lunedì 28 febbraio 2011

BOCCONCINI DI PESCE SPADA SU CILINDRI DI VERDURE COLORATE


Questi simpatici e colorati bocconcini di pesce spada e verdure sono in attesa di pubblicazione da più di un mese, li tenevo in serbo come piatti carnevaleschi, ed eccoli finalmente nella settimana clou del carnevale!!!
Sono stati realizzati da mia sorella Stefania e dal suo compagno Giuseppe, devoti seguaci del mio blog, fra i primi ad essersi iscritti e che mi avevano già inviato lo scorso novembre delle belle cupoline alle alici e finocchi, vedi  post.
Ora  sono all'opera separatamente ma non lasciano trapelare nulla, per il mio contest TUTTI PAZZI PER LE ACCIUGHE. Chissà cosa studiano...

Ricetta dal sito Ode al vino, manca solo il cilindretto al sedano rapa ma  guardate cos'hanno escogitato in mancanza di un vero coppapasta da usare come formina per il cilindretto di verdure........non è GENIALE?!?!?


Lattine di birra!!! E neanche a farlo apposta funziona anche coreograficamente nell'abbinamento di colori !!


Grazie Ste e Giuseppe!!! Mi aspetto grandi cose da voi per il contest sulle acciughe.........

sabato 26 febbraio 2011

MARTINA VYROUBALOVA NO BLOGGER: GNOCCHETTI DI PATATE CON ACCIUGHE FRESCHE, UVETTA E PINOLI


Martina è una bella e sorridente ragazzona di origine cecoslovacca che vive in Italia da molti anni e che ho conosciuto in questo mese di febbraio ad un corso di cucina, dove  ho martoriato ovviamente tutti i partecipanti col tormentone del mio contest sulle acciughe! Simpaticissima  e molto attiva nel gruppo, nelle foto è quasi sempre ritratta nelle attività da banco pericolosamente piegata a 90° (ma eravamo quasi tutte donne, gli unici uomini erano con le mogli) perchè dall'alto dei suoi 1,78 mt di statura, ogni tavolo o piano d'appoggio per lei era troppo basso :-))
La prima, chissà se rimarrà l'unica, del gruppo ad accontentarmi con una bella ricettina, non si può dire altrettanto della foto, ahimè! neanche Picasa ha potuto resuscitarla...... ma lavoriamo di immaginazione...... Grazie Martina.


CIAO A TUTTI!!!
ECCO LA "MIA RICETTA.".....L' AVEVO PROVATA IERI SERA ED E' PIACIUTAAAAAAAA:)...ORA STA A VOI...:)

CIAO A PRESTO
MARTINA VYROUBALOVA


GNOCCHETTI DI PATATE CON LE ACCIUGHE FRESCHE , UVETTA E PINOLI

Ingredienti ( per 3 -4 persone )

400 gr di acciughe fresche
400 gr di gnocchi di patate
Una manciata di uvetta
Una manciata di pinoli
Olio e.v.o.
Mezza cipolla e mezza carota
Sale, Pepe, Peperoncino
Scorza di arancia
1/ 2 bicchiere di Vino bianco

Mettiamo a riposare la uvetta con il vino bianco almeno per 2 ore . Nel fratempo puliamo e dilischiamo le acciughe, tagliamo a pezzetti e mettiamo in infusione con un po’ di sale, pepe, pezzettini di peperoncino e  olio di oliva.
Nella padella facciamo il soffritto di olio di oliva con cipolla e carote, aggiungiamo le acciughe, facciamo saltare per almeno 2 minuti dopodiche’ aggiungiamo la uvetta con il vino ed alla fine i pinoli. Regoliamo a piacere di sale e pepe.
Facciamo cuocere gli gnocchi nel acqua salata e mescoliamo delicatamente con il sugo alle acciughe.
Possiamo guarnire sul piatto con la scorza di arancia e serviamo ben’ caldo.

venerdì 25 febbraio 2011

PIU' SARDINE, ARINGHE E ACCIUGHE



Gli oceani pullulano di sardine, aringhe e acciughe, il cui numero è più che raddoppiato negli ultimi 100 anni, e il motivo è da ricondurre alla scomparsa dei grossi predatori dei mari come squali, tonni e merluzzi, vittime della pesca incontrollata. Uno scenario che preoccupa non poco gli scienziati, visto che questi pesci si nutrono di plancton e che la loro proliferazione potrebbe avere conseguenze catastrofiche sulla catena alimentare marina, aumentando il rischio di una sovrapproduzione di alghe, che impediscono agli oceani di “respirare”.
Usando i dati dal 1880 ad oggi e studiando 200 istantanee della vita marina, i ricercatori dell’University of British Columbia sono riusciti a stimare il numero di pesci che popolano i mari del mondo, scoprendo che negli ultimi 120 anni squali, tonni e salmoni sono diminuiti di due terzi, con un crollo del 54% a partire solo dal 1970, mentre, per contro, i cosiddetti «pesce foraggio», che di solito sono il cibo dei predatori, sono più che raddoppiati nello stesso periodo. E la colpa sarebbe da ricondurre alla pesca eccessiva e senza regole (aggiungo: le regole esistono ma non vengono rispettate!!!), che ha completamente rovesciato l’equilibrio marino.
«La sparizione dei grandi predatori ha permesso la proliferazione dei pesci piccoli – ha spiegato all’American Association for the Advancement of Science il professor Villy Christensen, fra i relatori della ricerca – ed è un po’ come per i leoni: se loro non ci sono, il numero delle antilopi cresce ed è questo che succede anche negli oceani, con effetti pericolosi sulla vita marina. Per questo dovremmo incoraggiare le persone a mangiare più sardine ed aringhe e meno pesci predatori, così da non turbare l’equilibrio della catena alimentare».

giovedì 24 febbraio 2011

PLUMCAKE PISSALADIERE, NIZZA E UN'ALTRA VITA......


