10 anni di Poverimabelliebuoni e nessuna voglia di festeggiare, non mi va neanche un bicchiere di spumante per brindare alla ricorrenza e per scacciare la tristezza e l’angoscia che ci accompagnano quotidianamente da settimane. Anzi, quasi quasi me ne stavo scordando, ma contando i giorni che passano e notando le date per scandire il tempo come i carcerati, durante questa reclusione forzata dovuta all’emergenza sanitaria, due giorni fa mi sono accorta che si avvicinava il 27 marzo, data di creazione del blog, AD 2010.
Il primo header con foto presa dal web e sistemata da mio cognato fotografo perché io gli sgombri li facevo diventare anguille allungando la foto!!!
Vista la situazione, sotto data mi sarei potuta inventare qualcosa, avrei potuto proporre un flash mob acciugoso fra blogger ma con quale coraggio?? Oppure avrei potuto cucinare semplicemente un piattino ad hoc, fare una bella foto, scrivere il solito post celebrativo, ma ora non ho voglia neanche di sentimentali amarcord, di carrellate di foto e ricordi di momenti salienti come usa fare in certe ricorrenze. Non ne sento il bisogno. Del resto, basta scorrere la barra del menu del blog o l’archivio ricette, la sua storia è tutta qui, post dopo post, ricetta dopo ricetta, contest, pubblicazioni, eventi, reportage. Mi sono anche chiesta se fosse il caso di pubblicare questi pensieri. Sto tenendo un diario privato, anche il blog è un diario, quindi, perché no?
Sto bene, mi sento fortunata e grata, sono a casa, al sicuro, in un bell’appartamento con vista mare, in una quadrifamigliare dove viviamo da soli, mio marito ed io, perché gli altri appartamenti appartengono a vacanzieri. Stessa situazione nelle case intorno, ci sono poche famiglie residenti. C’è un silenzio irreale, interrotto solo da qualche voce ovattata qua e là, l’abbaiare di un cane, una macchina ogni tanto. Come vorrei sentire un martello pneumatico che mi ha sempre rotto le scatole la mattina, quando attaccavano i lavori di ristrutturazione in qualche casa intorno e che gli tiravo gli accidenti perché ogni anno, puntualmente, nel momento più bello, in primavera, c’è una nuova ristrutturazione. Come mi piacerebbe lamentarmi per il rumore, per i vicini chiassosi, per il motorino puzzolente che sfreccia mentre fai una passeggiata intorno a casa e ti spacca i timpani o il camion della spazzatura che pare aspetti proprio te sul cancello per passare.
Devo solo preoccuparmi di organizzare la nostra nuova vita, pulire, sanificare ossessivamente ogni cosa, ottimizzare la spesa, uscendo il meno possibile, usufruendo di servizi a domicilio, pensare all’alimentazione, fare un po’ di salutare movimento in giardino o col tempo brutto un po' di ginnastica in casa. Leggo libri, finalmente, faccio lavoretti che rimandavo da tempo e cerco di resistere alla tentazione di stare troppo sui social ma a volte è inevitabile ed è corrosivo.
Ci tocca immensamente quello che vediamo in tv o apprendiamo da chi sta vivendo il dramma più cruento in prima linea, soprattutto in Lombardia, dove vivono i miei genitori anziani. Sono molto in ansia per loro, chiusi in casa da soli, mia sorella a duecento metri per fortuna, ma ho anche parenti, amici, alcuni anche in trincea negli ospedali. Un incubo. Una guerra. Ecco, a proposito di guerra, mi sono sempre augurata di non doverne mai conoscere una nella mia vita ma questa è molto simile. E’ qualcosa che sta drasticamente cambiando il nostro modo di vivere e di interagire. Navighiamo a vista, spaventati, angosciati e attoniti di fronte allo sviluppo drammatico di questa pandemia globale, preoccupati per il futuro, se saremo sempre qui a viverlo. Ormai ho ridotto i miei pensieri ai minimi termini. A tratti, un'ansia incontrollabile mi attanaglia le viscere, come i primi giorni, ora mi alleno ad essere fatalista..
Probabilmente dovremo convivere con questo nemico invisibile per molto tempo, e se mai si troverà un vaccino o miglioreranno le condizioni sanitarie e sarà più facile curarsi, non so se torneremo mai alla nostra vita precedente; sicuramente ci adatteremo, modificando i nostri modi comportamentali sia nel privato che nell’interazione sociale e forse cambierà il nostro stesso pensiero. Saremo migliori di prima? Ci servirà da lezione? chissà.. Oggi ho sentito in tv un paragone con una delle tante epidemie di peste dei secoli passati, a Firenze nel 1300, a cui è seguito nientemeno che il Rinascimento. Certo, ma parliamo di decine di anni, sicuramente i nostri figli vedranno il nuovo Rinascimento e la datazione BC assumerà un nuovo significato? Oppure ne sarà coniata una nuova : BC19, ovvero Before Covid-19?
Via, basta, ho cambiato idea, vado a mettere in fresco lo Champagne, anche se non ho cucinato niente di adatto ma basta un po’ di pane, burro e acciughe ed è subito festa! Che il virus non abbia a trovarci depressi e deboli..
Probabilmente dovremo convivere con questo nemico invisibile per molto tempo, e se mai si troverà un vaccino o miglioreranno le condizioni sanitarie e sarà più facile curarsi, non so se torneremo mai alla nostra vita precedente; sicuramente ci adatteremo, modificando i nostri modi comportamentali sia nel privato che nell’interazione sociale e forse cambierà il nostro stesso pensiero. Saremo migliori di prima? Ci servirà da lezione? chissà.. Oggi ho sentito in tv un paragone con una delle tante epidemie di peste dei secoli passati, a Firenze nel 1300, a cui è seguito nientemeno che il Rinascimento. Certo, ma parliamo di decine di anni, sicuramente i nostri figli vedranno il nuovo Rinascimento e la datazione BC assumerà un nuovo significato? Oppure ne sarà coniata una nuova : BC19, ovvero Before Covid-19?
Via, basta, ho cambiato idea, vado a mettere in fresco lo Champagne, anche se non ho cucinato niente di adatto ma basta un po’ di pane, burro e acciughe ed è subito festa! Che il virus non abbia a trovarci depressi e deboli..