domenica 29 ottobre 2017

ATTENTI A QUEI DUE!! OSTERIA MOME' LIVORNO


L'Osteria Momé con il suo vivace e fantasioso chef  Gabriele Polonia e la sua dolce compagna Simona Bulla, impeccabile padrona di casa, si è imposta sin dal suo esordio, poco più di un anno fa,  come un faro abbagliante in una città come Livorno che, per essere gentili,  non brilla certo nel panorama gastronomico italiano.  
Gabriele, 31 anni, livornese doc, si forma gastronomicamente nella macelleria di famiglia e in seguito ad esperienze di lavoro e di vita, viaggi e scambi culturali, elabora un suo stile personale  fatto di passione ed istinto e di continua ricerca, totalmente aperto al nuovo e al piacere della scoperta.  Osa e stupisce con guizzi a tratti geniali e,  dopo una maturazione intelligente e costante,  non si butta in  pericolosi voli pindarici ed assurdi estremismi bensì procede con i piedi in terra, testa ben salda sulle spalle e mano solida e precisa oltre che veloce! Ha un carattere gioviale, simpatico e brioso, serio e concentrato nel suo lavoro.


E' stato un piacere infatti osservarlo nella minuscola cucina del suo ristorante, mentre tagliava, tritava, spadellava e infornava con una velocità e una disinvoltura da chef di lunga esperienza quando, per una serie di coincidenze mi è capitato di approfondirne la conoscenza e di poter assistere a delle prove generali del nuovo menu autunno inverno per cui ho fatto ben volentieri da "cavia".
Lo aiuta in cucina il giovanissimo Simone Corucci, preciso e compito.


Ero stata la prima e unica  volta a cena al Momé con mio marito solo a fine settembre e ne ero  rimasta subito  impressionata, ciò che avevo assaggiato andava ben oltre le aspettative di  quello che avevo letto e che mi avevano raccontato. Anche il servizio e l'accoglienza calda di Simona ci avevano catturati. Gentile, garbata e sorridente, molto attenta e dai modi professionali ma non ingessati. Simona è anche l'autrice dei disegni dal delicato e piacevole stile fiabesco a tratti ironico e caricaturale che decorano le singolari pareti azzurre del Momé, che prende il nome dall'affettuoso  soprannome con cui la giovanissima illustratrice-sommelier viene chiamata in famiglia. 


Il menu è ben congegnato con proposte di pesce, verdure, carne e quinto quarto. La formula è giovane e commercialmente appetibile, come i piatti, di cui si  può ordinare la porzione intera o la mezza porzione permettendo così di divertirsi ad assaggiare tante portate e contenere la spesa. Convenienti sono inoltre i menu degustazione in cui ci si affida alla fantasia dello chef, scegliendo solo il numero delle portate e comunicando eventuali intolleranze. 
I titoli dei piatti sono accattivanti e divertenti, molti sono i  riferimenti alla cultura gastronomica labronica, toscana e di altre regioni italiane. La filosofia di cucina che ispira e motiva maggiormente Gabriele è proprio quella di onorare soprattutto la propria città con rivisitazioni di grandi classici in chiave contemporanea ma soprattutto ironica. Non mancano proposte confortevoli, meno sperimentali e più facili ma mai banali.

Ed ecco che nascono creazioni come l' Omaggio a Gagarin: dei gustosi gnocchetti, assaggiati la prima volta al Momé ma non fotografati,  fatti con la torta di ceci che il giovane chef presenterà a breve in un cooking show a  Maredivino, 18 e 19 novembre a Livorno,  e che strizzano l'occhio al più famoso "tortaio" di Livorno, cioè Gagarin, non il celebre astronauta russo!!! Gli gnocchetti vengono serviti con la spuma bionda di rito,  che accompagna il 5&5 più verace, ovvero  il panino con la torta di ceci, lo Street food di Livorno!

E ancora le Cozze al tramonto, rielaborazione di un classico che prevede uova strapazzate con pomodoro e cozze, risolto con l'uovo dal cuore morbido e voluttuoso cotto a bassa temperatura e l'altrettanto voluttuosa salsa di pomodoro e le cozze piene e saporite a fare da ancelle. Un piatto da scarpetta senza vergogna!