Da qualche giorno non vedo altro in giro nei foodblogs: muffins e plumcakes. Alla fine mi sono fatta contagiare, mai fatto un plumcake in vita mia nè tanto meno un muffin, dolci o salati che siano. Arriverò anche ai muffin.....
Intanto ho deciso per il plumcake e il mio primo plumcake non poteva che essere salato e con del pesce azzurro. Infilare un pesce in un plumcake non è semplice. Penso allora a qualcosa che mi ripromettevo di provare prima o poi ma che continuavo ad accantonare perchè ogni giorno mi si accende una lampadina nuova, stimolata dai temi dei contest!!
L'idea che ripesco è la pissaladière nizzarda, una focaccia rustica con cipolle, alici conservate e olive, che adoro come adoro Nizza, che potrei scegliere come seconda casa!!
Anzi, pare che ci abbia vissuto in un'altra vita....è una lunga storia...va beh, rischio di essere presa per matta ma apro una parentesi e la racconto.
Costa Azzurra e Provenza sono state per anni meta di gite e vacanze con il consorte. Nizza in particolare è fra le nostre tappe preferite, anche di trasferimento per andare a ovest o a nord.
Non è successo  la prima volta ma dopo diversi anni che ci andavamo:  un bel giorno, come si suol dire, ci avvicinavamo a piedi alla promenade di Rue Masséna, improvvisamente ho sentito un forte impulso a guardare in alto verso una specie di abbaino che spuntava dall'alto tetto d'ardesia di un bel palazzotto di epoca settecentesca e ho avuto un déjà vu sconcertante: ho avvertito una sensazione di appartenenza a quel luogo, ricordo che ero come ipnotizzata, non riuscivo a distogliere lo sguardo dall'abbaino, camminavo con la faccia rivolta all'indietro e il naso all'insù finchè ho rischiato di sbattere contro un palo!
Ho avuto dei flash, delle immagini di abiti femminili d'epoche passate,  gonne, donne.
Dal momento che sono sempre stata attratta dall'esoterismo e dal paranormale, mi diverto a farmi leggere i tarocchi e ogni tanto ci provo anch'io, ho conosciuto sensitivi, pranoterapeuti e compagnia bella, a una signora che avevamo soprannominato "la santona", con la quale disquisivo spesso in materia al mare d'estate, quando lei veniva in vacanza, rivelo l'episodio accaduto a Nizza. Lei mi spiega che è molto difficile avere avvisaglie di vite precedenti ma molto probabilmente ho vissuto proprio in quel luogo  e dovevo essere stata una donna indipendente e forte, quasi sicuramente una guaritrice potente e famosa per permettermi una casa in una zona elegante come quella! Una fattucchiera di lusso insomma!!
Ridemmo a lungo per questo ma non l'ho mai dimenticato e ogni volta che passo da Nizza, sento un desiderio irresistibile di rivedere la mia vecchia casa, scherzandoci su ovviamente :-)
Ma non è finita.....un'astrologa e sensitiva, tempo dopo,  mi fa il piano astrale e ripercorre le mie ultime tre vite. Ah, altra parentesi, pare che io sia alla mia ultima vita terrena, ecco perchè sono così smaniosa e curiosa  di provare tutto e subito, ci credo...o ora o mai più!!!
Insomma cosa salta fuori? Nizza! Sarà una coincidenza!!!! Però questa sosteneva che fossi una scrittrice ma guaritrice lo sono stata in molte altre vite, anche in Brasile nel XVI sec oltre che suora di clausura in altre epoche  :-), va beh....ora taglio corto...per fortuna mi aspetta il Nirvana!!! Ma guarda cosa mi ha fatto rivangare un plumcake o meglio la pissaladière, che buona!!!!
Meglio passare alla ricetta. Ho attinto da quella di  Enrica però durante l'esecuzione ho modificato un po' le dosi  perchè usando alici sott'olio e olive sott'olio, anche se ben scolate, sono sempre untuose, quindi ho ridotto la dose di olio e anche di panna, quest'ultima a dire la verità semplicemente perchè ne avevo una lacrima. Conoscendo le mie scarse capacità in fatto di panificazione e pasticceria, perchè bisogna essere scrupolosi, anzi scientifici, e io invece non rispetto le dosi, faccio come mi pare, insomma non ci avrei scommesso e invece è venuto bene, era un plumcake coi fiocchi, bello soffice e molto gustoso. Accompagnato da un' insalatina di finocchi e arance è stato il nostro pranzo. 


Gli ingredienti per uno stampo, comperato appositamente, di cm 11x25:

gr 180 farina bianca 00
2 cucchiai di olio evo
2 cucchiai di panna fresca
2 uova intere
1/2 bustina di lievito in polvere istantaneo per pizze
una manciata di olive taggiasche denocciolate sott'olio ben scolate
5-6 filetti di alici sott'olio, quelle di Sant'Antioco, portate dal viaggio in Sardegna
1 cipolla bionda media
1 foglia di alloro e un rametto di timo fresco
sale qb
una manciata di arachidi  (il tocco finale, la ciliegina sulla torta!!!)

Affettare le cipolle e rosolarle con olio evo, una foglia di alloro spezzata così rilascia meglio l'aroma e un po' di timo fresco a piacere, portare a cottura  aggiungendo un po' d'acqua se necessario, regolare di sale e lasciar raffreddare.
Sbattere le uova con la panna, incorporare la farina con la mezza busta di lievito, 2 cucchiai d'olio evo, aggiungere le cipolle scartando l'alloro, le olive e le alici sminuzzate, regolare di sale.
Versare l'impasto in una teglia oliata o imburrata e infarinata e cuocere in forno preriscaldato a 180° per ca 40' poi togliere dal forno, cospargere la superficie con delle arachidi spezzettate, un pizzico di sale e un pizzico di zucchero, dei fiocchetti di burro e ripassare in forno altri 5 min eventualmente sotto il grill per far dorare le arachidi.



