Con questo piatto, in ricordo di un viaggio ad Istanbul, partecipo al contest UN VIAGGIO, UNA RICETTA di Una Cena con Enrica.
Come dice Enrica, è andata così: attingendo a sprazzi di memorie di viaggi, volevo trovare un piatto coerente con il tema del mio blog. E' stata un'occasione per ripercorrere mentalmente i viaggi degli ultimi anni, rivedere foto, ritrovare appunti. Sfogliando e selezionando, risultavano convincenti due candidate: le aringhe danesi e Copenaghen o le acciughe turche e Istanbul. Due città che mi sono piaciute molto entrambi ma Istanbul con la sua caotica e brulicante vita, la sua magia e il suo fascino di città di confine, porta dell'Asia, cerniera fra Occidente e Oriente, ha preso il sopravvento sulla nordica, ordinata seppur bella città danese.
L'esotico ha sempre esercitato grande fascino su noi occidentali ma l'ago della bilancia, in bilico fra le due, è caduto sulle acciughe perchè mi sono più familiari rispetto alle aringhe, con le quali comunque ho azzardato una proposta tutta mia, vedi post Canapé di Aringhe.....
Sono stata ad Istanbul con mio marito per un lungo ponte dell'Immacolata di qualche anno fa. Abbiamo passato delle splendide giornate accompagnati da una guida che ci era stata raccomandata da amici, Emre, un ragazzo italo-turco, simpatico e molto carino, una versione moresca di Stefano Accorsi ma con un'aria meno ebete, anzi decisamente furbina. Per sole cinquanta euro al giorno ci ha scorazzato in giro ovunque risolvendoci non pochi problemi. E' stato molto comodo farsi condurre, non avere sempre la cartina in mano e impazzire con i nomi impronunciabili delle strade ma soprattutto a tavola, era un conforto sapere cosa ti arrivava nel piatto anzichè andare a caso quando nessuno parla la tua lingua o almeno l'inglese.
E così grazie alle spiegazioni di Emre, a cui abbiamo a fine vacanze ovviamente lasciato una cospicua mancia, e quello che leggevo anche sulla mia guida cartacea, ho preso familiarità con le specialità turche compreso questo tortino di riso e acciughe, ritrovato negli appunti di viaggio, che non è sicuramente il piatto emblema di Istanbul o della Turchia ma è adatto al contest secondo i parametri che ho stabilito.
Rileggendo gli appunti, rammento le meraviglie ammirate: l'Aya Sofya, la Cisterna-Basilica, il Palazzo Topkapì, la Moschea Blu, la Moschea di Solimano il magnifico, la chiesa bizantina di San Salvatore in Chora con i suoi splendidi mosaici, lo spettacolo dei Dervisci rotanti, gli Hammam storici, i Bazar, i mercati di spezie....
Abbiamo visitato dei mercati che erano un'orgia di colori e profumi, una festa per vista e olfatto. Il gusto ha goduto di meno perchè, come ammonito dalla Lonely Planet e confermato da Emre, i dubbi circa le condizioni igieniche ci hanno fatto rinunciare alle lusinghiere offerte dei venditori che allungavano ai passanti assaggi delle loro pietanze in bella mostra.
Inoltre, dai racconti di alcuni nostri amici dal palato più avventuroso e dagli stomaci più robusti, sembra che ci siamo persi uno strepitoso panino ripieno di pesce fritto, street food tipico di Istanbul preparato da chioschi fumosi e puzzolenti lungo il Bosforo.
Abbiamo comunque apprezzato la cucina turca in luoghi più convenzionali e affidabili.
La cucina turca rappresenta il momento più alto dellla sintesi gastronomica che scaturisce dall'incontro della cucina asiatica con quella mediterranea. Profumata e ricca di spezie, offre una serie di specialità dove i sapori di carne, in particolar modo montone e agnello, e pesce convivono con piatti a base di verdura, riso, bulgur. Un mix assolutamente unico per equilibrio e originalità.
E' difficile da condensare in poche righe e questo non è un trattato sulla cucina turca ma solo una premessa al tortino annunciato. Non avevo ricette, così l'ho cercata e l'ho rielaborata a modo mio. La ricetta originale prevede un vero risotto e l'uso del burro, io invece ho lessato il riso al dente e poi l'ho saltato con olio extravergine d'oliva e tutto il resto, volutamente il risultato è più simile ad un pilav e, a mio gusto, più raffinato.
Ed eccoci alla ricetta:
Ingredienti per 2 persone
160 gr di riso
1/2 cipolla bionda
una manciata di uvetta sultanina
cannella in polvere q.b.
olio extravergine d'oliva
10 acciughe fresche
sale
pan grattato
Tostare la cipolla nell'olio, aggiungere una manciata di uvetta sultanina precedentemente ammollata in acqua calda, unire il riso scolato al dente, farlo mantecare qualche minuto per terminare la cottura aggiungendo della cannella macinata e regolare di sale. Attenzione al dosaggio della cannella, altrimenti copre tutto, deve essere appena accennata, io sono andata per tentativi, prima un cucchiaino, ho assaggiato, ne ho aggiunto ancora un pizzico.
Irrorare d'olio una pirofila o due pirofile/cocotte monoporzione, riempire con il riso, disporre sulla superficie i filetti deliscati di acciughe fresche, spennellarle con un po' d'olio e cospargere con del pan grattato, un pizzico di sale e passare sotto il grill per 7-8 min giusto il tempo per far dorare le acciughe.
(seguendo la versione originale bisognerebbe invece fare uno strato di risotto, uno di acciughe, uno di risotto e un ultimo strato di acciughe e poi in forno per 15 min)
Non mi resta che concludere augurandovi Afiyet Olsun! Buon Appetito!
che letteralmente significa buona digestione e viene usata sia a inizio pasto che alla fine.
E se mai vi capitasse un ospite turco e vi ringraziasse così : Elinize Saglik! potete esserne orgogliosi perchè vi ha detto "Dio benedica le vostre mani"!! Non male come complimento!!