Il Brodo di sassi con la neve di Firenze  è un piatto poetico e commovente, iconico e leggendario, testimone  di un passato dove la miseria e la fame aguzzavano l'ingegno fino a far bollire i sassi del mare con quelle poche alghette attaccate per estrarne tutto il sapore. Pratica impossibile da proporre oggigiorno! Il brodo di sassi di Gabriele è un concentrato di  mare, dal  gusto intenso di salmastro e  di scoglio, frutto di grande tecnica. La neve di Firenze è una pastina, poco nota,  di origini antichissime fatta a scagliette piccole e finissime che va versata  nel brodo bollente, direttamente al tavolo nel piatto del commensale,  e si scioglie come neve, da cui il nome. Infine galleggiano in superficie  delle delicate seppie soffiate. Il brodo nero lambisce i bordi del piatto come le onde del mare lambiscono la riva ed è volutamente scuro a ricordare il mare di notte,  misterioso e poco invitante ma che invece cela un gusto ammaliante, che ti seduce dalla prima cucchiaiata e ti fa innamorare perdutamente e ti tingi volentieri i denti di nero! Da ola!


Stuzzicante il  Paté  maison,  di fegatello e carne di maiale, con cipolle in agrodolce e...tenetevi forte....pop corn di cotenna di maiale. Un piatto veramente "pop", non c'è che dire!!



Semplicemente Piemonte:  lingua, salsa tonnata, crema di peperoni e bagna cauda...semplicemente Piemonte, appunto! che altro aggiungere?


Quattro passi nell'orto: titolo azzeccatissimo per un piatto green da leccarsi i baffi con crema di patate, verdure e legumi,  polvere e cialda croccante di cavolo nero. Ne farei anche otto di passi in questo orto!

La quaglia in rosa con tre consistenze di barbabietola: ridotta in crema, in polvere e in cialda croccante, senza contare quella cotta, presentata a fettine e pure le foglioline più tenere della parte fogliare della radice rossa. Della quaglia, le coscette disossate e avvolte in una saporita pancetta e i petti cotti a dovere.  Gustoso, succulento e divertente. La foto non gli rende giustizia, chiedo venia...


Infine, disobbedisco a chi mi avrebbe sconsigliato di pubblicare questo Tramezzino di crostacei col suo guazzetto  perché non completo e da correggere in quanto manca l'accompagnamento di verdure e la farcia del tramezzino è troppo spessa, così come il pane poco tostato. Ma i colori del piatto sono già belli e il  gusto è semplicemente irresistibile, così intenso e concentrato,  che non posso fare a meno di condividerlo e invitare chi  legge a provarlo, lo  troverà d'ora in poi realizzato comme il faut e con tutti gli annessi e connessi. Io ci torno di sicuro e non solo per questo piatto! Anche per i dolci, perché a questo giro  non ce l'ho fatta..

Che altro aggiungere?  Ringrazio innanzitutto Gabriele per avermi invitata nella sua cucina e per la sua disponibilità a rispondere alle mie domande e naturalmente ringrazio anche Simona per la piacevole compagnia.
Riprendo infine l'incipit del titolo:  ATTENTI A QUEI DUE!!  Eh sì, si sono già accorti di Momé la Guida Ristoranti dell' Espresso e del Gambero Rosso;  non mi resta che complimentarmi per i brillanti risultati d'esordio con l'ingresso nelle due principali guide gastronomiche italiane ed augurare a questi ragazzi, mossi da grande tenacia e coraggio e da un entusiasmo contagioso, di continuare per questa strada che sembra proprio quella giusta. Avanti così ragazzi, avanti tutta!! 



tel. +393927805007






venerdì 27 ottobre 2017

I MIEI KATMER POGACA SALATI PER IL CLUB DEL 27


Questo mese sia la sfida Mtchallenge che il Club del 27 sono entusiasmanti e molto tecnici.  L'Mtchallenge n. 68  di ottobre, conclusosi ieri,  ha avuto per tema i cannoli di pasta sfoglia
Misurarsi con la pasta sfoglia e riuscire a sfornare dei cannoncini degni di tale definizione  è stato, a dir poco,  emozionante, a maggior ragione se penso che era solo la seconda volta in cui preparavo la sfoglia;  la prima, sempre per l'Mtchallenge, fu ancora più ardua, quando mi cimentai da neofita con la pasta sfoglia lievitata e che soddisfazione provai  nel produrre i miei primi  bellissimi croissants!!