Dimenticavo, ovviamente partecipo al contest di Fusillialtegamino 




martedì 22 febbraio 2011

TUTTI PAZZI PER LE ACCIUGHE: ERIKA NO BLOGGER CON ACCIUGHE IN FOGLIA DI LIMONE E INSALATA DI ARANCE

Ho conosciuto Erika su Facebook grazie alla comune passione per il pesce e soprattutto per il pesce azzurro e povero. Il babbo di Erika ha una barca e lei fin da piccola lo segue nelle battute di pesca, quindi è una vera esperta. Abita a Piombino, ci siamo incontrate qualche giorno fa, abbiamo approfondito e resa reale la nostra conoscenza virtuale e io mi sono subito prenotata per la prossima uscita in barca a caccia di acciughe o quant'altro il mare ci regalerà!!!
Ovviamente l'ho stimolata a partecipare al contest  ed eccovi la sua ricettina decisamente originale e ben presentata, sue le foto e il testo:

ACCIUGHE IN FOGLIA DI LIMONE E INSALATA DI ARANCE



Prima di passare alla ricetta ritengo doveroso fare dei ringraziamenti…in primis alla meravigliosa Sicilia che mi ha rapito con tutti i suoi profumi e colori e dalla quale prendo spunto ogni volta che cucino, proprio come nel caso di questa ricetta. A Cristina vanno, non solo il mio ringraziamento personale per avermi dato la possibilità di partecipare al concorso, ma anche i miei più sinceri complimenti per il suo blog, che spero possa far apprezzare i cosiddetti “pesci poveri” ad un pubblico sempre più numeroso.

La ricetta che proporrò è  non solo semplice da eseguire ma anche molto pratica perché si può preparare in anticipo per poi passarla in forno all’ultimo momento.

PER LE ACCIUGHE:
-acciughe freschissime
-foglie di limone bio
-scorza di limone bio
-pane grattato
-sale
-una manciata di parmigiano
-prezzemolo
-olio evo

PER L’INSALATA:
-arance
-olio evo
-sale maldon
-pepe

Pulire le acciughe, eviscerarle decapitarle e aprirle a libro dopodiché sciacquarle bene sotto acqua corrente e tamponarle con carta da cucina.
Preparare la panatura unendo al pane grattato una manciata di parmigiano (la quantità del parmigiano deve essere minima altrimenti andrebbe ad aggredire il sapore del pesce), la scorza di limone grattugiata, il prezzemolo tritato finemente, il sale ed infine amalgamare bene tutti gli ingredienti.
Lavare ed asciugare bene le foglie di limone.
Versare in un piatto con un po’ di olio evo (servirà a far aderire meglio la panatura ) , passare dal lato della pelle le acciughe ed incominciare ad impanare da tutti e due i lati , dopodiché adagiare le acciughe sulla parte interna delle foglie , arrotolare e chiudere con dello spago da cucina.
Forno preriscaldato a 180° per 10 min ca.

Per l’insalata:
pelare a vivo le arance, ridurle a piccoli dadi e condirle con sale Maldon , pepe e olio evo. Io ho usato come contenitore un bicchierino e ho decorato con un' oliva e del finocchietto.



lunedì 21 febbraio 2011

TRAMEZZINI DI SARDE GRATINATE AGLI AMARETTI, FARCITI DI ZUCCA E RICOTTA, OLIO ALLA SALVIA


Il riferimento è lampante, gli ingredienti ricordano il tortello mantovano ripieno di zucca, ricotta e amaretti, condito con burro e salvia. Manca solo la mostarda di frutta!
La zucca, come la verza, a casa mia abbonda in inverno, me ne hanno regalata una di 7 kg!!
Ho fatto di tutto: risotto, dolci, marmellate, confetture per formaggi, vellutate, sformatini, gnocchi....dovevo provarla anche sul pesce azzurro!
Il risultato non è proprio quello che avevo in mente, a livello estetico intendo, a livello gustativo sono molto soddisfatta, non era semplice, il rischio sarebbe stato di ottenere un piatto un po' a senso unico, decisamente dolce, è essenziale infatti il tocco di olio alla salvia che dà freschezza e aroma.
Avevo in mente o un millefoglie o una quenelle di crema di zucca e ricotta e sopra una sardina a mo' di nighiri sushi però poi nell'esecuzione mi sono venuti 'sti tramezzini, li ho battezzati così e tanti saluti! Poverimabruttiebuoni!

Per  ca 15  tramezzini occorrono:

nr 30 sarde mediterranee (di piccole dimensioni), meglio prenderne qualcuna in più per riserva, a volte si spappolano mentre si sfilettano, oppure vi avanza della farcia, ne fate di più
gr 350 polpa di zucca, già decorticata
gr 100 ricotta
1 cucchiaio colmo di farina
1 cucchiaio colmo di parmigiano grattugiato
noce moscata, sale, pepe
1 cucchiaio di amaretti secchi polverizzati
1 cucchiaio di pan grattato fine
olio evo, erba salvia essiccata

Mettere in infusione delle foglie di salvia essiccata e ridotta in polvere in olio evo delicato
Stufare la zucca con poca acqua, oppure appassirla in forno e poi ridurre la polpa in purea, lasciar raffreddare e poi incorporare tutti gli ingredienti: la ricotta precedentemente setacciata, la farina, il parmigiano, l'albume, sale, pepe e noce moscata.
Sfilettare le sarde.
Ungere una teglia da forno o una pirofila, spennellare bene le sarde da entrambi i lati con l'olio alla salvia  (molto importante perchè la salvia dà freschezza al piatto altrimenti sarebbe solo dolce), salare leggermente, stendere ogni  filetto di sarda sulla base teglia dalla parte della polpa, posizionare un mucchietto di composto di zucca e ricotta, chiudere con un altro filetto, cospargere la superficie, dalla parte della pelle, con un composto di pangrattato e amaretti sbricolati (proporzione 1:1)
Passare in forno a 180°C per 15 min ca.
Irrorare  il piatto di portata con l'olio alla salvia e decorare con  briciole di amaretti


