rametti di coriandolo fresco + alcune foglie per guarnire

Sale fino, peperoncino in fiocchi Scotch bonnet

brodo di razza

ritagli di razza, 1 bianco d'uovo, pan grattato, olio di semi di arachidi

Olio evo Igp Sicilia frantoio Cutrera

Frullato la banana con la cipolla , il coriandolo, la scorza di lime grattugiata, aggiustato di sale e condito con peperoncino e succo di lime secondo il mio gusto (non eccessivamente piccante e il succo di lime a sufficienza per smorzare la dolcezza della banana ma senza prevaricare).

Risotto tostato con olio evo,  sfumato con aceto di mele,  cotto con brodo leggero di razza, mantecato con la crema di banane

Sopra al risotto: polpettine di ritagli di razza (impastati a crudo con un po' di bianco d'uovo), passate poi ancora nel bianco d’uovo sbattuto, panate con pan grattato e fritte con olio di semi di arachidi. Sale fino da ultimo. A completamento: foglie di coriandolo e grattugiata di scorza di lime


HANNO ABBOCCATO ALL'AMO