E di chi sfoglia ferisce...hahahaha mi è presa così. Si tratta pur sempre di sfide! E si continua infatti, anche con l'attività del nostro Club del 27 che riprende il Tema del mese legato, appunto alla sfida n. 50 quella sui croissants ma anche ai cannoli di sfoglia, con una carrellata di sfoglie dal mondo.


Sfogliando l'Atlante, c'è l'imbarazzo della scelta tra dolci e salati,  tra Millefoglie, Bourekas, Pasteis de nata, Cronuts, Banbury cakes, Danish pastries, Kranz, Galette des rois, ...... e questi misteriosi Katmer pogaça turchi, che a suo tempo, erano stati preparati da Mariella di Mariella Cooking ...dei panini che sembrano in tutto e per tutto dei  croissants ma guai a chiamarli croissants! Eppure sfogliano e la sfoglia è facile e divertente da fare e non è al triplo burro come la sfoglia classica bensì viene preparata con olio e latte, pochissimo burro viene messo fra uno strato e l'altro ma ora vi spiego meglio.....


Ingredienti per 16 panini

500 g di farina 00
200 ml di latte
100 ml di olio di riso
80 g di burro 
15 g di lievito di birra fresco o 4 di lievito di birra disidratato
1 albume (40-42 g ca) 
2 cucchiaini rasi di sale
2 cucchiaini di zucchero semolato

1 tuorlo + 1 cucchiaio di latte per spennellare i panini prima della cottura

Impastare tutti gli ingredienti, tranne il burro,  su una spianatoia e lavorare il composto fino ad ottenere una pasta liscia e morbida. Arrotolarla a salsicciotto, tagliare 8 trance e formare 8 palline (dovrebbero avere un peso di 100-110 g cad.). Coprire con pellicola e lasciar riposare 15-20 minuti circa fuori dal frigorifero. Stendere le palline in dischi da ca 12-15 cm. Far fondere il burro pochi secondi nel microonde, deve essere tiepido non caldo.

Spennellare la superficie di ogni disco e impilarli fino a formare una torretta
Prima di stendere la pila di dischi con il matterello, aiutatevi con le mani schiacciando ed allargando bene, in modo che poi si possa far rollare il matterello senza che scivoli da ogni lato per via del burro. Stendere senza esercitare eccessiva pressione, fino ad ottenere un disco di ca 25 cm. Nel caso in cui la pasta si appiccicasse al matterello, resistere alla tentazione di cospargere il piano con la farina, eventualmente ungere il matterello con il burro!
Rivoltate il disco ottenuto e spianate di nuovo fino ad arrivare ad un diametro di 50-55 cm. La pasta dovrebbe avere uno spessore di 1 cm ca. 
Ricavare dal disco 16 triangoli isosceli (la cosa più difficile se non si riesce ad ottenere un disco perfetto! l'amica Manuela Valentini di Profumi e colori, suggerisce un disco taglia torte per aiutare nel taglio). Stendere i triangoli  col matterello per allungarli fino ad uno spessore di 2-3 mm. 
A questo punto ci sono due possibilità, o si arrotolano su se stessi come dei croissants, oppure secondo il sistema tradizionale turco, ripiegando prima su se stessi gli angoli della  base del triangolo e poi arrotolando fino a ricongiungersi con la punta del triangolo. Vengono un po' più bombati. 

Versione originale 

Io li ho fatti entrambi ma quelli a croissants mi sono venuti meglio perché nei primi mi ero semplicemente scordata di stendere i triangoli. 
Spennellateli con il tuorlo leggermente battuto con il latte e fate lievitare coperti da una pellicola, nel forno socchiuso con la luce accesa fino al raddoppio (circa 2 h)
Infine cuoceteli in forno a 180- 200 ° C per 15 min (la temperatura è variabile perché dipende molto dal proprio forno) o fino a che saranno ben gonfi e dorati

Versione a "croissants"


Come i croissants, sono adatti a farciture sia dolci che salate. Io ho optato per il salato a pranzo : burrata, acciughe salate e olio al tartufo e pesce spada affumicato, composta di cipolle rosse, finocchietto selvatico. Il resto a colazione con la marmellata casalinga!






















lunedì 2 ottobre 2017

IL VINCITORE DELL'MTC N 67 E'......