Con questo piatto partecipo al contest di Fabiana  


giovedì 17 febbraio 2011

TUTTI PAZZI PER L'MTC




BOULES SPEZIATE DI ALICI AI TRE RISI, FONDUTA DI PECORINO E CARDI FRITTI


Un amico giornalista e critico enogastronomo, che di tanto in tanto mi cede preziose pillole di saggezza in materia, mi insegna che un piatto deve essere valutato seguendo alcune semplici regole. La prima consiste nel  non farsi abbagliare da presentazioni eccessivamente scenografiche ed accostamenti pirotecnici fatti solo per sorprendere e che distolgono l'attenzione dalla vera essenza del piatto. 
Ma lui non conosce l'MTC! Dove ci sono regole proprie, scritte e non scritte, fra queste una è divenuta quasi una parola d'ordine ufficiosa ed allegramente malcelata: STUPIRE!
Ma, oltre agli effetti speciali, c'è della sostanza, i partecipanti sono tutti bravissimi, quindi bisogna impegnarsi molto ed è così stimolante! Si partecipa con grande entusiasmo e spirito di condivisione, non c'è competitività agguerrita ma solo sana e genuina voglia di mettere alla prova le proprie capacità stimolandosi a vicenda in una kermesse spensierata e un po' folle e chi non lo capisce, rimanga nel proprio brodo insipido!!!
Appena ho letto infatti dell'annuncio della sfida di febbraio sulle polpette, i meccanismi cerebrali sono scattati immediatamente ed hanno partorito un paio di idee, una l'ho scartata subito, la seconda mi è piaciuta e non l'ho più abbandonata, l'ho meditata e perfezionata e l'ho diligentemente programmata per la settimana successiva a questa settimana di passione, come ho scritto nel post precedente, quella che io chiamo "Settimana Santa Toscana", in cui vengono presentate le anteprime dei grandi vini toscani: Vernaccia di San Gimignano, Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano. Inutile dire che non me ne perdo una!
La scadenza dell'MTC  è il 28 febbraio, ho tempo ma il demone mi assale, non resisto, fra un'anteprima e l'altra la polpetta scalpita, vuole nascere ed esibirsi e io non posso che assecondarla.

Urge però anche un'ulteriore premessa, un'altra regola nella valutazione dei piatti prevede che si ascoltino o, in questo caso, si leggano le motivazioni dell'esecutore per capirne le intenzioni e poi raffrontarle col risultato finale. Niente di strano per noi foodbloggers, è  quasi un rituale spiegare nei post  il perchè di un piatto, da dove è scaturita l'ispirazione, cosa volevamo esprimere, perchè abbiamo creato certi accostamenti. Ovviamente la valutazione finale è data dall'assaggio ma già in teoria ci sono elementi che si capisce possono funzionare ed altri no, nonostante la cucina contemporanea tenti di sovvertire regole ed eliminare tabù!

Non tergiverso oltre e racconto  le mie "boules", innanzitutto perchè "boules"? Perchè sono proprio sferiche, palle non mi piaceva, il termine francese, al solito, è più raffinato e nobilita l'accezione popolare della polpetta, la cui funzione basilare è il  riciclo degli avanzi e questo aspetto  mi riportano all'infanzia, quando mia nonna faceva delle mostruose polpette, grosse e informi ma divine, con il risotto giallo avanzato.
Ho pensato dunque al riso come prima cosa (anche se non era d'avanzo ma l'ho cotto appositamente), volevo abbinare un pesce azzurro, ripesco una vecchia ricetta turca di un tortino di riso con le alici, ne avrei fatto delle polpette e l'avrei voluta sperimentare con le sarde ma non le ho trovate, rimango sulle alici e la rivisito inserendo nuovi ingredienti e soprattutto giocando con le tipologie di riso, ben 3: bianco, rosso e nero!
Decido la salsa adatta, studio l'insieme: i risi scuri sono profumatissimi, poi c'è la dolcezza delle uvette, della cipolla, la speziatura della cannella, il caratterino pungente delle acciughe,  ci voleva una salsa abbastanza neutra, cremosa, panna e formaggio erano l'ideale, il parmigiano sarebbe stato scontato, ripiego sul pecorino ma non molto stagionato (visto da qualche parte comunque)....... mancava un tocco vegetale, fresco e croccante, senza esitazioni scelgo i cardi, che mi piacciono tantissimo, il loro amaricante sarebbe stato  perfetto per smorzare la dolcezza;  li concepisco fritti, quindi croccanti, come ACCESSORI, ligia alle prescrizioni di  Alessandro (che ruffiana.....)

In conclusione dalla teoria alla pratica c'è stata una buona rispondenza, a me e a mio marito sono piaciute molto, vanno "pucciate" bene nella fonduta, sono molto gustose e l'equilibrio dei sapori, tecnicamente è valido, poi si sa DEGUSTIBUS.....


Ah già.....gli ingredienti!!!

Ingredienti per ca 12 boules, 4 persone (3 a testa sono una buona dose)

gr 180 riso basmati o thaibonnet
gr 40 riso venere
gr 40 riso rosso della Camargue
gr 300 acciughe fresche
1/2 cipolla bionda media o un paio di scalogni
una manciata di uvetta sultanina
una manciata di pinoli
2 albumi
1 cucchiaio scarso di farina bianca
1 cucchiaino di cannella in polvere, meglio se macinata al momento
olio evo, sale e pepe, una foglia di alloro fresco

Per la fonduta:
100 gr pecorino di media stagionatura
150 cl di panna fresca
50 cl latte

Per gli "accessori" :
3-4 gambi di cardi
farina bianca e olio di arachidi per friggere, sale


Lessare i risi separatamente e al dente.
Sfilettare le acciughe, dividere i filetti a metà e poi tagliarli a tocchetti.
Sbollentare i cardi tagliati a bastoncino della lunghezza desiderata in funzione della presentazione (vedi foto).
Mettere a bagno in acqua calda l'uvetta per farla rinvenire
Rosolare la cipolla o lo scalogno con un filo d'olio e una foglia di alloro spezzata, aggiungere i pinoli, l'uvetta, i risi e un cucchiaino di cannella in polvere, tostare per qualche minuto a fuoco vivace, regolare di sale e pepe, mantecare con olio evo a crudo e lasciar raffreddare.
Quando il riso è freddo, togliere l'alloro, unire le acciughe a tocchetti, gli albumi sbattuti, 1 cucchiaio scarso di farina bianca, amalgamare tutti gli ingredienti fra loro e formare delle palline di ca 3-4 cm di diametro (pallina da ping pong?). Disporle su una placca da forno, spennellarle con un poco d'olio evo e cuocerle per ca 10-12 min a 180°C

Nel frattempo mettere a sciogliere il pecorino con il latte a bagnomaria o nel microonde, quando il formaggio incomincia a sciogliersi aggiungere anche la panna e mantecare fino a completa fusione.

Scolare e asciugare bene i cardi, infarinarli e friggerli in olio di arachidi e poi salarli.

Presentazione: posizionare le polpette in un piatto, napparle con la fonduta al pecorino e decorare a piacere con i cardi fritti oppure disporre la fonduta lateralmente alle polpette senza napparle o ancora mettere la fonduta in una scodella, posizionare una o due polpette sulla fonduta, un tocco di fonduta sopra e i cardi a mo' di grissini.

A ciascuno il suo, anzi, la sua!!






martedì 15 febbraio 2011

SOBRIO E CLASSICO: OCCHIATE AL FORNO CON PATATE E CARCIOFI

Dopo essermi spremuta a lungo le meningi per il menu finger e mentre ancora i meccanismi cerebrali girano a pieno ritmo per trovare un'idea per l'MTC di febbraio, una piccola pausa alle sperimentazioni non solo per il cervello che rischia di friggere ma anche per il palato che ha voglia di sapori semplici, conosciuti, del cosiddetto "comfort food". Come quando al ritorno da un viaggio in paesi lontani, quando hai sperimentato e assaggiato di tutto, il tuo stomaco e il tuo palato supplicano una pasta in bianco col buon olio toscano e una grattugiata di parmigiano. Non è confortevole? Oh yes!
Ieri, tra l'altro, sono stata fuori tutto il giorno, ero a San Gimignano per l'anteprima della Vernaccia, che inaugura quella che io chiamo "la Settimana Santa Toscana" cioè la settimana delle anteprime, si incomincia il lunedì con la Vernaccia di San Gimignano e poi il mercoledì il CHIANTI CLASSICO alla stazione Leopolda di Firenze, nel weekend Benvenuto Brunello a Montalcino e l'anteprima del  Nobile a Montepulciano.
E tra un'anteprima e l'altra devo pensare anche alle polpette per l'MTC!
Nel frattempo mi sono rilassata con questo classicissimo piatto di pesce al forno.

Le occhiate sono pesci poco conosciuti, rientrano nella famiglia del pesce azzurro, hanno una polpa delicata dal gusto che richiama  il sarago e costano un terzo!
La ricetta è semplicissima:

x2  persone, 2 occhiate da ca 400 gr cad
patate, carciofi
olio evo, salvia, rosmarino, alloro, sale
In forno preriscaldato a 200° C mettere la pirofila con le verdure affettate, gli aromi e l'olio 10-15 min prima dei pesci che cuoceranno il altri 15 min.

sabato 12 febbraio 2011

METTI UNA SERA A CENA UN'AMICA FOODBLOGGER= 1 POST PER 4 CONTEST!!!

Enrica  per la prima volta  a cena a casa mia!
Ci siamo conosciute virtualmente a novembre 2010 e "di ciccia", come dicono qui in Toscana, cioè "in carne ed ossa", ad anno nuovo.
Si è stabilito un feeling immediato pur essendo caratterialmente molto diverse  ma una forte sensibilità e voglia di conoscere, che poi si rivela nella stessa grande passione per la cucina, agiscono da collante.
Abbiamo subito iniziato un fitto scambio  tramite i commenti sui rispetti blog, facebook, mail, sms, telefonate, sono nate idee sfiziose, progetti comuni e giorno dopo giorno cresceva il desiderio e la curiosità in ognuna di noi di assaggiare i piatti dell'altra.
Enrica è riservata, naturalmente elegante ma intelligentemente easy, ricordo quando le ho fatto un'improvvisata, un pomeriggio ero a Livorno per fare shopping, le ho telefonato in estemporanea per proporle un caffè insieme invece lei era in casa che preparava dei dolcetti, per un post ovviamente, e mi ha invitata a passare.
Non pubblico la foto, che mi sono precipitata a scattare col blackberry, per rispetto alla sua riservatezza (e perchè me l'ha proibito!!), ma sono rimasta incantata quando l'ho vista preparare i suoi dolcetti  indossando con grande nonchalance un  vestitino bon ton, il grembiule sopra e due giri di perle al collo!
Battuta d'obbligo: LA CLASSE NON E' ACQUA!
Invitare Enrica voleva dire permettersi di sperimentare, giocare insieme, immortalare tutto per i nostri blog; non poteva essere che una cena FINGER dal momento, inoltre, che il finger è il suo genere preferito e io non mi cimento spesso, quindi sfida e grande divertimento per me.
E TANTO TANTO LAVORO ma che soddisfazione poi a risultato finito!!!
Avevo in mente già da tempo delle cosucce da sperimentare, quale migliore occasione per proporle e giudicarle insieme, ho aggiunto un piatto già collaudato ed ecco qua il menu completo col quale partecipo  al contest di Aurore 


Il mio menu finger prevede in realtà 3 portate (ognuna delle quali partecipa ad un contest) e tutte coerentemente con pesce azzurro: ANTIPASTO, variazioni di sgombro - PRIMO, sushi mediterraneo di palamita- SECONDO, puntarelle con alici fresche e sott'olio e scorze di limone candite

ANTIPASTO: Variazioni di sgombro


La tartina è di pane di segale (andrebbe imburrato, l'ho dimenticato, nei bis, non fotografati, l'abbiamo imburrato) con una tartara di sgombro crudo condito con olio, succo e polpa di barbabietola e zenzero grattugiato, guarnizione: rotsauercraut (cavolo rosso stufato con olio, aceto, zucchero, sale e bacche di ginepro)

Nel bicchierino: croccante dolce/salato di arachidi (arachidi, burro, sale, zucchero), crema di sgombro lessato frullato con olio, zenzero, prezzemolo + tocchetti di dattero fresco

Il cucchiaio : sedano rapa grattugiato, polpina di sgombro sott'olio (home made of course), chutney di banane (sempre home made, fatto a novembre con banane regalate prevenienti da Sri Lanka e messo in vasetto: banane, mele, aceto, zucchero di canna, cardamomo, zenzero, cannella) e un pezzetto di noce 'ncoppa a tutto quanto.
Per il cucchiaio apro una piccola parentesi: mio marito,che partecipava al convivio, ormai avvezzo alle mie sperimentazioni ma sempre guardingo, mentre tagliava pane e focaccia, sbirciava le preparazioni, io stavo elencando ad Enrica la composizione del cucchiaio, quando ha sentito "chutney di banane" mi chiede serenamente "ma il chut è facoltativo?" ovvero "se ne può anche fare a meno, no?" Io ed Enrica siamo scoppiate a ridere e lui ci ha seguite, è stato troppo forte, un'espressione simpaticissima e riuscitissima di velata perplessità! Alla fine, da non credere, abbiamo dato i voti ai piatti, il cucchiaio è quello che gli è piaciuto di più, più di tutto, non solo delle variazioni di sgombro!!! E anche per noi era il meglio riuscito.