Ragazzi!! Se Dio vuole  è fin....ehm..cioè...Cari emmeticini, eccoci giunti alla conclusione del nostro meraviglioso gioco!! Scherzo dai...ma insomma, non nego che è stato un po' faticoso ma mi sono anche divertita!
Anche nel  mio primo Mtc da sfidante, nel 2012,  vi avevo appioppato un pesce e pure puzzolente come il baccalà. Ma la ricetta era una,  ben definita, il baccalà alla livornese, facilissimo, carta bianca alle interpretazioni, bastava che ci fossero gli ingredienti della livornesità: aglio e pomodoro, oltre al baccalà naturalmente.  
Questa volta il tema era più ampio, con molte variabili, apparentemente facile, come vi avevo avvisato, ma per niente banale. E, anche se con Alessandra, nel formulare il regolamento abbiamo cercato di sviscerare tutte le casistiche possibili per anticipare le vostre domande, non sono mancate le sorprese e gli imprevisti, i dubbi di interpretazione. Non è stato né facile né banale anche per noi. Accidenti a me dunque!!
Tra l'altro, volete ridere? Ormai si può dire....abbiamo avuto tre mesi di tempo per formulare il tutto, eppure si sono verificati  i classici  imprevisti dell'ultimo minuto. Erano stati fissati i punti principali della sfida  a luglio, così io ho potuto anticiparmi nella preparazione dei piatti, dal momento che sarei stata fuori tutto agosto, e ci eravamo ripromessi di risentirci verso fine agosto per coordinare tutte le attività, inclusi gli argomenti delle varie rubriche. Io avevo il portatile con me, foto pronte, dovevo "solo" scrivere i testi e le ricette..
Morale, nell'anda e rivieni di messaggi degli ultimi giorni, tra un ripensamento e l'altro, Mai prepara il banner, siamo in dirittura d'arrivo, appaiono gli indizi, parte il cazzeggio, qualcuno commenta "la Galliti ci farà puzzare le mani" e io replico "il pesce fresco non puzza, sa di mare". Qualcuno sottolinea che pure quello di fiume sa di fiume e quello di lago sa di lago.....'AZZ!!! Parte il messaggio "Aleeeeee, ci siamo dimenticate del pesce d'acqua dolce!!!"  Eh sì cari miei, noi gente di mare pensiamo solo al mare ma non per snobismo, non siamo abituati e non ci viene proprio in mente l'acqua dolce. Ma io sono padana d'origine!!!  i laghi li ho frequentati, fanno parte della mia cultura e poveri pesci d'acqua dolce, un po' dimenticati pure loro, quindi in sintonia con Poverimabelliebuoni, non avrei potuto non considerarli, non solo perché avrei fatto una madornale gaffe nei confronti degli emmeticini d'acqua dolce ma proprio per una questione etica nei confronti di tutti i pesci! E quindi all'alba dell'annuncio della sfida, la buona Mai ha corretto la scritta sul banner, da LA PASTA DI MARE a LA PASTA COL PESCE!! Ale ha sistemato il regolamento alla volée e io il mio post. Gli indizi sarebbero andati bene lo stesso, tanto non li avreste beccati...Ecco, è andata così!
E per fortuna, altrimenti non avremmo ammirato  certe meraviglie come la porca trota dell'Himayala di Eleonora (sì, proprio Himayala, non è un errore di battitura bensì una battuta anzi una vecchia barza) le trote affumicate maison di Annarita ed Elena  (che si è pure sorbita 200 km per procurarsi il pesce desiderato) o la pregevole intuizione di Manuela tra pesce d'acqua dolce e pesce di mare e persino l'anguilla di Angelika.

Ringrazio dunque tutta la redazione dell'Mtchallenge per il supporto operativo (e morale) e  per le belle, divertenti e utilissime rubriche, sperando di non dimenticare nessuno: Greta, Eleonora, Mai, Mapi, Mari, Ilaria, Dani, Annalena, Giulia Robert, Fabio e Anna Luisa e naturalmente Alessandra, la signora dei pipponi, con la quale c'è stato un continuo confronto e accordo veloce, telegrafico, perché quando la becchi bisogna approfittare e non perdere troppo tempo :-)