Con questo piatto partecipo al contest di Saretta


PRIMO: sushi mediterraneo di palamita

Il sushi con la bietola al posto dell'alga è dell'amica chef Deborah Corsi, così come le due salsine, quello col riso venere e la verza invece è una mia invenzione, della quale Deborah era scettica, temeva che con la verza sarebbe stato più difficoltoso.  E' stato difficoltoso  arrotolarli entrambi, si vede dalla foto che come sushi non è  proprio impeccabile però erano buoni quei rotolini precari con le loro salsine, sedano, mandorle e zenzero per quelli di verza e maionese di pomodoro per quelli di bietola.

Con questo piatto partecipo al contest di  Cooking Elena

perchè? perchè questo piatto mi rappresenta per certi aspetti: io sono "da bosco e da riviera", mi piace il rigore e la raffinatezza dello stile  minimal, e il sushi ne è un mirabile esempio, ma mi piace anche giocarci e sdrammatizzare con ironia inserendo colore ed elementi rustici, poveri, come verze e bietole. Il mio amore per il mare è nella palamita, la solare mediterraneità nel pomodoro, il riso mi riporta alle mie origini padane, come la verza del resto. Penso che non ci sia bisogno di aggiungere altro se non la ricetta:

per 4 persone
150 gr di riso basmati o thaibonnet bianco
150 gr di riso venere
foglie di bietola e verza in quantità variabili a seconda delle dimensioni (se grandi 5-6 foglie)
200 gr ca di filetto di palamita o tonno precedentemente passato nel freezer per qualche giorno e poi scongelato
4-5 pomodorini ciliegia molto maturi (d'estate ovviamente è tutta un'altra cosa, sono contraria alla verdura non stagionale ma avevo provato lo zabaione d'agrumi e non mi era venuto, dopo tanto lavoro ho optato per questa maionese di pomodori facilissima)
due o tre coste di sedano sbollentate
una manciata di mandorle
zenzero
olio evo

Lessare i risi separatamente, lasciarli raffreddare e successivamente farli riposare qualche ora in frigor.
Sbollentare le foglie di cavolo verza e di bietola e deporle su un canovaccio per farle asciugare bene. Mettere una pellicola sopra a quelle di verza e appiattirle un po' col mattarello.
Su una spianatoia posizionare l'apposito stuoino per arrotolare il sushi, stendere sopra allo stuoino un foglio di pellicola trasparente, adagiarvi le foglie di bietola facendole combaciare l'una con l'altra, disporre lungo un lato uno strato di riso bianco, nel centro posizionare una striscia di palamita/tonno, e lasciare un lato libero, arrotolare il composto partendo dal lato con il riso aiutandosi con lo stuoino e premendo bene per chiudere il cilindro fino ad incontrare il lato libero che sigillerà il rotolo, ritagliare la bietola in eccesso. Tenere il rotolino avvolto nella pellicola in frigor in modo che si compatti bene fino al momento di tagliarlo.
Ripetere l'operazione con le foglie di verza e il riso venere.

Per la maionese di pomodoro, mettere dei pomodorini ciliegia spaccati in 4 nel bicchiere del frullatore a immersione e frullare aggiungendo dell'olio a filo come per fare una maionese finchè risulta bella gonfia e spumosa, regolare di sale

Per la crema di sedano, frullare le coste di sedano precedentemente sbollentate e private dei filamenti, con mandorle, zenzero fresco grattugiato, olio e sale


SECONDO: puntarelle con acciughe fresche e conservate, scorzette di limone candite e olive taggiasche


Con questo piatto partecipo al contest di Il ricettario di Cinzia

Una rivisitazione  della tradizionale insalata di puntarelle e acciughe laziale. Ho eliminato l'aglio e ho preferito le acciughe sott'olio a quelle salate, poi l'ho resa un po'  più accattivante e adatta al contest con l'aggiunta di qualcosa di  sfizioso e insolito ma coerente come le scorzette di limone candite,  un tocco di dolcezza, decisamente indicata  in una preparazione in cui spicca soprattutto il salato ma anche l'agro del succo di limone e l'amarognolo delle puntarelle.
Per renderlo  più piatto importante che semplice insalata ho pensato di inserire anche le acciughe fresche, crude e il  tocco finale, improvvisato mentre componevo il tutto, è rappresentato dalle olive taggiasche sott'olio, dolci ma con carattere.
500-600 gr. di puntarelle
10 acciughe eviscerate, deliscate, passate nel freezer e poi scongelate
3-4 acciughe sotto'olio (la ricetta classica prevede quelle salate, io preferisco qui quelle sott'olio, sono più delicate di quelle sotto sale)
1 limone, succo e scorza
80 zucchero, 100 gr acqua
sale, pepe, olio evo
olive taggiasce denocciolate sott'olio (ingrediente last minute :-)

Pulire le puntarelle scartando le foglie esterne che si possono lessare e sono buonissime. Tagliarle a striscioline e metterle a bagno nell'acqua fredda per farle arricciare. (le mie purtroppo erano un po' corte e non si sono tanto arricciate o forse non le ho tagliate abbastanza fini, se volete seguire tutto il procedimento passo per passo, sbirciate qui)
Per ritagliare le scorzette di limone ho un attrezzo che usano i barman per i cocktail però vengono troppo fini, le volevo un po' più cicciotte, allora ho usato il pelapatate, ho ottenuto scorze di un buon spessore e nello stesso tempo ben pulite dalla pellicina bianca, che va tolta completamente, poi le ho tagliate a striscioline di 3-4 mm. Secondo le istruzioni che ho letto: bisogna metterle prima nell'acqua fredda e lasciarle riposare qualche ora, poi sbollentarle in acqua per 3 volte. Da ultimo si sbollentano in acqua e zucchero facendole cuocere fino al punto desiderato, infine si scolano e si mettono ad asciugare su un foglio di carta assorbente.
Fullare dell'olio evo con i filetti di acciughe e succo di limone a piacere.
A questo punto non resta che assemblare l'insalatone.
Scolare le puntarelle e posizionarle in un'insalatiera, condirle con l'olio all'acciuga, aggiungere le olive, le acciughe fresche divise in due filetti, mescolare bene il tutto, regolare di sale e pepe e lasciare riposare almeno 2 ore prima di servire. Al momento di servire incorporare anche le scorzette di limone.
E' un piatto per gli amanti dell'agrodolce!


Per concludere, avevo fatto anche il dolce, semifreddo alla zucca e cannella ma non è questa la sede per pubblicarlo e non ho intenzione di creare un altro blog!!!
E' stato bello condividere materialmente dopo tanta condivisione virtuale!!



mercoledì 9 febbraio 2011

TUTTI PAZZI PER LE ACCIUGHE, IL MIO PRIMO CONTEST


Il mio primo contest!!! E come potevo sottrarmi? Tocca anche a me!
Come qualche  navigato blogger mi insegna, ci sono regole e consuetudini non scritte nel mondo dei foodbloggers, piano piano, ci sto entrando sempre più dentro, e ho notato qua e là che una di queste consuetudini è quella di lanciare il primo contest o al raggiungimento dei 100 lettori fissi, meta ancora lontana per me, o al compimento del primo blog-compleanno!
Scelgo la seconda opzione che è ovviamente più vicina: il primo blog-compleanno di Poverimabelliebuoni è il 28 marzo 2011, quindi questa è la scadenza del contest!
Il tema  non poteva essere che l'acciuga, della serie il primo amore non si scorda mai, leggi qui.
So che marzo è abbastanza inflazionato di scadenze contest ma io procedo, spero che parteciperete numerosi!

E ora un po' di regole : (si fa così vero?)

. le acciughe fresche saranno le interpreti principali dei piatti, acciughe conservate sono ammesse solo come attrici non protagoniste. Via libera ad  antipasti e/o finger food, primi, secondi, a meno che qualcuno riesca a farci anche un dessert!!! CORREZIONE: a grande richiesta degli amici che vivono in paesi dove non riescono a reperire le acciughe fresche, SOLO PER LORO : OK ACCIUGHE CONSERVATE :-)

. Valgono anche ricette già postate ma sono preferibili inedite create apposta per il contest e solo una ricetta per persona

. Sarebbe molto gradita, ma non vincolante, l'iscrizione al blog (così quando raggiungo i 100 lettori lancio  un altro contest :-)

. Il contest è aperto anche ai non bloggers, scrivere a poverimabelliebuoni@gmail.com

. Per i bloggers, lo sapete benissimo : lasciare un commento a questo post indicando il link della ricetta con cui volete partecipare e pubblicare, sul vostro blog e sul post con cui aderite, il bannerino del contest:

GIURIA:
- un giudice non poteva essere che la mia chef del cuore, l'ispiratrice del blog e amica DEBORAH CORSI, chef del ristorante La Perla del Mare, San Vincenzo, Li, che ho citato più volte nel blog, l'ultimo in ordine cronologico BUON COMPLEANNO DEBORAH

- l'altro giudice è l' amico Stefano Ferrari, sommelier AIS, grande conoscitore di vini e palato infallibile ma anche esperto di gastronomia, fra i pionieri del movimento SLOW FOOD, delegato della Costa degli Etruschi per anni, promotore proprio del presidio Slow Food della Palamita, coordinatore guida SLOWINE Toscana, che si presta sempre con grande simpatia e disponibilità a queste iniziative divertenti, in cui però poi è giudice inflessibile e molto tecnico!

- terzo giudice: Erica Berti, giornalista free lance, ex Donna Moderna e La Cucina Italiana, di grande cultura culinaria,  nella sua carriera vanta un'intervista a PAUL BOCUSE!!!

Ovviamente io coordinerò le attività!

PREMI : gente, qui si fa sul serio, ho anche lo SPONSOR!!!

1° classificato assoluto e per la categoria a cui appartiene il piatto, verrà premiata  l' originalità della ricetta, il rispetto della materia prima, l' esecuzione e l'equilibrio/contrasto di sapori, riceverà una confezione di prodotti  MEDITERRANEA BELFIORE  (salse di pomodoro, creme di verdure, verdure sott'olio e sott'aceto, confetture per formaggi  per quando non si ha voglia o tempo di cucinare e conservare) azienda conserviera artigianale di Cecina, Li, che utilizza esclusivamente materie prime da coltivazione biologica, gestita con energia e passione da tre sorelle, inutile dire, mie amiche: Simonetta, Emiliana ed Antonella Ciarlo a cui va il mio sentito ringraziamento. A breve la foto della confezione premio.

2° e 3° classificato , saranno premiati con una confezione de LE CREME DELLO CHEF, creme agrodolci di frutta e verdura in confezioni speciali,  frutto della collaborazione fra Deborah e Mediterranea Belfiore. Foto premio come sopra.....

Se trovo un'anima buona che mi aiuta magari faccio il pdf con le migliori ricette ma non garantisco, io sono imbranatissima!!

Vi aspettoooooooooooo


Ecco le ricette partecipanti in ordine di arrivo :