Ed ecco il momento tanto atteso....il vincitore dell'Mtc n. 67 è....una vincitrice! Francesca Geloso (basta chiamarla La nuova, ok?) del blog 121 gradi con le sue Tagliatelle al nero, crudo e cotto di cicale di mare e pesto di salicornia
Una pasta che sa di mare dentro e fuori,  concepita e gestita con intelligenza, che trasuda e trasmette passione e determinazione e coniuga aspetti classici e moderni, senza esasperazioni né fronzoli ma  con un guizzo personale e sperimentale che mi emoziona e mi diverte, per un risultato perfettamente riuscito, un piccolo capolavoro realizzato con soli tre  ingredienti ben distinti ma che esprimono il mare in maniera assoluta, perfettamente calibrati fra loro: nero di seppia, cicale e salicornia. 
Le sue scelte sono ben argomentate :  dal nero di seppia a cui non ha voluto rinunciare nonostante  alcune prove non convincenti, e che ha deciso di utilizzare nel modo più classico e collaudato, anche se la pasta fresca era sconsigliata ma  lei  l'ha piegata al suo volere, facendola seccare,  rendendola così meno assorbente e più facile da gestire. Ha scelto le cicale come protagoniste assolute e non posso che approvare, sono i miei crostacei preferiti, meno blasonati di aragoste e scampi, in linea con Poverimabelliebuoni e  con un gusto intenso ed elegante da esaltare giustamente a 360°, sia cotte che crude e con la loro bisque. La ciliegina sulla torta, quello che mi ha fatto definitivamente innamorare, oltre al nero di seppia e alle cicale, è stato proprio quel piccolo ma non irrilevante particolare del pesto di salicornia. Confesso che personalmente avrei pensato di usarla  al naturale, mescolandola semplicemente alla pasta in mantecatura ma forse la sua importante salinità avrebbe creato un contrasto troppo netto con il dolce delle cicale quindi mi ha convinto lo studio che Fancesca  ha fatto  e come l'ha gestita, con grande sensibilità culinaria, prima sbianchita e passata in acqua e ghiaccio per preservarne il colore, poi ridotta a pesto con i pinoli che ne addomesticano  la pronunciata salinità e infine sapientemente dosata in piccole cucchiaiate sopra alla pasta per differenziare ogni forchettata e divertire il palato così come i tocchetti di pomodoro fresco.  Brava Francesca!!

Vi basta come spiegazione? :-)



A proposito di spiegazioni ed argomentazioni,  non posso fare a meno di commentare alcune fra le più esilaranti argomentazioni e risposte alle mie domande che mi sono appuntata via via e mi hanno reso il compito più leggero e divertente.
E' stato un po' il tormentone della sfida, vero?  Argomentare, spiegare, oggettivamente e non solo soggettivamente!! I nostri continui appelli a volte hanno avuto ascolto, a volte sono stati allegramente ignorati, a volte invece non ne avevate neanche bisogno, anzi...vedi le argomentazioni super scientifiche del nostro Doc Meyers ma anche di Corrado, che  si è difeso egregiamente come molti altri, scusate se non cito tutti...

Ho letto spesso nei vostri post "Cristina chiede di spiegare l'elaborazione mentale che ha portato alla ricetta..." o anche  "...dobbiamo motivare le nostre scelte riguardo agli abbinamenti..." e mi scappava da ridere perché non è una mania della Galliti, né una richiesta bizzarra, è un'esigenza che dovrebbe sorgere spontanea ogni volta che ci si cimenta con nuovi gusti ed abbinamenti. 
Siamo comunicatori del gusto, anche se spontanei, ma siamo comunicatori.  E' nostro dovere rendere leggibile e credibile ciò che scriviamo, non solo da un punto di vista stilistico e grammaticale ma anche di contenuti e trattandosi di ricette, gli ingredienti vanno spiegati e ne vanno spiegate le scelte.
A volte si danno per scontato molte cose o non si approfondiscono gli argomenti  a sufficienza.
Non voglio certo affrontare in questa sede la fisiologia del gusto ma, come abbiamo ripetuto più volte durante la sfida, sarebbe bene analizzare gli abbinamenti prima da un punto di vista tecnico della combinazione dei sapori e poi confermarli secondo il gusto personale.  Sul gusto personale non si discute ma almeno ci siamo posti  la domanda: perché funziona? qual è il risultato che voglio ottenere? E soprattutto, sto rispettando il tema proposto?