1. Gabriella di Ricetteamorefantasia con  Penne alici e melanzane 
2. Max de Il Blog di Max con Risotto con le acciughe
3. Erika no blogger con Acciughe in foglia di limone e insalata di arance
4. CorradoT con Lasagne alici, crema di ricotta, arancia
5. Martina no blogger con Gnocchetti acciughe uvetta e pinoli
6. Giuseppe no blogger con Gelato d'acciughe su tartara di tonno
7. Stefania no blogger con Pesciolini di pan d'acciughe
8. Irina di La cucina di Irina con Tortino di alici al profumo di menta
9. Claudia di Verdecardamomo con Terrina di alici e patate al burro salato
10. Enrica di UnacenaconEnrica con "Poor" Fish&Chips: Acciughe e bucce di patate rosse fritte
11. Valentina, L'aroma del caffè, Tortino di alici e pecorino
12. Elena, Cooking Elena, Tortino di alici e bietole
13. Mapi, La Apple Pie di Mary Pie, soufflé di acciughe
14. Roberta in Cucina, fiori di zucca alle acciughe
15. Giulia, Una Rossa di Sera, polpette di alici e salsicce
16. Carla, Un'arbanella di basilico, alici con sformatino di cavolfiore
17. Doriana, La signora dei fornelli, Tortino di alici con falde di peperoni
18. Follie ai fornelli, Spaghetti con le alici
19. Alessandra, Menu Turistico, Il bagnun - zuppa di acciughe alla ligure
20. Rosalba, Buonumore in cucina, Terrina di alici e patate
21. Fujiko, La ricetta della felicità, Alici marinate
22. Vickyart, Arte in cucina,Alici in tortiera
23. Alberto, La cucina di Albertone,Polpette di alici e panettone su crema di mandarini
25. Barbara, Mezzogiorno di cuoco, Tortino di alici ammollicate
26. Terry, Baci di Zucchero, Le mie acciughe allinguate
27. Ilaria, Ilaria per l'aria, Acciughe sifonate
28. Patrizia, Sciroppodimirtilliepiccoliequilibri, Fagottino di radicchio di Chioggia con alici
29. Eleonora, Burro & Miele, Insalata di alici marinate
31. Gianni, Coco Gianni, Alici e verdure marinate
32. Maetta, Chegustosa, Alici alla Adele

martedì 8 febbraio 2011

VELLUTATA DI RAPE ALL' ANETO CON ARINGHE ARGENTATE E SMØRREBRØD


Della serie forse non  tutti sanno che... l'aringa è un pesce azzurro! Non sto a dilungarmi sulla sua provenienza e dove è maggiormente diffusa, si sa, è un prodotto decisamente nordico! Quindi, questo piatto è un mio modesto omaggio al grande Nord, ispiratomi  dalla recente scoperta di un blog strepitoso curato da un italiano, Alessandro, che vive in Svezia e che propone eleganti  piatti in stile scandinavo e altre meraviglie raffinatissime, Una renna in cucina
Pensando alle aringhe, non essendo stata in Svezia ma in Norvegia e in Danimarca, rammento che la capitale di quest'ultima è considerata la città delle aringhe ed inevitabilmente scatta l'amarcord:  Nyavn Faergekro, sul vecchio porto di Copenaghen,  l'indimenticabile, imperdibile buffet di aringhe, proposte in tutti i modi, salate, affumicate, cotte, crude, salsate, in insalata, marinate e  le deliziose cameriere in costume tradizionale che girano per i tavoli con un cestino contenente diversi tipi di acquavite per accompagnare le aringhe!! Rammento che non osammo bere l'acquavite e poi ci pentimmo, perchè sarebbe stata un ottimo aiuto per la digestione!!

Fino a ieri mattina  per me le aringhe erano per lo più affumicate, a filetti, nelle buste. Ho scoperto al mercato le  cosiddette ARINGHE ARGENTATE e ho indagato: le argentate subiscono un'affumicatura più delicata rispetto alle DORATE o addirittura non vengono affumicate affatto ma solo salate. Si trovano i maschi che contengono il lattume e le femmine con le uova, sia il lattume che le uova si possono spalmare su pane nero imburrato, per mitigare il forte sapore.
Prima di consumarle devono essere messe a mollo con acqua e latte  per almeno un giorno per dissalarle e poi si possono condire a piacere.

Sempre al mercato ho trovato finalmente le rape bianche, che conosco bene ma le avevo un po' dimenticate e riscoperte grazie al blog di Enrica, Una Cena con Enrica che pare abbia rifrescato la memoria a molti lettori al punto che trovare le rape era diventato un blog-tormentone da settimane!!!

Proprio Enrica mi suggerisce la vellutata, cerco un po' nei blog una ricetta ma ho idea di come si prepara una vellutata e trovo infatti conferma.
Il mio intento comunque era di fare un mix tutto nordico, penso di esserci riuscita (rape, patate, aringhe, aneto, pane di segale) ma l'ultima parola spetta alla Renna, (Alessandro), anche se sta in Svezia, ha più dimestichezza lui con le cose nordiche che la sottoscritta!

A me personalmente è piaciuto tantissimo questo piatto perchè la delicatezza della vellutata di rape sottolineata dal gusto, perfettamente in sintonia, dei semi di aneto ha ammorbidito il sapore penetrante delle aringhe che, nonostante l'ammollo, erano sempre ben sapide ma non affumicate. Sono convinta che anche con quelle affumicate potrebbe funzionare benissimo.



Quindi vellutata di rape e aringhe e come entrée SMØRREBRØD (il tipico sandwich danese con una fetta di pane di segale coperta da  ogni sorta di ingrediente)  con le sue uova
Ecco qua le dosi per 4 persone, spero:

gr 400 rape bianche
gr 150 patata
porro (a piacere)
brodo di verdura
burro, olio evo
aneto in semi e aneto fresco (in mancanza può andar bene il finocchietto selvatico o anche le  barbe dei finocchi)
pane di segale
2 aringhe argentate (preferibilmente 1 maschio e 1 femmina per poi fare i crostini
sia con il lattume che con le uova)
latte e acqua qb per l'ammollo delle aringhe
2-3 rapanelli

Metto le aringhe a mollo in acqua e latte per un giorno intero, poi le scolo, le asciugo bene, le spello e le sfiletto, le eviscero mettendo da parte le uova (ho beccato 2 femmine!!!) e le taglio a tocchetti.
Taglio a fettine il porro e lo rosolo con una noce di burro, aggiungo le patate e le rape a fettine fini, una manciata di semi di aneto, brodo di verdura e lascio sobbollire per ca 15 min finchè le verdure sono ben cotte, regolo di sale e poi passo tutto al mixer per ottenere una purea piuttosto fluida.
Taglio il pane a dadini e li faccio tostare in forno.
Verso un mestolo di vellutata nel piatto fondo, aggiungo i tocchetti di aringhe, i crostini, un ciuffo di aneto fresco, un giro d'olio evo e via.....

Per gli SMØRREBRØD  alle uova: tagliare il pane di segale senza abbrustolirlo, imburrarlo abbondantemente e spalmarlo con le uova precedentemente ammollate nel latte e scolate, decorare con fettine di rapanelli e ciuffi di aneto


Con questa ricetta partecipo alla raccolta TESTA DI RAPA di VANIGLIA ZENZERO E CANNELLA


E a quella di Le ricette di Minù