Comunque, la più bella in assoluto è stata la risposta di Cecilia alla mia domanda sul perché di cozze e baccalà insieme, due ingredienti con una forte connotazione sapida che peraltro lei ha gestito molto bene. E  quello che mi ha fatto ridere ancora di più è che, conoscendola, mentre leggevo, mi sembrava di sentirne l'allegra voce e la verve spiritosa: "perché lo dice anche la canzone, no?  Sapore di sale, sapore di mare..." . Non fa una piega!! Fantastica!!
E a  proposito di ispirazioni musicali, siamo passati dai Rolling Stones a Mino Reitano fino a Fred Bongusto, cosa chiedere di più?

Non si contano poi  i casi in cui solo perché l'avete assaggiato nel ristorante Mare Chiaro o Mare Scuro, vi è piaciuto e avete deciso di riproporlo. Eccerto. Ma perché vi è piaciuto?  
"un abbinamento molto particolare" ma perché non mi definisci "particolare" ? Mannaggia!
Oppure "perché così lo faceva mammà e la nonna" ....ah beh allora non si discute....Né tanto meno si discutono i grandi chef citati dai loro  emuli ....dal caffè di  Oldani alla cannella di  Iaccarino......il più gettonato è stato Canavacciuolo, riprodotto, onore al merito, in modo egregio da Gianni e Aurelia. 
Anche la Vitto mi ha fatto scompisciare, ha sottolineato il successo famigliare con tanto di foto probatoria del piatto ripulito dalla scarpetta!!
Giulietta invece ha superato la prova di mammà che ha decretato "il problema è che non riesco a trovare nessun motivo di critica!" E son soddisfazioni!!!

C'è stato anche un tentativo di trovare una spiegazione ad una corretta intuizione ma  fallito in partenza con un perentorio "e boh, non so perché ma mi è venuto in mente di...." Aaaaaarghhhhh!!!
Che dire del mare di vongole e zucchine con o senza cozze? Evviva che qualcuno ha scoperto che i broccoli sono ancora meglio, in particolare con le cozze!!

Qualcuno si è ricordato delle mie amate acciughe, brave!! Tamara ha prodotto un vero trionfo d'acciughe e Manuela ha tentato l'accoppiamento  con le trote, chissà che pesce potrebbe uscire? un'acciugota o una trotuga? E ancora grazie  alla bravissima Franci per la mia caricatura a cavallo dell'acciuga ma anche per i suoi spaghetti super acciugosi. E non mi dimentico delle due Antonelle..

Applausi anche per chi ha affrontato un pesce scomodo come  lo sgombro e addirittura il tombarello. Ola per  tutti quelli che non si erano mai cimentati con lo sfilettamento di un pesce o non avevano mai cucinato una pasta allo scoglio e hanno superato...lo scoglio (cito Angela S.)!

Mi ha commossa la volontà di partecipazione dimostrata nonostante impegni di lavoro, neo-nati e acciacchi, vedi il doc che ha affrontato addirittura le aragoste con una mano sola e ha rischiato un divorzio per eresia e  Mario, alias Gambetto, che "siccome che sono cecato me lo mettete voi il link? "
No comment poi per l'evocativa e struggente "buriana" di Patty.
Mi ha lusingata la signora vintage che zitta zitta ha raccolto piccoli  input e li ha trasformati in gioielli come solo lei sa fare, rendendo  eleganti anche le polpette di sarde fritte e ripassate nel sugo.
Grazie a Pasquale che ci ha arricchito con importanti informazioni sullo "spurgo" delle vongole regolamentato per legge e ci ha fornito  l'ennesima prova di "fatta la legge, trovato l'inganno"
Insomma, applausi e ringraziamenti a tutti per la sentita partecipazione e per aver accettato serenamente critiche e suggerimenti, in primis  Valeria che ha pure rifatto il suo piatto con le correzioni suggerite..E ancora bravo a chi si è confrontato per la prima volta, e con risultato egregio, con la mantecatura  come Micol e a chi l'ha riscoperta e ora non l'abbandona più!


E infine un bacio affettuoso anche a tutte le amanti del "famolo strano" che se da un lato inquietano con scelte ardite, da un altro stimolano e animano la discussione in un confronto critico che  non può che essere positivo.

Direi che tutto è bene ciò che finisce bene e ora  io vado serenamente  in pensione e cedo il testimone alla nuova regina dell'Mtc perché morta (tié) una regina, se ne fa subito un'altra. C'est la vie, c'est la guerre....c'est la pomme de terre! Non ci azzecca nulla ma l'ho trovata ed è troppo bella!!

Lunga vita all' MTC!!!




















HANNO ABBOCCATO ALL'AMO